Chi mi conosce sa bene che mi piacciono i libri e, quindi, le librerie (*1). Dei libri mi piace tutto, la forma, la copertina, il dorso, la carta, l’odore della carta, la sua sensazione tattile, il rumore delle pagine sfogliate…
Per questo tipicamente, fin da ragazzino, le mie escursioni in città non erano complete se non passavo da una o più librerie: non necessariamente per comprare qualcosa ma anche solo a vedere le novità. Oltretutto ho una memoria fotografica eccellente e, quindi, individuavo subito i nuovi arrivi…
Da una decina d’anni però questo piacere mi viene rovinato: per prima Feltrinelli, seguita poi da altre librerie, ha avuto la balzana idea di far pagare i sacchetti di carta anche quando si acquista un libro.
L’idea “ufficiale” era quella di disincentivare lo spreco della carta (i primi tempi ne discutevo sempre con i commessi che, probabilmente per educazione, mi davano ragione e ammettevano che la cosa aveva poco tempo ma che non ci potevano fare niente) ma in verità io ho la sensazione che fosse solo una scusa per estorcere qualche decina di centesimi in più: perché, forse non se ne sono accorti, ma i libri sono fatti di carta!
Cioè da un lato la libreria mi vende oggetti (libri) di carta ma, contemporaneamente, mi suggerisce che non dovrei comprarli…
Dieci anni fa probabilmente i libri elettronici non erano ancora molto diffusi né la loro concorrenza faceva davvero paura: adesso non è più così. Contemporaneamente Amazon ha guadagnato sempre più mercato: e non ti fa pagare gli imballaggi e, anzi, ti fa arrivare tutta la merce a casa.
E così la scelta di Feltrinelli & C. di irritare la clientela (almeno me: forse gli altri clienti sono più mansueti) mostra tutta la sua assurda miopia. Oggi mi sono arrivati da Amazon tre libri (I diritti dell’uomo contro il popolo di Jean-Louis Harouel, Leviatano di Thomas Hobbes e Fedeli al vinile di Alessandro Casalini (*2)) ordinati ieri mattina: e io non mi sento neppure in colpa ad aver usato Amazon (*2) proprio a causa dell’irritazione che mi causava dover pagare un sacchetto di carta.
Aggiungo che questi libri avevo anche provato a comprarli in libreria: il “Leviatano” era esaurito ma sarebbe tornato disponibile, “Fedeli al vinile” non sapevano cosa fosse (si tratta di un libro che ho trovato pubblicizzato su FB dove l’autore pubblica brevi racconti molto carini e, per questo, avevo deciso di sostenerlo comprando questa sua opera. Sfogliandolo ho scoperto che questo libro è stato stampato da Amazon Italia Logistica su licenza di Libromania…) mentre de “I diritti dell’uomo contro il popolo” non ricordo bene ma ho la sensazione che, facendomi un piacere, si offrissero di provare a ordinarmelo senza però troppa convinzione.
Esopo avrebbe potuto scriverci la favola “La libreria e l’amazzone” dove si mostra come l’avidità più stupida venga infine punita! (Magari se Esopo non ha tempo la scriverò io… vedi anche Nuove “Antiche favole di Esopo” e Altre nuove “Antiche favole di Esopo”)
Conclusione: e nella mia lista di libri da comprare ne avrei ancora 11: dove li acquisterò?
Nota (*1): e le biblioteche anche se non le frequento molto…
Nota (*2): che “in teoria” sto boicottando (e infatti uso l’utenza di mio padre sebbene con la mia carta di credito) anche se non ricordo più bene per quale motivo (*3)!
Nota (*3): ho cercato su questo ghiribizzo e ho “scoperto” che boicotto: Microsoft, Facebook, Samsung, Apple (Boicottaggio), Hyundai (L’arbitro Moreno e la Hyundai). Eppure sono sicuro che stavo boicottando anche Amazon: mi pare per qualcosa legato ad Assange, bo…
Il post sentenza
5 ore fa
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