Perché tutti i libri hanno la copertina?
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Così non sentono freddino.
Vecchia idea, nuove difficoltà - 13/7/2019
Sto progettando un nuovo capitolo per l’Epitome. Ho scritto “progettando” e non “scrivendo” perché in realtà sono ancora nella fase della raccolta delle idee (sono già a tre pagine); da queste vedrò di estrarre un filo conduttore che mi permetta di stabilire come dividere il materiale nei diversi sottocapitoli. Fin qui tutto come al solito…
Il capitolo vorrebbe essere sull’Italia vista dalla prospettiva della mia teoria: questo però comporta due difficoltà.
La prima è che, dato l’argomento, rischio di essere involontariamente parziale: ovviamente cercherò di non esserlo ma, almeno in parte, credo che sarà inevitabile.
La seconda difficoltà, molto più specifica, è che mi sono reso conto dell’importanza della UE: non si può “spiegare” l’Italia recente senza rifarsi alla UE.
Sulla UE ho già una sezione dedicata in [E] 15.3 ma dovrò espanderla sensibilmente e, forse, trasformarla in un vero e proprio sottocapitolo a sé stante. Un lavoro extra che non mi ispira molto: dovrò documentarmi su alcuni particolari aspetti e, in generale, perderci più tempo di quanto abbia voglia.
Forse potrei fare così: nella nuova versione 1.3.1 inserire solo la nuova parte sulla UE (+ molte altre modifiche accumulate nel tempo) e aggiungere poi il nuovo capitolo nella versione 1.4.0…
I trollonzi russi - 15/7/2019
Il 7 agosto del 2018 scrissi il corto “Cadute e tuffi”. Copio e incollo qui di seguito:
«Nuova puntata della vicenda dei trollonzi russi: Attacco troll russi, indagine per attentato a libertà capo Stato da Ansa.it
A me sembrava, dopo la banale verifica di Wire.it (vedi il primo corto di questo pezzo), che la vicenda fosse già caduta nel ridicolo ma evidentemente la solerte magistratura italiana non la pensa così.
I trollonzi russi avrebbero usato circa 400 profili Twitter per cinguettare, fra il 27 e il 28 maggio scorso, migliaia di “insulti e inviti alle dimissioni” al Mattarella.
Visto che alla Russia del Mattarella non gliene può importare di meno mi aspetto che si arrivi all'individuazione di un unico smanettone che abbia agito motu proprio.
Vedremo però quale diabolico complotto internazionale verrà svelato dalla magistratura italiana: sono proprio curioso…
...»
A quasi un anno di distanza, dopo indagini e verifiche inutili, comunque pagate dai contribuenti, ecco il risultato: Troll russi contro Mattarella? Per i pm fu un'invenzione della stampa di Gian Franco Coppola da Agi.it
In Svizzera - 15/7/2019
L’albergo svizzero più famoso?
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L’Hotel Guglielmo.
Vita e morte - 16/7/2019
Qualche giorno fa ho finito di leggere anche il secondo saggio di Il disagio della civiltà e altri saggi di Freud (*1). L’articolo in questione è intitolato “Considerazioni attuali sulla guerra e la morte” e fu scritto nel 1915 durante la prima guerra mondiale.
Non voglio scendere nei dettagli: il saggio non si basa sullo studio di casi clinici ma è piuttosto una raccolta di considerazioni su guerra e morte ricche di intuizioni psicologiche.
La prima parte del saggio è molto bella e umana: Freud riesce bene a esprimere lo sconcerto, evidentemente provato da molti degli intellettuali dell’epoca, per l’assurdità della guerra.
La seconda è più psicologica ed esamina il rapporto fra uomo e morte.
La teoria principale è che l’uomo, inconsciamente, non crede realmente alla possibilità della propria morte. Quando poi viene posto di fronte a essa, magari a causa della scomparsa di una persona cara o comunque vicina (che equivale alla morte di una parte di noi), ecco che questo rapporto conflittuale può provocare delle nevrosi.
Saltando 30 pagine di argomentazioni varie la conclusione di Freud mi sembra un utile insegnamento per tutti: «Se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte» (*2).
Nota (*1): Il disagio della civiltà e altri saggi di Freud, (E.) Bollati Boringhieri, 2019, trad. Sandro Candreva, Cesare L. Musatti, Emilio A. Panaitescu, Ermanno Sagittario e Marilisa Tonin Dogana.
Nota (*2): ibidem pag. 62.
alla prima stazione
1 ora fa
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