Come mai il rapporto debito pubblico/PIL passò dal 54% del 1980 al 91.7% del 1990?
Cosa successe nel 1981?
In realtà queste domande non sono “mie” ma le ho trovate su un cinguettio (questo) di Vladimiro Giacché (un economista che seguo su Twitter).
Secondo la “vulgata” lo stato italiano iniziò a spendere troppo e gli italiani a vivere “al di sopra delle loro possibilità”…
Eppure leggere, non FB ma i libri, ha la sua utilità: grazie a Il tramonto dell’euro di Bagnai ho potuto rispondere al volo!
Nel 1981 abbiamo il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia (che diventa autonoma): il risultato è che lo stato deve finanziare il proprio debito non stampando moneta (cosa che fino ad allora aveva funzionato benissimo) ma ai costi di mercato (ovvero emettendo obbligazioni con tassi di interesse più elevato per attirare compratori). Risultato: o tagli con la mannaia la spesa o il debito pubblico aumenta. Ecco spiegato l’arcano…
Aggiungo tre note:
- L’iniziativa fu presa, senza passare dal parlamento, perché ritenuta “inevitabile” data l’adesione allo SME. Insomma già l’embrione della tiritera “ce lo chiede l’Europa”.
- Nel 1981: 5% PIL a detentori debito e 5% a collettività sotto forma di spesa; nel 1993: 12% PIL a detentori del debito e 3% a collettività sotto forma di spesa. Sapete che significa? Significa che i ricchi diventano molto più ricchi e i poveri più poveri.
- All’epoca la sinistra faceva ancora la sinistra e diceva le cose come stavano!
Vabbè, siccome come corto ormai è troppo lungo aggiungo stralci della dichiarazione di voto (contrario) del PCI all’adesione allo SME del 1978 (quello che “causò” poi il divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia) così per ricordare cosa diceva la sinistra a quell’epoca…
«Signor Presidente, onorevoli colleghi…»
No, è troppo lungo e non ho voglia di cercarne le frasi salienti e sistemare il tutto…
Però QUESTO è il PDF ufficiale con le dichiarazioni di voto del 13 dicembre 1978: scaricatelo, cercate Napolitano (sì, proprio QUEL Napolitano che trent'anni dopo affidò al "tecnico" Monti il compito di distruggere l'Italia) e leggete cosa disse allora…
Molti dei suoi argomenti contro lo SME e la rigidità che imponeva al cambio della lira sembrano parole di Bagnai detta riguardo alla ancor più forte rigidità dell’Euro (il cambio qui è fisso). Questa è la riprova che le teorie di Bagnai non provengono da Marte e che non le ha sognate dopo una sbronza particolarmente pesante: si tratta di considerazioni basilari di macroeconomia ed erano già risapute. All’epoca però (1978) la sinistra faceva ancora la sinistra (parlava di interesse nazionale e di quello dei lavoratori) ma alla sua guida (dell’allora PCI) c’era un tale Berlinguer che, evidentemente, credeva sinceramente in una società migliore…
Altro discorso sarebbe poi capire l’involuzione del pensiero di Napolitano ma, francamente, non mi sembra ne valga la pena…
Conclusione: pezzo estremamente corto (è sempre così quando parto con l’idea di scrivere un “corto”) di cui forse l’elemento precipuo è l’importanza della lettura: per le conclusioni rimando quindi direttamente a quelle di I libri formano.
L'esempio di Benjamin Franklin
9 ore fa
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