[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 1.1.0 "Alice").
Sono incerto: avrei da scrivere un pezzo sulle reti neurali, soprattutto per chiarirmi delle idee, ma ho anche letto delle pagine interessanti in Al di là del bene e del male…
Data l’ora un po’ tarda, e considerando che per il pezzo sulle reti neurali dovrei anche fare dei conti su carta, opterò per Nietzsche.
Come scritto in precedenza (v. Pensiero #201 e dintorni) non sono particolarmente entusiasta di ciò che sto leggendo ma finalmente ho trovato delle pagine piuttosto interessanti.
In realtà si tratta di due argomenti piuttosto diversi: infatti sono a cavallo fra il finale del capitolo 7 e l’inizio dell’8!
Il pensiero #232 tratta infatti della donna. Come ho scritto altrove per Nietzsche gli uomini non sono tutti uguali e, anzi, egli insiste molto sul fatto che la tendenza del tempo (seconda metà del XIX secolo) vada a premiare la mediocrità della massa piuttosto che venire incontro alla minoranza migliore. Ma di questo ho già scritto.
Comunque, coerentemente con l’ipotesi che gli uomini non sono tutti uguali, Nietzsche afferma che la donna è a sua volta profondamente diversa dall’uomo.
Nel pensiero #232 ci va giù piuttosto pesante (cosa che ovviamente trovo divertente, vedi (*1) per un frammento...) ma in realtà la sua opinione della donna non è propriamente negativa.
Nell’esempio riportato in (*1) ad esempio la donna è accusata di essere ostile ed estranea alla verità: ma se ben ricordate (v. Al di là di Nietzsche) l’opera inizia proprio col paradossale attacco alla verità, anzi all’esaltazione dell’illusione ritenuta superiore alla verità. Per Nietzsche non esiste una morale assoluta: anzi ogni filosofo ha infatti costruito la propria morale per giustificare il proprio pensiero.
Nietzsche afferma quindi chiaramente solo che l’uomo e la donna sono diversi ma non dice mai espressamente che l’uomo le è superiore: per dirlo dovrebbe infatti contraddirsi. Non esistendo valori assoluti non è neppure possibile ordinarli in peggiori e migliori. Nietzsche dovrebbe infatti affermare che la ponderatezza e l’attenzione sono, ad esempio, sempre superiori alla superficialità e alla sufficienza; al massimo potrebbe forse dire che ciò è vero per la mentalità maschile ma gli si potrebbe allora obiettare che, per la mentalità femminile superficialità è sufficienza sono più importanti.
Insomma niente di sbalorditivo in questo finale del 7° capitolo. Come detto lo trovo divertente: mi immagino di leggerne dei frammenti a qualche amica e mi immagino le relative smorfie di disappunto…
Molto più interessante è l’inizio dell’ottavo capitolo intitolato “Popoli e patrie”. Come si può facilmente intuire Nietzsche dà il suo punto di vista su vari popoli, a partire ovviamente dai tedeschi, e il loro rapporto col patriottismo.
Ma i pensieri #241-242 sono particolarmente interessanti perché vi fa delle considerazioni generali sull’Europa e sulle tendenze attuali e future.
Quello che Nietzsche nota è una tendenza all’assimilazione, all'omogenizzazione degli europei in un’unica tipologia di persona/mentalità. Prevedibilmente Nietzsche è preoccupato da questa tendenza perché prevede un appiattimento verso il basso che, contemporaneamente, intrappolerà le menti più brillanti. Lo strumento con cui si attua questa tendenza è la democrazia vista in maniera negativa non tanto perché “dà potere a molti” (*2) ma perché soffoca, anestetizza, diluisce e coarta la volontà dei pochi migliori.
Le caratteristiche dell’europeo saranno: la sovrannazionalità, la propensione a muoversi fra stato e stato, una notevole duttilità, la mediocrità nel senso di appiattimento verso il basso (*3).
Non so, queste parole, le attente e precise enumerazioni, mi riecheggiano Tocqueville quando scrive delle possibili degenerazioni della democrazia: in realtà Nietzsche non nomina l’autore francese ma ho la sensazione che in qualche maniera ne sia stato comunque influenzato…
Qui è interessante confrontare il punto di vista di Nietzsche sulla democrazia con il mio.
In realtà la nostra diversità di visione ha un’origine più profonda: Nietzsche vede l’umanità divisa fra la massa dei mediocri e una minoranza di migliori (che a volte chiama “filosofi”, a volte “uomini del futuro” e a volte semplicemente “noi”…). Per me invece le limitazioni umane ([E] 1) colpiscono ugualmente tutti gli uomini: sia l’uomo molto intelligente che lo stupido. Si tratta infatti di limitazioni innate che non possono essere quindi evitate ma, al massimo, grazie alla consapevolezza della loro esistenza, attenuate.
Insomma, da un certo punto di vista, io sono più tollerante rispetto a Nietzsche: l’uomo ideale non esiste e siamo tutti mediocri, chi più e chi meno.
La democrazia è quindi per Nietzsche sbagliata a prescindere, indipendentemente dal fatto che riesca a distribuire equamente il potere e che promuova l’interesse collettivo. Non ne ho trovato menzione esplicita ma suppongo, da vari accenni, che Nietzsche sarebbe invece favorevole a un potere aristocratico, a una oligarchia dei migliori.
Al contrario la mia obiezione all’attuale forma di democrazia è che essa sia solo un’illusione (un protomito fuorviante, [E] 2.3, per la precisione) che non mantiene le sue promesse e, anzi, sembra progettata ([E] un po’ tutta!) per opprimere proprio la maggioranza (cioè la democratastenia, v. [E] 4.4) che invece dovrebbe tutelare.
Eppure la descrizione che Nietzsche riesce a dare dell’europeo del futuro mi pare estremamente indovinata: in pratica viene descritto il lavoratore/consumatore ideale, felice e soddisfatto del poco che ha, senza grandi ambizioni o ideali, che obbedisce senza porsi domande all’autorità costituita…
Ma Nietzsche va oltre e intuisce un grande pericolo nella democrazia: ovvero che persone estremamente scaltre riescano a usarla a proprio vantaggio per prendere il potere.
Questi statisti/tiranni sarebbero capaci di distogliere il popolo dalle sue virtù tradizionali e soppiantarle con altre idee che il popolo/gregge non sarebbe in grado di valutare adeguatamente ma di cui si convincerebbe facilmente e che seguirebbe poi con cieca inerzia.
Nietzsche parla di “tiranni” ma è facile leggervi un’anticipazione dei “dittatori” dell’inizio del XX secolo…
Insomma nei pensieri #241-242 si trovano delle notevoli intuizioni con previsioni estremamente precise e corrette. Come ho spiegato l’ipotesi di partenza di Nietzsche non è la mia ma la valutazione della democrazia è, seppur per ragioni diverse, ugualmente negativa. Impressionante però è l’accuratezza con cui Nietzsche aveva intuito il futuro…
Ah! in questa mia sintesi mi sono dimenticato di riassumere quale sia secondo Nietzsche il ruolo del patriottismo/nazionalismo in questa tendenza evolutiva dell’europeo. Beh, secondo il filosofo tedesco, il patriottismo potrà fare delle “fiammate” che potrebbero rallentare o fermare il processo in corso ma però solo temporaneamente. Facile anche in questo caso leggervi un’anticipazione delle due guerre mondiali...
Conclusione: Al di là del bene e del male è un libro strano, troppo frammentario per i miei gusti, ma proprio per questo è anche possibile trovarvi delle gemme di grande valore...
Nota (*1): Difficile scegliere… Ecco, il seguente frammento ha anche il pregio di essere corto: «Nulla le è [alla donna cioè] più estraneo, da sempre, più ripugnante, più ostile della verità, - la sua grande arte è la menzogna, le cose che le stanno più a cuore sono l’apparenza e la bellezza.» da Al di là del bene e del male di Nietzsche, Grandi Tascabili Economici Newton, 1991, trad. Silvia Bortoli Cappelletto.
Nota (*2): fra virgolette perché, argomento centrale della mia Epitome, la democrazia non dà assolutamente il potere a molti. E Nietzsche ne è, credo, consapevole.
Nota (*3): «un laborioso uomo del gregge, polivalente e abile» ibidem.
Il ritorno del gladiatore
7 ore fa
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