A fine gennaio, nel pezzo Memo-me, elencai una lunga serie di spunti per articoli che mi sembravano interessanti. Alla fine ne scrissi solo un sottoinsieme mentre per gli altri persi interesse: fra questi ultimi c'era anche lo spunto 24 che ripropongo qui di seguito...
«24=nero → uno spettacolo alla tivvù non a colori ma in b/n, soprattutto nero: riflessione su alcuni recenti serial americani. In particolare su quanto influenzino la realtà e su quanto ne siano influenzati.»
Nel corso degli ultimi mesi ho avuto più volte occasione di tornare a rifletterci...
In una serie poliziesca i protagonisti lavorano in una squadra super tecnologica: in particolare tutte le telecamere sparse per la città sono collegate alla loro centrale e un programma analizza costantemente tutte le facce “alla ricerca di criminali”.
Ho messo fra virgolette “alla ricerca di criminali” per evidenziare una caratteristica comune a tutte queste serie americane: volutamente o no esse mostrano solo gli aspetti utili e positivi di una tecnologia mentre nascondano quelli negativi.
Ad esempio, nel caso dell'identificazione facciale automatica con le telecamere, evidenziavano i benefici per la cattura dei criminali ma sorvolavano sui possibili abusi e in particolare sulla perdita di riservatezza del 99,99% dei cittadini onesti...
In almeno un altro paio di serie viene invece giustificata la tortura come strumento per estorcere informazioni ai cattivi quando c'è “poco tempo” per altre alternative...
Ovviamente anche in questo caso non ci sono incertezza: i cattivi sono supercattivi, non ci sono sfumature di grigio, e inevitabilmente l'informazione estorta con la violenza salva decine se non centinaia di vite...
Nessuna riflessione, ad esempio, sull'eventualità che il supercattivo in realtà non sia tale o che le informazione ottenute siano errate o inutili...
Infine, in una delle due serie precedenti (di quelle che giustificavano la tortura) e destinata a un pubblico giovane, uno dei cattivi è un giovane miliardario che si è arricchito grazie al software libero. La connessione non è chiarissima ma la serie suggerisce che i programmi di pubblico dominio e simili siano sfruttati da individui senza scrupoli e, almeno in parte, una cattiva luce sembra riflettersi anche su tutto il mondo del copyleft.
Spero sia inutile elencare quali siano i vantaggi dei programmi gratuiti rispetto a quelli a pagamento!
Da tutti questi esempi, e sarebbe facile trovarne altri, nasce la mia domanda: gli autori delle serie seguono le tendenze (almeno quelle americane) o, al contrario, cercano di anticiparle e quindi guidarle e/o influenzarle?
La mia natura paranoica opterebbe decisa per la seconda ipotesi ma, oggettivamente, non ho informazioni sufficienti per propendere per un'ipotesi o per l'altra. Anzi l'opzione più probabile è che entrambe le ipotesi siano più o meno vere in base alla rispettiva serie.
Nella sostanza, non importa quale sia il motivo, si viene comunque tutti condizionati da ciò che guardiamo però, eticamente, la risposta è fondamentale: qualcuno cerca coscientemente di manipolare i telespettatori mediante programmi di intrattenimento?
Conclusione: l'ho già scritto in un altro pezzo, non ricordo quale, ma la sensazione è che il mondo stia scivolando sempre più verso una delle distopie immaginate dagli autori cyberpunk del secolo scorso. Un mondo di consumatori con sempre meno diritti e libertà con pochi ricchissimi al di sopra delle leggi che governano il mondo attraverso le loro multinazionali. Negli anni '80 (ma anche '90) mi sembravano dei futuri super pessimistici e non vedevo come potessero avverarsi: adesso al contrario gli indizi sono numerosissimi e puntano tutti nella stessa direzione: cittadini sempre più poveri e controllati mentre le multinazionali accumulano sempre più potere e privilegi.
L'aspetto che più mi turba è che la maggioranza delle persone non pare rendersene conto...
L'esempio di Benjamin Franklin
8 ore fa
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