Non ho scritto molto: anzi ieri, causa insonnia, ero particolarmente lesso e mi era difficile esprimere le idee in maniera appropriata.
In altre parole la mia prima bozza era una vera schifezza!
Oggi l'ho riguardata e mi sono segnato come e dove intervenire. Siccome mi pare molto interessante, soprattutto le mie idee su come migliorarla, pubblico qui di seguito la bozza.
Ovviamente, più che "beta", è una versione "omega" ed è infarcita di errori, frasi che non tornano, etc...
I miei commenti su come intervenire sono inseriti fra parentesi quadre [] ma sul finale, inizio a scrivere coscientemente in forma di riassunto pensando già di riscrivere poi tutto meglio. A volte preferisco buttare su carta le idee fino a quando le ho calde in testa e poi sistemarle in forma accettabile con calma...
Ovviamente i commenti sono particolarmente ben accetti: sulla storia ci sarà poco da dire, se non se incuriosisce o meno, ma magari sullo stile potreste farmi delle osservazioni utili...
«Vi ringrazio anticipatamente,
ZZZ»!!
INIZIO BOZZA
============
Giovedì, 5 Agosto 20(21)
Come ogni sera, dopo cena ma prima di dedicarsi alla lettura, l'avvocato Marco Betti si sedette alla sua scrivania per leggere la posta. Non la posta del computer, lette durante la giornata non appena aveva un minuto libero, ma quella cartacea. [è realistico ricevere molta posta cartacea nel 2020>?]
Oramai si trattava quasi sempre di pubblicità o bollette ma talvolta erano lettere “vere”, scritte da uno dei suoi amici che condividevano la sua passione per il bello scrivere.
Marco era abitudinario e sapeva di esserlo: amava il rito di raccogliere le buste alla rinfusa, senza studiarle prima, per poi allinearle picchiettandole sul tavolo, prima sul lato lungo e poi su quello corto; poi le appoggiava davanti a sé e ne prendeva la prima: solo allora guardava di cosa si trattava. Con attenzione usava il tagliacarte per non rovinare la busta; poi ne estraeva il contenuto e lo leggeva con l'attenzione che si meritava, riponeva quanto letto all'interno della busta e decideva se distruggerla nel tritacarta o archiviarla.
L'intera operazione poteva prendere da pochi minuti a mezz'ora, quando riceveva la lettera di un amico, ma indipendentemente dalla durata si trattava del rito che concludeva la giornata lavorativa marcando l'inizio delle ore dedicate al relax prima di andare a dormire.
Solo dopo aver compiuto questo rito poteva rilassarsi completamente. Tè al suo fianco.
Con soddisfazione, dopo aver aperto tre opuscoli pubblicitari, notò che la prossima lettera era scritta a mano. Il mittente non era indicato, ne studiò la calligrafia ma si accorse subito che la lettera non apparteneva a nessuno dei suoi amici.
Incuriosito l'aprì metodicamente come suo solito e ne lesse con curiosità il contenuto, in verità piuttosto scarno:
«Gentilissimo avv. Betti,
So che le sembrerà strano ma le propongo il seguente esperimento. Prenda un qualsiasi pezzetto di carta e vi scriva “PVI:” seguito da una parola di sua scelta.
L'assicuro che è molto più importante di quanto possa pensare. Le riscriverò quanto prima.
La ringrazio anticipatamente,
ZZZ»
[Aggiungere monogramma?]
Marco fissò il testo perplesso per qualche secondo e poi, con un sospiro, lo passò nel trita carta.
Era l'ultima lettera da leggere così si scelse un libro dalla libreria alle proprie spalle e si mise a leggerlo.
[Accenno a fidanzata/famiglia? Sì!
Per il momento fa cagare: devo cambiare la descrizione della scena senza esprimere direttamente le emozioni di Marco ma facendole percepire attraverso le sue azioni...
Manca un minimo di descrizione fisica. Età.
Devo far emergere carattere: curioso ma pauroso, prudente.
Lo stile delle lettere deve essere particolare: parole ampollose e una gentilezza eccessiva.]
***
Venerdì, 6 agosto 20(21)
Marco torna a sedersi alla sua scrivania: stavolta ha due sole lettere (il giorno prima era un bel mucchio). Riconosce immediatamente la calligrafia della seconda lettera, sempre anonima come la precedente.
«Gentilissimo avv. Betti,
SO che ieri ha distrutto la mia lettera precedente. Mi dispiace molto: le ricordo che si tratta di un esperimento molto importante e che non è uno scherzo.
La prego quindi di procedere come precedentemente indicato: prenda un qualsiasi pezzetto di carta e vi scriva “PVI:” seguito da una parola di sua scelta.
La ricontatterò per farle sapere come procedere.
La ringrazio anticipatamente,
ZZZ»
Marco finita di leggerla la fissa un momento, poi si gratta un orecchio, poi scuote la testa sorridendo, accartoccia la lettera e la getta nel cestino (invece che nel tritacarta) senza riuscire a fare canestro...
[Non devo scrivere ciò che Marco pensa: la sua incredulità deve risultare dalle sue azioni; rendere la lettera nello stile stabilito]
***
Sabato, 7 agosto 20(21) [spostare tutte le date di un giorno indietro?]
Marco è a casa e quando il postino suona alla porta va personalmente a prendere la posta. Immediatamente riconosce la lettera dalla calligrafia arzigogolata; tornato in casa la posa sul tavolo insieme alle altre, poi però la prende e la apre sedendosi alla sua scrivania.
«Gentilissimo avv. Betti,
SO che anche ieri non ha seguito le mie istruzioni.
Per la precisione, dopo aver letto il mio messaggio, si è grattato un orecchio, ha scosso la testa sorridendo beffardo e infine, invece di gettare la lettera nel tritacarta come suo solito l'ha accartocciata e gettata nel cestino.
Non voglio darLe l'impressione di spiarla: non è così. Non ci sono telecamere nascoste nel suo ufficio e io non sono in alcun modo interessato alla sua vita privata; se è questo che la preoccupa le assicuro che non ho intenzione di ricattarla o di compiere qualsiasi altra azione illecita.
La prego solo di compiere il modesto sforzo che le chiedo: ovvero di scrivere su un qualsiasi foglio di carta la scritta “PVI:” seguita da una parola di sua scelta.
È estremamente importante ma non posso spiegarLe quanto perché non mi crederebbe. Una volta che ha scritto il messaggio sopraddetto lo potrà anche distruggere immediatamente: è irrilevante.
La scongiuro di seguire queste mie istruzioni e la ringrazio anticipatamente,
ZZZ»
Durante la lettura il sorriso di Marco si era trasformato e lui era divenuto bianco come un cencio.
Inizia a guardarsi intorno, si alza e controlla la libreria alle proprie spalle, poi gli angoli più sospetti della stanza, va a guardare alla finestra scrutando con particolare attenzione le finestre sull'altro lato della strada (quelle con le tende tirate o dove li pare di cogliere il riflesso di un tele obiettivo.
Poi chiude le imposte della sua finestra e tira la tenda: accende la luce e inizia a spostare i libri, improvvisamente controlla la lampada sul tavolo (girandola fra le mani e studiandola di sopra e di sotto) poi torna a spostare libri.
[Attenzione a non fare la ricerca noiosa! Far succedere qalcosa di buffo? Meglio se significativo: magari trova una cartolina/foto che svela parte del suo passato/personalità...]
Non trovando niente, prende la lettera l'infila nella giacca ed esce di casa.
Telefona a un amico chiamato Giancarlo e gli chiede il favore di incontrarsi per parlare di una cosa importante per 5 minuti. (scrivere breve dialogo)
***
L'amico è un magistrato [è realistico? Meglio un questore?] che cerca di tranquillizzare l'amico evidentemente impaurito.
Marco riassume rapidamente, e in maniera inizialmente confusa la vicenda (parte a dire che è spiato prima di parlare delle lettere iniziali) poi procede con ordine. [Qui ho l'opportunità di spiegare quali siano stati i pensieri di Marco alla lettura dei messaggi.]
L'amico conferma che la terza lettera è sospetta e che evidentemente deve esserci una telecamera nascosta. L'amico gli chiede se possa trattarsi di clienti insoddisfatti e pericolosi ma poi concordano che il tono inusuale della lettera non è minaccioso.
L'amico questore suggerisce all'amico di cambiare la serratura della porta perché è molto probabile che l'autore della missiva ne abbia una copia e magari, se possibile, dormire altrove (?).
Comunque l'amico gli dice che manderà la scientifica a bonificare la sua stanza l'indomani o al massimo lunedì e gli dice di fare immediatamente la denuncia.
Marco esita, è titubante e non sa spiegare bene nemmeno il motivo: le obiezioni dell'amico sono puntuali (qualcuno si è sicuramente introdotto in casa sua e ha piazzato una telecamera...) ma Marco risponde che preferisce procedere in maniera non ufficiale; l'amico (sospettoso) gli chiede se gli ha detto tutto ma Marco non aggiunge altro (solo una sensazione) e decide di tornarsene a casa (dove cambierà il lucchetto e poi chiamerà una ditta specializzata per mettere in sicurezza la porta)
[Fine primo capitolo?]
domenica 26 maggio 2013
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento