Non ricordo se ne ho già scritto: è possibile... inizio a non ricordare tutti i miei pezzi...
Diversi anni fa (una decina?) mi resi conto di un apparente paradosso: da decenni si aveva la sensazione che la moralità, soprattutto politica ma non solo, del paese fosse in costante diminuzione. Inoltre c'era netta la sensazione che si trattasse di un fenomeno irreversibile e inevitabile.
E allora, se la moralità diminuisce costantemente, significa che nel passato, più indietro nel tempo si va, e più essa aumenta: proseguendo su questa linea di pensiero si arriverebbe al paradosso che al tempo degli antichi romani (o prima!) la moralità fosse alla massima altezza o quasi!
Ovviamente, molto più semplicemente, questo porta alla sola conclusione che ci sono dei periodi storici in cui la moralità si rafforza e altri in cui questa si indebolisce.
Mi ero quindi chiesto quale potesse essere il fattore che determinasse la tendenza della moralità.
Ovviamente chiesi l'opinione di mio zio che, trovando la domanda pertinente, ci rimuginò per qualche secondo e poi ipotizzò che dipendesse dalla povertà: più un popolo è povero e più la dubbia moralità è mal tollerata.
Io non ero convinto di questa risposta e così gli obiettai che in Africa c'è povertà ma, a quanto mi risulta, non troppa moralità. Lo zio però prontamente mi rispose che questo è dovuto all'influenza del colonialismo. Allora io obiettai che la Cina è famosa per la corruzione dei suoi funzionari eppure, nonostante i recenti progressi, la maggioranza della popolazione è povera. Ammetto che non ricordo la replica di mio zio ma so che non mi convinse e così lasciai la sua ipotesi nella “ghiacciaia” della mia memoria.
Insomma la tesi di mio zio era che la povertà rafforza la moralità mentre la ricchezza la corrompe.
Adesso, dopo molti anni, trovo questa teoria molto più convincente: certo non si può banalizzare facendo dipendere la moralità di una nazione dal solo fattore povertà/ricchezza, però credo che lo zio avesse visto giusto ritenendolo la causa principale.
Soprattutto in questi ultimi mesi, dalle elezioni in poi, si è visto come il popolo italiano impoverito e frustrato non tolleri più gli eccessi negativi della politica: lo si è visto nel successo del M5S e nel traumatico processo di rinnovamento all'interno del PD.
Un popolo impoverito non sopporta la corruzione e gli sprechi della cattiva politica, se invece è ricco allora è più propenso a lasciar perdere e a infischiarsene.
Sì, decisamente lo zio aveva ragione...
mercoledì 8 maggio 2013
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