Vincendo il disgusto ho deciso di leggere l'agenda di Monti che ho subito ribattezzato Montazzata. Ho comunque provato a leggerla cercando di essere equilibrato nei miei giudizi: dubito di esserci riuscito pienamente...
Comunque proverò a esporre le mie impressioni sulle prime pagine di essa.
Di seguito ho cercato di riassumere quanto letto e di mettere fra parentesi quadre [] le mie considerazioni. Il problema è che in molte sezioni del programma, dato il tono piuttosto ambiguo e generico, ho trovato ben poco di concreto da riassumere...
Prima parte: Italia, Europa
Introduzione sull'Europa: ovvietà e affermazioni vaghe interpretabili come si vuole (tipo un Europa... ...più democratica).
Cosa chiede l'Italia all'Europa: per contare in Europa l'Italia deve essere “credibile”. Proposte per l'Europa finanziarie e/o vaghe (tipo un mercato interno più integrato e dinamico).
Cosa chiede l'Europa all'Italia: per essere credibile l'Italia deve mantenere sotto controllo i conti pubblici. Con un lungo giro di parole viene detto anche che “bisogna abituarsi” che, le scelte che spettano agli italiani (tramite il proprio governo), vengano supervisionate dai partner europei...
[Le argomentazioni fin qui emerse sono:
1) Per contare in Europa l'Italia deve essere credibile e, per essere credibile, deve proseguire con l'austerità.
Io ritengo invece che, per essere credibile, l'Italia dovrebbe ottenere risultati concreti, economici ma non solo. Per adesso abbiamo ottenuto un effimero pareggio di bilancio al costo di enormi sacrifici sia economici (tasse) che sociali. La presunta credibilità vantata da Monti si vaporizzerà quando risulterà evidente, anche se dovrebbe già esserlo a tutti, i danni che ha provocato.
2) Viene auspicata un trasferimento parziale di sovranità nazionale a favore dell'Europa.
Gli interessi dei grandi gruppi finanziari vengono spacciati per democrazia e integrazione europea! Senza parole...]
Italia nel mondo: L'Italia ha aumentato la sua visibilità internazionale grazie al suo impegno su più fronti a partire dalle missioni militari di "pace".
[Personalmente non avevo notato nessun successo internazionale. Abbondano banalità, buonismo e retorica tipo “Occorre maggiore attenzione alle relazioni con i Paesi in via di sviluppo improntandole alla difesa della pace e alla solidarietà, allo sradicamento della povertà e della insicurezza alimentare.”]
Seconda Parte: La strada per la crescita
Si comincia con l'affermazione “La crescita non nasce dal debito pubblico” che suggerisce l'errata conclusione che l'unica e sola maniera per avere la crescita sia abbattere il debito pubblico.
Una premessa vera non giustifica una conclusione se l'argomentazione non è valida (*1).
Viene affermata l'importanza dello spread e quanto ci costi annualmente il debito pubblico di interessi.
Si afferma anche che, per avere crescita, bisogna partire da finanze sane: ovvero il primo obiettivo del governo sarà continuare a cercare di ridurre il debito.
[Ironicamente anch'io credo che il debito pubblico sia il problema principale dell'Italia ma la mia soluzione sarebbe totalmente diversa: ne scriverò però in un altro intervento.
Poi ci sono molti numeri e tecnicismi sui quali non azzardo ipotesi ma faccio notare una prima contraddizione:
Si afferma che il debito pubblico è il 120% del PIL e, successivamente, che l'obiettivo del governo è ridurlo, a partire dal 2015, fino a portarlo al 60% del PIL.
Questa è l'idea di Monti e, coerentemente, ha imposto una politica fatta di tasse che, lo confermano i dati, ha portato a una grande diminuzione del PIL. Come ho scritto nel corto PIL x Polli una diminuzione del PIL del 3% corrisponde ad aumentare il rapporto debito pubblico/PIL dal 120 al 124%!
In altre parole, come ho già più volte scritto, Monti per tappare un buco ne ha aperto un altro più grosso: se il suo obiettivo è, come dice, ridurre il rapporto fra debito e PIL allora, in tutto questo anno di governo, siamo andati nella direzione sbagliata...]
Questo anno si è raggiunto l'avanzo primario grazie al quale sarà possibile ridurre il debito pubblico. L'avanzo primario si è ottenuto grazie al sacrificio degli italiani che hanno pagato le nuove tasse. Continuando su questa strada sarà possibile ridurre anche le tasse.
[Pure ammettendo di avere realmente un avanzo primario (ovvero la differenza fra entrate e uscite prima del pagamento degli interessi sul debito è positiva) quest'anno, considerato il calo del PIL, le entrate diminuiranno di svariati miliardi di euro il prossimo anno (quando si pagheranno le tasse sul 2012) e allora addio avanzo primario.
Lo ripeto per l'ennesima volta: è l'intera concezione economica di Monti che non funziona e i fatti, per quanto faccia finta di non vederli, lo dimostrano.]
Segue aria fritta su un fisco più “equo” e migliore: frasi vaghe sulle quali non si può dissentire ma che in sostanza non propongono niente di concreto.
Poi c'è una sezione sulla riduzione della spesa dove vengono sbandierati i microscopici successi ottenuti (riduzione auto blu, “ridotte le retribuzioni dei manager pubblici e costosi benefit”) e ci si vanta di un risparmio complessivo di 12 miliardi.
[Peccato che ad esempio, se non erro sui 5 miliardi (ma non ricordo e potrei sbagliarmi), sono stati tolti alla sanità con il risultato che saranno i cittadini a ripagarli di tasca proprio con ticket e quant'altro. In pratica si è ottenuta una riduzione della spesa dello Stato accollandola alle regioni! Insomma un gioco di prestigio mal riuscito: il trucco c'è e si vede]
Usare meglio i fondi europei.
[Sono d'accordo ma perché questo è in programma solo per il prossimo governo? Perché Monti non ha già agito in questa direzione? Risposta: sono chiacchiere.]
Maggiori liberalizzazioni. Elenco (molto vago) di cosa è già stato fatto...
[D'accordo in teoria. Peccato che nella sostanza le liberalizzazioni del governo Monti siano state poco più che cosmetiche.]
Rivitalizzare l'industria in crisi (anche per colpa della congiuntura internazionale). Cose fatte.
[Mi pare evidente che i provvedimenti presi non siano stati assolutamente sufficienti!
Monti sorvola sul fatto che molta colpa è attribuibile al calo dei consumi dovuti alla stretta fiscale su cui si basa la sua politica: se gli italiani non hanno soldi difficilmente le industrie riusciranno a fare grandi vendite. A me sembra evidente, a Monti no.]
Si ventilano altre “liberalizzazioni” nel mercato del lavoro (“decentramento della contrattazione salariale”).
[Sull'argomento ho già scritto tempo fa: in tempi di crisi queste liberalizzazioni vanno a discapito del lavoratore dipendente (cfr. Mea Culpa) perché è la parte più debole. Insomma bisogna essere molto cauti...]
E con questo sono arrivato alla pagina 8 della Montazzata: l'agenda di Monti piena di montazzate...
In realtà, da un punto di vista tecnico, il programma di Monti è costruito in maniera molto migliore di quelli di Renzi e Grillo.
C'è indicata una chiara priorità (riduzione del debito pubblico) e una strategia generale che ruota intorno all'economia (beh, forse più sul debito pubblico e solo in seconda battuta sull'economia reale). Apprezzabile anche il tentativo di scrivere in corsivo i termini stranieri (ad esempio spread).
Detto questo, sfortunatamente, le soluzioni proposte sono sbagliate, inutili e dannose. Sono contro gli italiani, la loro libertà e a favore degli interessi finanziari e industriali internazionali.
La strategia proposta porterà solo a un impoverimento degli italiani, a renderli meno liberi e a proteggere e arricchire i cosiddetti poteri forti dei quali Monti è il burattino.
Se ho voglia andrò avanti nella lettura della Montazzata ma per adesso non voglio annoiare oltre i miei lettori. Soprattutto non voglio annoiarmi (e irritarmi) io...
Nota (*1): la validità di un'argomentazione è un concetto basilare spiegato nel corso “Think again...” (v. Think again). In pratica un'argomentazione è valida quando, se le sue premesse sono vere, la conclusione deve esserlo a sua volta.
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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