Qualche giorno fa (v. Sui forestierismi) ho accennato a una mia ricerca sull'uso dei forestierismi e oggi, senza perdermi in preamboli, spiego subito di cosa si tratta.
Grazie all'archivio di La Stampa (v. Archivio storico) ho potuto rileggermi le prime pagine del quotidiano, nelle date del mio compleanno, per gli anni che vanno dal 1970 al 2005. In realtà non ho riletto l'intera pagina ma solo una selezione (*1) di articoli più tutti i titoli e relativi sottotitoli: così facendo mi sono annotato tutti i forestierismi o presunti tali (*2) incontrati.
Innanzi tutto la mia ricerca non ha valore statistico e non si possono quindi trarre conclusioni definitive: mi sono basato su troppe poche parole e su un solo giornale (*3), La Stampa. Eppure mi pare che sia comunque possibile ricavare almeno delle indicazioni di massima...
Da questo grafico si possono immediatamente osservare delle tendenze: negli anni '70 l'uso dei forestierismi era presente ma sporadico; già negli anni '80 c'è un primo incremento di circa il 67%; è però negli anni '90, specialmente nella seconda metà (*4), che c'è la vera esplosione con un aumento di circa il 116% rispetto alla decade precedente; nei primi anni 2000 c'è invece un calo del 7% ma sono sicuro che si tratti di una perturbazione statistica dovuta alla scarsezza di dati...
Da notare anche l'elevato numero di forestierismi nei titoli rispetto al corpo degli articoli: questo fatto sembrerebbe confermare la teoria che i forestierismi vengano preferiti ai termini italiani per ragioni di spazio (in genere sono più corti).
Per quanto la mia ricerca sia stata superficiale mi ha permesso comunque di intravedere l'evoluzione dello stile giornalistico col passare degli anni.
Negli anni '70 i forestierismi erano sempre scritti in corsivo o racchiusi fra virgolette e inoltre, quando al plurale, venivano declinati (*5).
Esemplare al riguardo la vicenda del termine leader, di gran lunga il forestierismo più usato: nel 1978 è scritto in corsivo e con la desinenza “s” del plurale mentre, nel 1983, è scritto in tondo e senza la “s” anche se inteso al plurale (*6) (ma nel 1986 ritorna in corsivo e con la “s” finale: anno che vai, giornalista che trovi!).
Vicenda analoga per killer: i killers nel 1980 e i killer nel 1990...
Spulciando le mie note è evidente che leader con i suoi composti è il forestierismo più amato seguito da killer e, ad occhio, blitz...
Hit parade, scritta in corsivo anche nell'articolo, l'ho incontrata per la prima volta nel 1985.
Come detto nel 1986 si ritrova, scritto in corsivo e al plurale, leaders: ma è l'ultima volta che accade per un vocabolo inglese; solo nel 1996 si trova un forestierismo, realpolitik, scritto ancora in corsivo. Sorte analoga per il virgolettato: nel 1992 “hard” e “performing artist” poi più niente...
Nel 1988 c'è lo spagnolo Mundial (ma oramai i forestierismi non vengono quasi mai virgolettati o scritti in corsivo) probabilmente sulla scia del mondiale spagnolo del 1982 e del messicano del 1986...
È del 1989 l'unica occorrenza che ho trovato di perestrojka: termine usatissimo in quegli anni ma che, evidentemente, ha subito la stessa sorte del suo ideatore ed è stata prematuramente mandata in pensione...
Sempre nel 1989 ho “beccato” uno sciopero generale che coincide col nefasto ingresso nel nostro vocabolario del termine ticket (rigorosamente in tondo!): se ho ben capito fu allora che la sanità smise di essere completamente gratuita e, per ogni giorno di degenza, venne chiesto al malato un contributo di 10.000 lire (con la promessa però che la qualità del servizio sarebbe migliorata!).
È del 1995 invece la par condicio che, dopo lunga riflessione, ho considerato forestierismo (dopo tutto è equivalente a “pari opportunità” e non c'è motivo di adottare questo latinismo antipatico, inutile e vanitoso quanto il suo ideatore).
Nel 1997 compare invece l'incomprensibile, almeno a chi non ha studiato l'inglese, welfare.
Nel 1999, segno dei tempi, compaiono software e, soprattutto, Internet.
Evoluzione dell'uso dei forestierismi a parte, è stato interessante immergersi nella storia e vederla trasformarsi, anno per anno, in cronaca.
La guerra in Vietnam e la guerra fredda con la sigla URSS che incuteva timore e rispetto. La sfilza di presidenti USA da Nixon a Bush. Il “prima di mani pulite” con le infinite liti fra mini partitini e le loro continue polemiche e intrighi di palazzo per una briciola di potere in più...
La P2, l'ascesa di Berlusconi, piazza Tienanmen, Sarajevo, le Falkland, Mitterand, il terremoto in Friuli: solo fotogrammi scattati a metà maggio tuttavia sufficienti a restituire l'atmosfera del tempo. Mi è piaciuto...
In conclusione consiglio ai miei lettori di sfogliare l'archivio storico di La Stampa e di sforzarsi però di leggere almeno un articolo per anno (credo che i soli titoli diano l'idea del tempo ma non siano sufficienti a farci calare in esso). Secondo me è una bella esperienza: soprattutto se la si fa senza l'assillo di notare e annotarsi ogni possibile forestierismo!
Nota (*1): Inizialmente, per gli anni '70, mi sono limitato a leggere l'articolo più lungo. Col tempo però gli articoli di prima pagina sono diventati sempre più numerosi e, di conseguenza, più corti: per cercare di mantenere più o meno costante il numero di parole, dal 1982, ho iniziato a leggere due articoli per anno e, dal 1996, ben tre...
Nota (*2): Ovviamente nella mia ricerca ho incontrato anche molti casi dubbi, come latinismi o parole di origine estera ma di uso talmente affermato che mi riusciva difficile considerarli forestierismi. Per risolvere il dilemma mi sono basato sulla lista dei forestierismi del forum Cruscate e, per i casi più critici, ho direttamente chiesto consiglio agli esperti linguisti di tale forum con un intervento al quale rimando.
Nota (*3): e quindi su una cerchia limitata di giornalisti probabilmente obbligati a seguire le direttive del direttore, o magari del caporedattore, sull'uso dei forestierismi...
Nota (*4): che sia cambiato il direttore nel 1993 (vedi nota precedente)?!
Nota (*5): ho scoperto poi su Cruscate che questo è lo stile corretto di scriverli.
Nota (*6): solo quando il forestierismo viene percepito come termine italiano diventa indeclinabile.
Ancora sulla sanità (pe' malati c'è la china...)
49 minuti fa
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