Alla luce di quanto appreso grazie al corso in linea di Coursera.org (v. Think Again) posso adesso formalizzare un po' meglio quanto scrissi nel pezzo Come leggere i giornali al quale comunque rimando per i particolari della teoria ivi esposta.
All'epoca mi limitai ad ammonire alla cautela quando si leggono, scrissi genericamente, “idee” che confermano quanto già si pensa perché in questi casi il nostro giudizio non è obiettivo.
Adesso la meccanica delle discussioni mi è più chiara: gli elementi fondamentali sono le argomentazioni che, tramite una o più premesse, portano alle relative conclusioni.
Il pericolo non sta quindi genericamente nelle “idee” ma, più precisamente, nelle conclusioni che condividiamo con troppo entusiasmo: quando leggiamo una conclusione su cui siamo d'accordo tendiamo infatti a tralasciare o comunque a giudicare non obiettivamente le premesse associate, ovvero i ragionamenti/fatti/ipotesi che la giustificano.
Un esempio banale: chi odia Berlusconi e trova scritto sul giornale XXX il titolo “Berlusconi è un idiota” rischia di non andare oltre: rischia cioè di non analizzare con la dovuta attenzione le premesse che, presumibilmente, saranno contenute nell'articolo e che dovrebbero giustificare la conclusione che Berlusconi sia un idiota.
Il fatto è che le sole conclusioni, di per sé, non significano niente se non sono giustificate...
Il rischio è di prendere per vero qualsiasi affermazione che ci piace (perché magari pensiamo già qualcosa di simile o semplicemente perché vogliamo crederci...) senza preoccuparci di stabilire se siamo giustificati o no a farlo.
Questo è un comportamento irrazionale: non ci sono giustificazioni infatti per affidarci ciecamente alla logica altrui.
Chi abitualmente non riflette autonomamente su ciò che legge (o, più in generale, su ciò che gli viene comunicato) rischia di venire manipolato e di costruirsi un bagaglio di false nozioni che lo potrebbero portare a effettuare scelte sbagliate.
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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