Com’è utile “The Framers’ coup”! Davvero mi basta leggerne poche pagine che mi ritrovo pieno di spunti…
Ho appena terminato di leggere il penultimo capitolo dove si riepilogavano i motivi grazie ai quali i federalisti riuscirono a ottenere la ratifica della Costituzione nonostante essa fosse molto meno democratica di quanto la maggioranza dei cittadini americani avrebbe voluto.
Non ho voglia di ripetere tutti i fattori ma mi voglio concentrare solo su due di questi.
Il primo è la maggiore cooperazione e organizzazione dei federalisti rispetto agli anti federalisti.
Gli anti federalisti pensavano in piccolo, alla loro particolare ex colonia, i federalisti invece avevano un piano più globale che considerava le esigenze politiche del processo di ratifica.
I federalisti dove necessario riuscirono ad allungare i tempi e, al contrario, dove era utile riuscirono ad accelerarli.
Ma il punto è: a che cosa è dovuta questa maggiore organizzazione e visione politica d’insieme?
Il libro non lo spiega e la seguente è una mia teoria.
Prima date un’occhiata a questo video: Realistic Conflict Theory: The Psychology of War and Peace dal canale Sprouts
Il video, piacevolissimo come tutti quelli di questo canale, descrive un esperimento psicologico compiuto su un gruppo di ragazzini divisi in due squadre a un campo estivo.
Nella prima parte dell’esperimento le due squadre vennero messo l’una contro l’altra in genere facendole competere per risorse limitate o fatte percepire come tali. Fu facilissimo per gli sperimentatori portare i ragazzini delle due fazioni a odiarsi a morte.
La seconda parte fu però più interessante perché non solo le due squadre smisero di odiarsi ma riuscirono a fare amicizia insieme. Gli elementi fondamentali per ottenere questo risultato furono:
1. farli lavorare insieme per raggiungere un obiettivo comune.
2. l'obiettivo fu raggiunto con successo.
Nella prima parte dell’esperimento l’accento fu messo sulle differenze, nella seconda sulle somiglianze.
Incidentalmente mi viene a mente la teoria di Putnam sull’integrazione di minoranze etniche in una società. Direttamente da chatGPT:
«Il sociologo Robert Putnam ha sviluppato diversi principi per la integrazione di una minoranza in una società, tra cui:
[...]
2. Incontro interculturale: i membri della maggioranza e della minoranza devono avere l'opportunità di incontrarsi e interagire per superare pregiudizi e stereotipi.
[...]»
In particolare io avevo in mente quello che chatGPT ha indicato col punto 2: l’incontrarsi insieme e collaborare a livello paritetico. Vi vedo molte analogie con l’esperimento sui ragazzini.
Ebbene i partecipanti alla stesura della Costituzione a Filadelfia collaborarono insieme per raggiungere un obiettivo comune che poi fu raggiunto (ovvero arrivarono alla stesura del documento finale e alla sua approvazione). Questa collaborazione secondo me gettò le basi della successiva collaborazione dei federalisti fra loro.
Ovviamente alla convenzione di Filadelfia vi furono anche gli sconfitti ma questi furono una minoranza e non raggiunsero il loro obiettivo: quindi non solo erano meno numerosi ma anche meno legati insieme.
L’altro elemento è banale ma stranamente non l’avevo notato.
Gli Articoli non piacevano a nessuno e tutti ne riconoscevano i limiti; anche la Costituzione proposta non piaceva molto. Probabilmente la maggioranza degli americani avrebbe preferito qualcosa di intermedio: ovvero una Costituzione più democratica che però avesse abbastanza potere per imporre scelte comuni su particolari problematiche critiche (emergenze militari, patti commerciali etc.).
Però dovendo scegliere fra il peggio e il meno peggio per cosa avreste optato?
Ridurre la scelta fra due opzioni di cui una molto peggiore dell’altra fu il successo politico dei federalisti che dette loro il massimo vantaggio psicologico.
Anche per questo motivo i federalisti temevano moltissimo una seconda convenzione: erano giustamente convinti che la costituzione che sarebbe stata prodotta sarebbe stata molto più democratica e, per questo, favorita dalla popolazione.
Ne approfitto per ribadire che il sentimento antidemocratico dei padri fondatori era di stampo paternalistico: il loro obiettivo non era fregare la maggioranza della popolazione ma, semplicemente, non la ritenevano in grado di scegliere il meglio per il suo bene.
Conclusione: sono arrivato all’ultimo capitolo: “La carta dei diritti”!
Tassi alcolemici
3 ore fa
Nessun commento:
Posta un commento