Allora intanto inizio a scrivere questo pezzo, poi guardo come mi viene e poi decido se finirlo ed eventualmente pubblicarlo.
Ormai da molti anni sopporto poco o niente i politici italiani. Generalmente li trovo ipocriti, bugiardi, traditori e incapaci. Ogni tanto mi chiedo se particolari figuri “ci sono” o “ci fanno” (vedi i numerosi pezzi al riguardo). In genere arrivo alla conclusione che “ci fanno”, una minoranza invece “ci sono”. In genere è difficile arrivare ai vertici del potere politico se non si hanno delle qualità per quanto squallide (astuzia, cinismo, amoralità, egoismo etc.) ma talvolta un possibile capro espiatorio può fare comodo e allora un reale ottuso può essere messo in un posto di rilievo, ben in vista in alto, proprio come fosse un parafulmine…
Più o meno dall’autunno, forse inverno a cavallo del 2021-2022, ho scoperto che il Capitan Babbeo “c’è” e non “ci fa”. Troppo frequenti sono le sue sviste, i silenzi imbarazzanti, le frasi senza senso, i comportamenti confusi, per essere casuali: non è evidentemente in grado di intendere e di volere, un caso umano che sarebbe semplicemente triste se egli non fosse, almeno in teoria, a capo della nazione più potente della Terra. Ovviamente non è lui che guida la politica statunitense ma la sua squadra di governo, ovvero i papaveri democratici, ovvero le varie lobbi economiche…
Inutile ripetere quanto ho già scritto nel corso dell’ultimo anno: la sua politica è stata disastrosa ma lui neppure se ne rende conto…
Quando lo vedo un po’ mi viene da ridere, un po’ mi fa compassione, un po’ mi viene da piangere. Dentro di me mi capita di chiamarlo semplicemente il “demente”...
Sui politici europei di spicco invece ero emotivamente abbastanza indifferente: c’era solo il Chicchirichi francese che mi è sempre rimasto antipatico a pelle...
Ma, in pratica da marzo, cioè da quando l’Europa si è schierata acriticamente contro la Russia e ha adottato sanzioni autolesionistiche, ecco che improvvisamente è crollato anche il mio modesto rispetto per personaggi che credevo dotati di un minimo di buon senso se non di intelligenza.
Adesso quando li vedo in foto o in tivvù non posso fare a meno di etichettarli come “incapaci”, “bugiardi”, “ipocriti” e, in alcuni casi, “traditori” (*1). In pratica li vedo allo stesso livello dei politici italiani: ma non siamo diventati bravi noi: sono crollati loro!
Eppure c’è una signora che, a seconda del momento, si becca l’epiteto di “tr##” o “pu####”.
Mi chiedevo quindi la ragione di questa mia istintiva disparità di trattamento: non sarò mica divenuto sessista? Nei miei racconti spesso ci gioco: per esempio nel romanzo Strabuccinator ci sono diversi personaggi fortemente maschilisti senza neppure rendersene conto.
Ma personalmente non credo proprio di esserlo: da questo punto di vista mia mamma era molto all’avanguardia sui tempi. Insomma a livello di educazione, anche famigliare compresi nonni e zii, non sono mai stato esposto a esempi, diciamo, patriarcali.
C’è poi da aggiungere che, sebbene per poche settimane, la Triglia Lessa l’avevo equiparata senza esitazione come “incapace” e simili insieme ai suoi colleghi con maggior testosterone.
Ragionandoci mi sono quindi reso conto che la mia disparità di trattamento non riguarda tanto il sesso quanto la mia percezione politica/psicologica del personaggio.
Non lo vedo come un politico che è sceso in campo contro i suoi avversari e poi è stata scelto, non importa quanto inopinatamente, dagli elettori: no, è stata nominato, scelto dall’alto. Anche la solita Triglia Lessa, come pure il Miliardario, non sono stati eletti dai cittadini (e infatti sono i peggiori del mucchio) ma comunque sono stati votati dai propri partiti e dai rispettivi parlamenti. C’è stata una competizione, magari interna, ma c’è stata.
Invece la tizia è stata, come ho detto, scelta dall’alto. Questo comporta che le sue qualità siano diverse da quelle degli altri politici: in lei il potere cercava solamente un fedele servitore. Le sue virtù sono quindi la fedeltà (cieca), l’obbedienza, la capacità di apparire seria e professionale davanti alle telecamere, l’apparenza in genere deve essere accattivante e ispirare fiducia, il sapere mentire guardandoti negli occhi.
E questo è il punto: chi si compra solo per il suo aspetto, che magari abbia la capacità di dire piccole bugie a favore del proprio cliente e che qualunque sua altra qualità interiore sia completamente irrilevante? Esatto: le peripatetiche!
Ecco quindi che il mio epiteto non è sessista ma appropriatamente ben descrittivo del personaggio.
Ripensandoci molte delle caratteristiche della tizia si applicavano anche al Ramarro Gigante.
Le differenze che “salvano” quest’ultimo sono i ripetuti voti di fiducia (che quindi l’accomunano agli omologhi inglesi) e una certa esperienza tecnica necessaria per muoversi autonomamente (al contrario la tizia si limita a eseguire gli ordini: non ha bisogno di pensare né di immaginare).
Pensandoci bene c’è una figura politica maschile che riassuma in sé le stesse caratteristiche della tizia: volendo, sebbene egli faccia molta meno attenzione all’aspetto esteriore, c’è in Italia un anziano presidente, eletto sì ma con un’unica votazione, che per ipocrisia e obbedienza la ricorda molto…
Ecco quindi che, per non sentirmi sessista, fra me e me, da adesso in poi lo chiamerò “put###o” o “tr##o”…
Conclusione: spero che non si capisca di chi abbia scritto: del resto è una mia cosa mentale interna. Normalmente la tizia ha un altro soprannome qui sul mio ghiribizzo. Comunque, nel caso pensiate di aver capito a chi mi riferisco, sappiate che vi state sbagliando!
Nota (*1): manca “ladri”: spesso li chiamo così perché mi sento derubato dall’inflazione da loro causata con l’aumento del costo dell’energia.
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