Come i miei lettori avranno notato sono sempre affascinato dalle coincidenze, dalla serendipità.
Ebbene forse la coincidenza più grande è quella che ha portato alla stesura della mia Epitome.
Proviamo a riepilogarne i vari elementi che hanno contribuito.
1. La decisione di scrivere questo ghiribizzo: come spiego nella mia introduzione l’Epitome nasce come strumento al servizio del ghiribizzo per facilitare il lettore. L’idea era di fornirgli un unico riferimento, con tutte le informazioni utili, invece di farlo perdere in una giungla di collegamenti a vecchi pezzi i quali, a loro volta, ne richiamavano altri.
2. Mio zio Gip: del quale ho imparato il modo di pensare e riflettere, di collegare insieme oscure informazioni, di riapplicarle a realtà completamente diverse: la norma per gli INTP e mio zio di sicuro lo era. In verità quando era ancora in vita mi sono limitato ad ammirare questa sua capacità ma mi mancava (e mi manca!) la preparazione culturale per imitarla.
3. L’eredità di mio zio Gip: fondamentali a risvegliare il mio spirito investigativo, la volontà di chiarirmi delle problematiche sempre più complesse ed essenziali, sono stati i libri che mi ha lasciato. Se voglio leggere un classico spesso l’ho già disponibile nella mia libreria (poi magari non lo trovo e lo ricompro ma questo è un altro discorso!) oppure mi basta aprirne uno a caso e vi imparo sempre qualcosa di utile.
4. La memoria: leggere libri sarebbe inutile senza ricordarsene il contenuto. Da questo punto di vista ritorna in gioco il punto 1: in molti pezzi cerco di spiegare con parole mie i concetti che più mi colpiscono di quanto leggo: questo mi aiuta a cementarli nella memoria.
5. Anki: ma la mia memoria non sarebbe stata comunque all’altezza del compito se non avessi scoperto e usato quotidianamente il programma Anki. Di natura ho buona memoria ma, come fosse un muscolo, se non la si esercita essa tende a perdere forza, cioè precisione e prontezza.
6. Collegare tutto insieme: di nuovo è fondamentale la memoria per avere a disposizione i dati da potenzialmente collegare insieme, ma occorre anche l’intuizione e la fantasia per farlo. Questo dipende da come è costruita la nostra mente. Agli INTP viene naturale.
7. La pertinacia: la prima versione dell’Epitome è della fine del 2016. In pratica sono sei anni che ci lavoro: se mi fossi fermato alla prima versione (appena 80 pagine invece delle oltre 450 attuali) sarebbe stata un’opera con qualche spunto interessante ma niente di più. Ma la voglia di perfezionarla non mi ha mai lasciato: non so quanto questa determinazione sia comune ma vedo che nella storia sono relativamente frequenti i casi di autori che per gran parte della loro vita hanno costantemente continuato a sviluppare o ritoccare una propria opera.
8. L’indipendenza di pensiero: non avrei potuto scrivere quasi niente dell’Epitome se mi fossi dovuto preoccupare di ciò che ne avrebbero pensato gli “altri”. Non è che il pensiero altrui non mi interessi (anzi!) ma non mi faccio condizionare da esso. Per esempio non prendendo mai per buono quanto mi viene detto (*1). In parte questo tipo di apertura mentale è tipico degli INTP ma io credo di essere un caso estremo anche all’interno di tale gruppo.
Senza anche solo uno di questi fattori l’Epitome non sarebbe potuta nascere o, comunque, sarebbe stato qualcosa di molto più semplice ed elaborato della versione attuale: sarebbe stata una frittata invece che una torta!
Proviamo quindi a stimare quanto fosse probabile la nascita dell’Epitome considerando i vari fattori come indipendenti fra loro (ipotesi errata in realtà perché tutti essi dipendono dall'elemento comune "KGB", ma vedrò di mitigare il problema stimando sempre ampiamente per eccesso).
1. Qual è la probabilità che io mi mettessi a scrivere un ghiribizzo. Fra le mie poche conoscenze molti ne hanno iniziato uno ma pochi hanno perseverato come ho fatto io. Diciamo quindi 1% probabilmente molto per eccesso.
2. Lo zio Gip: farò finta che, più o meno corrisponda alla probabilità di nascere INTP. Secondo Google, per gli uomini, è il 5%. Ovviamente mi sto divertendo a fare una grossa approssimazione: non considero la probabilità che mio zio fosse maschio e non femmina; oppure che fossi ragionevolmente vicino a lui da esserne influenzato etc. per una miriade di altri fattori imponderabili.
3. Appunto. Che probabilità metto qui: vediamo se trovo la probabilità per un uomo di non avere figli in Italia. Ho trovato dei dati di un vecchio articolo (2017) del Corriere e che mi riaggiusto a “occhio” considerando la sua età. Mi viene il 10%: mi sembra comunque tanto ma i dati sono questi…
4. La mia memoria: bo direi che è molto più buona della media ma non eccezionale (mio zio l’aveva di gran lunga superiore). Comunque credo di rientrare nell’1% migliore.
5. Anki. Questa probabilità è difficilissima da stimare e credo sia corretto equipararla alla probabilità di volere rafforzare la propria memoria (se lo vuoi e cerchi su Google di sicuro ti compare anche il collegamento ad Anki). Perché avevo questa volontà, anzi direi quasi ossessione?
Qui abbiamo tutta una serie di coincidenze che mi portarono a far uso per anni di un farmaco, il Surmontil, che mi distrusse la memoria: quando smisi di prenderlo e me ne resi conto iniziò la mia ossessione per cercare di recuperare quanto perso. Qui le catene di coincidenze sono talmente tante e così assurde… diciamo 1% ma vado per eccesso: secondo me una stima più corretta sarebbe maggiormente prossima allo 0,01%!
6. La probabilità che io sia INTP: 5%.
7. La pertinacia: bo, non ho idea di quanto la mia sia comune. Diciamo 20%? Pensavo 10% ma volendo approssimare per eccesso…
8. Di nuovo la probabilità di essere INTP: non la voglio considerare due volte e quindi stimo solo la probabilità di essere particolarmente intellettualmente indipendente: 25%.
Vediamo cosa viene fuori a moltiplicare insieme queste probabilità per eccesso:
1% * 5% * 10% * 1% * 1% * 5% * 20% * 25% =
...se ho fatto bene i conti, a: 75*10^(-13) cioè 0,0000000000075 ovvero 0,00000000075%
Al netto delle mie approssimazioni grossolane e più o meno verosimili direi che l’Epitome non avrebbe dovuto nascere: le coincidenze che hanno portato alla sua creazione sono troppo improbabili!
Che cosa se ne deve concludere?
Da un punto di vista puramente logico, al quale consiglio il lettore di attenersi, assolutamente niente.
Io, KGB, nel mio piccolo vi vedo invece la mano del destino. Inevitabilmente, non so come né quando (probabilmente, per farmi rabbia, dopo la mia morte!), ma sento che prima o poi la mia opera riuscirà ad avere la diffusione che merita. Non so: probabilmente è solo una mia illusione che mi aiuta a continuare a lavorarci nonostante la quasi totale mancanza di incoraggiamenti, però vi credo e alla fine questo è ciò che conta.
Conclusione: mi chiedo se mi sia scordato qualche fattore che abbia contribuito in maniera decisiva alla stesura dell’Epitome. È possibile: ma non cambierebbe l’essenza della sua improbabilità e, anzi, l’incrementerebbe...
Nota (*1): altrove ho scritto che questo mi succedeva anche alle lezioni universitarie dove rimanevo scettico anche dell’insegnamento dei miei professori e che un giorno, a un esame, uno di essi se ne accorse e si “irritò” molto con me!
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