La libertà, specialmente in Rete, è stata sempre un mio pallino.
Il primo pezzo in cui ne ho scritto è probabilmente Web-Tax (non facile da trovare perché privo sia del marcatore “web” che “censura”, oltre che di quello “tassa”!) del novembre 2010. Mi concentro su un provvedimento specifico ma alcuni spunti hanno valenza più generale.
Più o meno il mese dopo, nel dicembre del 2010, scrissi Nuovo attacco alla libertà: il succo è che con ragioni speciose si limita la libertà d’espressione e la popolazione non se ne rende conto. C’è poi da aggiungere che all’epoca lo ritenevo un fenomeno prettamente italiano (oltre che cinese e/o iraniano). Come la storia ci ha insegnato non è così: anni dopo, probabilmente per scavalcare difficoltà di legittimità in vari stati europei (non di certo l’Italia) fu l’UE (v. Censura europea) a prendere l’iniziativa. Di sicuro ne ho scritto ma voglio concentrarmi invece su un altro pezzo.
Nel marzo del 2011 scrissi il pezzo Accertamento inutile dove riflettevo sulla totale assurdità e inutilità di dare al fisco la possibilità di usare i dati “recuperati” su FB. Una totale follia.
Ma più interessanti sono due considerazioni un po’ più generali.
La prima:
«Prima “perplessità”: che cavolo di “accertamenti” è possibile fare su Facebook? Su Facebook se non si è “amici” non si riesce a vedere praticamente niente di una persona: data di nascita, città di residenza, a volte il sesso e poco altro...
Forse Facebook stesso garantirebbe all'agenzia delle entrate una specie di passepartout per entrare, non visti, in tutti i profili come se fosse un “amico”?»
Per il momento la lascio così, poi ci ritornerò sopra…
La seconda:
«Le nostre autorità sono ben consce della totale inutilità dell'usare Facebook per fare accertamenti fiscali. Quello che in realtà vogliono ottenere è un database che schedi i gusti e le idee di tutti gli italiani. Ovviamente l'accesso e l'utilizzo di questi dati, raccolti per fini ben diversi da quelli indicati, sarebbe poi utilizzato solo dalla polizia dopo la specifica autorizzazione di un tribunale. Ma sappiamo tutti come è l'Italia: basta che un potente faccia una telefonata alla persona giusta e, in barba a regole, leggi e leggine, i dati cercati sarebbero prontamente spediti al richiedente... Se poi la notizia che questi dati vengono usati e conservati per altri motivi “non fiscali” dovesse divenire pubblica, le autorità saranno pronte ad agitare lo spauracchio della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Io immagino un uso semi-inoffensivo di queste informazioni: tipo pubblicità politica pre elettorale, mirata in base ai “mi piace” questo o quel politico/partito. Però, senza troppa fantasia, è facile pensarne un uso, anzi un abuso, ben più pericoloso...»
In qualche altro pezzo, non ricordo quale e non ho voglio di continuare a cercare, riportai una frase di Napoleone (*1) ovvero che con le baionette si può fare tutto tranne che dormirci sopra. Probabilmente la parafrasai con qualcosa di questo genere: qualsiasi strumento che permette in teoria degli abusi prima o poi verrà usato per realizzarli. Ovvero le possibilità di censura e manipolazione permesse dalla Rete prima o poi verranno usate non per proteggere il cittadino da presunti rischi (all’epoca criminali e/o terroristici, oggi va invece di moda la lotta alle bufala che, ovviamente, permette possibilità di intervento più ampie e arbitrarie) ma contro di esso.
Nel pezzo citato mi riferivo alla realtà italiana, immaginavo che il potente che influenza a proprio uso e consumo istituzioni statali non fosse pensabile all’estero. Gli eventi degli ultimi mesi hanno però dimostrato che la degenerazione delle democrazie occidentale è ormai completa e pervasiva. Insomma anche all’estero questo fenomeno di abuso era prevedibile.
Ebbene proprio oggi ho ascoltato (stavo scrivendo il pezzo Tipologie sociali!) questo video su YouTube: Oh NO! This is BIGGER than the Snowden leaks, much bigger | Redacted with Natali and Clayton Morris dal canale Redacted
Succo: secondo un’ inchiesta giornalistica (che mi pare affidabile: ne sapremo di più nei prossimi giorni) FB e Twitter hanno messo a disposizione delle “autorità” uno speciale accesso alle loro piattaforme che permetteva ai funzionari di vari istituzioni statunitensi di accedervi in maniera privilegiata e di censurare a proprio piacimento cinguettii e pubblicazioni degli utenti.
Inizialmente tutto era nato a inizio degli anni 2000, sotto l’amministrazione Bush per proteggere gli USA dai terroristi che avrebbero potuto usare tali strumenti informatici per comunicare fra loro.
È noto poi che le primavere arabe del 2010 e dintorni furono orchestrate dagli USA sfruttando pesantemente le possibilità date dalle reti sociali. Ovvero questi strumenti non erano più solo monitorati per scoprirvi eventuali attività illegali ma erano anche usati dalle autorità americane per influenzare la società e la politica di altri paesi.
Ebbene, come avevo previsto nel 2010, nel 2020 la possibilità che questi strumenti venissero abusati contro gli stessi cittadini statunitensi si è realizzata.
Secondo l’inchiesta giornalistica (vedremo quanto affidabile e, per esempio, se Musk confermerà il ruolo avuto da Twitter) le elezioni presidenziali del 2020 sono state manipolate censurando, con la scusa della lotta alla disinformazione, i repubblicani e favorendo invece i democratici: la vittoria striminzita di Biden ne è stato il risultato.
Cosa stia poi oggi combinando l’amministrazione di Capitan Babbeo, totalmente al servizio delle lobbi dei farmaci e, peggio ancora, di quelle delle armi, lo stiamo vedendo in questi mesi.
Un’amministrazione non solo contro gli alleati europei ma contro gli stessi cittadini statunitensi.
La regola generale dovrebbe essere che strumenti che potenzialmente potrebbero venire abusati dovrebbero direttamente essere vietati perché prima o poi qualcuno ne abuserà. Insomma una norma di prudenza: non aspettiamo il danno ma preveniamolo.
La novità della Rete con le sue continue innovazioni reca in sé il pericolo di ritenere legittimo tutto quanto sia tecnicamente possibile non pensando, o più probabilmente ignorando volutamente, i possibili rischi soprattutto sotto forma di abusi da parte delle autorità.
Conclusione: depressione...
Nota (*1): che all’epoca attribuivo erroneamente al Bismarck che, magari, l’aveva ripresa proprio dall’imperatore francese...
alla prima stazione
1 ora fa
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