[E] Attenzione! Per la comprensione di questo pezzo è necessaria la lettura della mia Epitome (V. 1.7.1 "Sherlochulhu").
Come mi pare di aver già scritto sto leggendo un libro bellissimo: “The framers’ coup” di Michael J. Klarman.
La parte iniziale, sebbene in forma molto più approfondita, grossomodo ripeteva quanto già spiegato dalla professoressa Freeman.
Adesso invece sta affrontando una problematica di cui la professoressa aveva appena accennato qualche parola ma che a me pare molto importante: soprattutto perché è un fenomeno che si è ripetuto più volte nel corso della storia ed è quindi particolarmente istruttivo.
Durante la lunga guerra d’indipendenza contro l’Inghilterra la confederazione delle ex colonie aveva continui problemi a reperire i fondi necessari a mantenere il proprio esercito.
Il Congresso Continentale infatti non poteva imporre tasse proprie e, prevedibilmente, i contributi dei singoli stati erano decisamente erratici: in genere pagavano volentieri solo quelli direttamente minacciati dall’esercito inglese.
La soluzione trovata fu quella di emettere delle obbligazioni che fornivano interessi annui in maniera da reperire contanti sul mercato. Addirittura molti soldati furono pagati proprio con questo tipo di obbligazioni.
Alla fine della guerra, complice l’embargo inglese, gli USA antrarono in una crisi economica dovuta anche a scarsità di moneta circolante. Molti agricoltori contrassero debiti e, contemporaneamente, per pagare le obbligazioni emesse durante la guerra i singoli stati dovettero alzare le tasse che all’epoca erano o sulle teste o sulle terre. Ovviamente i più poveri che si erano indebitati si trovarono in grosse difficoltà e chiedevano misure di sostegno da parte dei rispettivi stati (molti che non riuscivano a pagare le tasse perdevano la loro terra che, messa all’asta, data la scarsità di denaro, veniva venduta per una frazione del suo valore) come poter pagare le tasse in natura, oppure poter ritardare il rimborso di eventuali debiti e simili.
Una misura percepita in maniera ambivalente era il denaro cartaceo, all’epoca visto con sospetto: alcuni lo volevano perché avrebbe riavviato l’economia ma altri lo temevano perché ne reputavano il valore nominale inferiore a quello reale e ritenevano che fosse inevitabile che si svalutasse (*1).
Chi aveva più soldi, ovvero pochi ricchi speculatori, si misero poi a fare incetta delle obbligazioni con cui gli ex soldati erano stati pagati comprandole a una frazione del prezzo originale.
Qualche dato interessante per dare l’idea dell’ampiezza del fenomeno: il 90% del totale delle obbligazioni alla fine cadde nelle mani degli speculatori; nel Rhode Island 16 persone detenevano oltre la metà delle obbligazioni di taglio maggiore; in Massachussets 35 persone avevano il 40% del debito statale; in Pennsylvania 12 investitori avevano circa il 70% del debito.
All’epoca si discuteva quanto fosse giusto tassare tutti (e come detto spesso riducendo sul lastrico intere famiglie: che per questo spesso facevano fagotto e si trasferivano a “ovest” ovvero, all’epoca, oltre i monti Appalachi) per il beneficio di così poche persone (*2).
Oltretutto queste obbligazioni davano anche dei dividendi annuali quindi per gli speculatori che li avevano comprati a una frazione del valore nominale si trattava di un doppio vantaggio.
Si arrivò quindi in una situazione in cui la maggior parte delle persone volevano che i rispettivi stati intervenissero in qualche maniera per arginare il problema. Ovviamente i pochi ricchi detentori del debito si opponevano: dicevano che erano gli agricoltori troppo pigri, che lavoravano solo due giorni la settimana, a non volere, e non a non potere, pagare le tasse! Insomma volevano il rimborso completo delle obbligazioni e i pagamenti regolari degli interessi...
Ancora non so come andrà a finire questa situazione (anche se lo immagino…) però le similitudini con il mondo attuale sono evidenti.
Partiamo da qualcosa che forse non molti sanno: lo sapete come hanno fatto fortuna molti dei super ricchi russi? Quando l’URSS si dissolse per le varie aziende di stato vennero create delle azioni che poi furono equamente suddivise fra la popolazione. Ma all’epoca la gente, soprattutto i più anziani, non sapeva cosa farci di quei pezzi di carta: ecco quindi che gli speculatori ebbero gioco facile a comprare queste azioni a una frazione del loro valore e a impossessarsi così delle ex-aziende statali più remunerative come quelle petrolifere. La similitudine con gli speculatori americani che comprarono le obbligazioni dei reduci mi pare lampante.
Oppure in Italia negli anni ‘80 con il “divorzio” fra Tesoro e Banca d’Italia lo Stato dovette iniziare a finanziarsi sul mercato (invece di stamparsi direttamente la moneta che serviva) ovvero con obbligazioni. Perché si dice (per esempio in [E] 16.2) che vi fu un travaso di ricchezza dalla popolazione ai più ricchi? Perché solo i più ricchi potevano permettersi di comprare le obbligazioni statali (soprattutto quelle più remunerative di grande taglio) ma gli alti interessi erano pagati con le tasse di tutti (e inoltre spostare la spesa pubblica dai servizi al pagamento degli interessi si traduce in mancati guadagni per molti lavoratori che dipendevano da tale spesa).
In altre parole la “legge generale” è questa: il debito di un paese è posseduto da pochi, dai più ricchi, ma viene pagato da tutti. In altre parole trasferisce la ricchezza da molti a pochi e contribuisce quindi a creare diseguaglianza economica.
Perché la Grecia è stata ammazzata di tasse e ha dovuto distruggere il proprio stato sociale per poter accedere a prestiti usati poi (sostanzialmente) per pagare gli interessi e rimborsare le obbligazioni detenute dai grandi gruppi finanziari francesi e tedeschi?
Perché il meccanismo è sempre il solito: i poveri, la gente comune nel caso greco, viene spremuta per pagare i ricchi (in questo caso gli istituti di credito esteri).
La realtà è che quando uno stato non paga le obbligazioni che ha emesso non è che crolla il mondo (*3) ma semplicemente delle persone molto ricche ci rimettono tanti soldi. Ecco allora che si preferisce impoverire chi è già povero.
Questo è uno dei motivi per cui, nella mia Epitome, ho definito la finanza come il particolare mezzo che nell’epoca moderna viene usato dai parapoteri ([E] 4.1) per divenire più forti (più ricchi) a scapito della democratastenia ([E] 4.3). Essendo solo un mezzo i dettagli, spesso tecnici e difficilmente comprensibili, non sono particolarmente interessanti: contano piuttosto le interazioni fra gruppi definite dalle mie leggi del potere ([E] 5) che sono invece valide per qualsiasi società di qualsiasi epoca.
Conclusione: davvero un bel libro molto approfondito: oltre 800 pagine scritte in piccolo!
Nota (*1): se non erro (ma forse potrei ricordare male) già durante la guerra erano state emesse delle banconote e queste, in effetti, si erano svalutate: ma la condizione di guerra non è certo la normalità! Comunque questa esperienza potrebbe spiegare la “fobia” verso la moneta cartacea...
Nota (*2): adesso invece su problematiche di questo tipo si preferisce tacere: si fa finta che sia normale e si dà per scontato che sia giusto e inevitabile...
Nota (*3): vabbè, qui ho voluto semplificare per evidenziare l’ingiustizia sociale alla base del fenomeno: è ovvio che ci possono essere altre ripercussioni: principalmente la difficoltà a farsi prestare ulteriore denaro! Ma se lo stato ha un avanzo primario (come l’Italia) non sarebbe un problema…
Il post sentenza
5 ore fa
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