Ieri sera avevo iniziato a scrivere un pezzo di congedo da Hobbes (ho finito il noiosissimo “Leviatano”) ma ero troppo stanco avendo passato la notte in bianco e così ho lasciato perdere.
Stamani va marginalmente meglio avendo dormito qualche ora ma non me la sento di scrivere pezzi impegnativi. L’idea è quindi di divagare un po’ scrivendo semplicemente ciò che mi passa per la mente…
La nazionale di Mancini! Quali sono le mie previsioni per l’europeo?
Siccome imparo dai miei errori non li ripeterò ma, magari, vale la pena di evidenziare i pericoli a cui si espone chi cercasse di rispondere alla domanda precedente.
Prima di tutto bisognerebbe sapere quale sia la reale forza della nazionale italiana: nonostante l’entusiasmo dei media le amichevoli (e non) giocate in questi ultimi anni non mi sembrano assolutamente significative. La mia sensazione è quindi quella che si sopravvaluti la forza reale della squadra.
Anche analizzando il valore dei singoli giocatori si arriva a risultati simili. Quali sono i giocatori significativamente più forti della media?
Chiesa, Barella, Zaniolo (se non fosse infortunato), Donnarumma forse (ma non ne sono sicuro), Chiellini (se avesse qualche anno di meno) e poi? Soprattutto ci manca l’attaccante che segna: e senza gol non si vincono le partite.
Quindi anche a livello di uomini l’Italia mi sembra sotto la media rispetto agli anni passati.
Ma se dell’Italia, bene o male, riesco a farmi un’idea molto approssimativa della sua forza lo stesso non vale per le altre squadre che parteciperanno al torneo.
È inutile, per arrivare a una previsione attendibile, avere un’idea (anche accurata) del livello dell’Italia se non si sa niente delle altre squadre.
Riconoscere di non avere informazioni/conoscenze sufficienti ci dovrebbe suggerire che non è il caso di azzardarci in previsioni che sarebbero essenzialmente casuali.
Quindi supponendo che la forza delle avversarie sia più o meno la stessa mi limito a ipotizzare che l’Italia supererà a fatica la fase a gironi ma che già dal primo scontro a eliminazione diretta sarà in forte pericolo. Poi, si sa, molto dipenderà dall’avversario ma nella singola partita può succedere tutto e si potrebbe quindi anche passare il turno con un po’ di fortuna. Al turno successivo usciremo quasi sicuramente: in parte perché incontreremmo un avversario forte e in parte perché avremmo già sfruttato la nostra dose di fortuna al turno precedente! Poi ci potrebbe comunque capitare l’iperfortuna (come all’europeo con Prandelli; ripagata poi, sotto la guida di Ventura, con la sfortunata mancata qualificazione contro la Svezia) ma questa è semplicemente impossibile da prevedere...
Questi concetti non sono nuovi e li avevo già espressi in precedenza (non avevo voglia di cercarli!) ma credo giovi averli ripetuti.
Cambiando completamente argomento seguo da qualche giorno il sito Ferruccio Gianola Otium: il suo autore mi lasciò un commento a inizio maggio e, incuriosito, sono andato a vedere cosa scrive.
In realtà mi pare che il suo stile ricordi molto il mio: non so se sia un caso ma, se ho ben capito, anche lui proviene dal mondo dell’informatica. Affronta argomenti vari, anche personali, e propone riflessioni su i soggetti più diversi…
Però abbiamo anche una differenza sostanziale: lui cerca di attirare nuovi lettori, io scrivo per me e la volontà di piacere agli altri è assolutamente secondaria.
I suoi articoli sono quindi agili, mai prolissi, scorrono bene e non si perdono nei dettagli che invece appassionano me. Inoltre ha tutta una serie di articoli in cui dà suggerimenti, mi pare plausibili, su come aumentare la visibilità del proprio sito e, ovviamente, lui per primo li segue. Per esempio risponde educatamente a tutti i commenti (io lo faccio solo se ho qualcosa da aggiungere). Oppure ogni pezzo è allietato da un’immagine (spesso molto carina)…
In realtà il pezzo che ha scritto oggi La nuova religione buonista è un po’ diverso dal suo solito.
In parte, forse anche a causa della complessità dell’argomento, mi pare usi un linguaggio meno perspicuo del solito. Inoltre in genere è particolarmente equilibrato per evitare, immagino, di scontentare i lettori che potrebbero pensarla diversamente, mentre in questo pezzo si esprime abbastanza apertamente contro un “buonismo” che, mi pare, non condivida.
Però, siccome in parte mi assomiglia, mi pare di intuirne il filo conduttore. Nell’articolo precedente (Del perché non parlo di politica) aveva spiegato che lui non scriveva di politica ma che comunque le sue idee emergevano attraverso altri pezzi: ecco mi pare che nell’articolo odierno abbia voluto dare una dimostrazione pratica della sua precedente affermazione e, forse, proprio per questo si sia esposto un po’ più del solito…
Vabbè: l’idea iniziale era commentare qualche suo pezzo confrontandolo col mio punto di vista per evidenziarne le differenze ma ormai ho già scritto abbastanza e non mi va di dilungarmi ulteriormente: come detto sto dormendo malissimo e anche la mia voglia di complessità ne risente…
Conclusione: nessuna… buona notte…
alla prima stazione
1 ora fa
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