A forza di trattenermi dallo scrivere di politica me ne è andata pure via la voglia!
In effetti ogni giorno mi viene da pensare che di novità non ce ne sono abbastanza e che tanto vale aspettare gli sviluppi del giorno dopo…
Giorni fa avevo scritto senza poi terminare il pezzo per la pubblicazione:
«Contrariamente a quanto prevedevo (pensavo che la formazione del governo sarebbe stata mandata per le lunghe in maniera da poter giustificare un governicchio del presidente) sembra che PD e M5S abbiano trovato l’accordo per un Conte bis.
Vedremo i nomi e a chi vanno i ministeri chiave ma è evidente che, dal mio punto di vista, non mi aspetto niente di buono: da una parte il PD, un partito tradizionale ultra-sistemico, dall’altra il M5S, un populismo apparente a sua volta sistemico. Da queste premesse non c’è che da aspettarsi un governo che continui a lavorare contro gli italiani e l’Italia come da tradizione PD.
Ricordatevi poi che in questo momento l’unica chiave su cui valutare l’attività del governo è quella economica: il PD ha finora fatto il contrario di quello che avrebbe dovuto fare per il bene dell’Italia, gli ultimi 10 e passa anni di difficoltà e impoverimento lo dimostrano. Non so quali siano le idee del M5S sull’economia: immagino che nella sua vaghezza si accontenterà di andare al rimorchio del PD (ovvero di Bruxelles) con tutto ciò che ne consegue…
Ho ascoltato il discorso di Di Maio dopo l’incontro odierno col presidente. A parte le chiacchiere di circostanza sono stato attento a possibili accenni che potrebbero poi giustificare una rottura: non ne ho trovati. La possibilità di una spaccatura nel M5S sembra quindi fortemente ridimensionarsi: non sparisce del tutto perché, come ho scritto in passato, Di Maio avrebbe in teoria bisogno di un buon pretesto per agire.
Una buona ragione potrebbe essere una bocciatura dell’alleanza col PD sulla piattaforma Rousseau: onestamente la ritengo improbabile, da informatico so poi bene che tale risultato è totalmente inaffidabile: in pratica Casaleggio può far votare e poi decidere lui il risultato: non c’è alcun controllo di cui io sia a conoscenza che glielo impedisca. Quindi se Casaleggio vuole l’alleanza col PD allora sarà sicuramente questo il risultato confermato dalla votazione su Rousseau…
Un altro motivo potrebbe essere un impuntamento su una qualche legge, magari quella più critica, cioè quella economica: ma anche questo mi sembra improbabile.
Bisogna poi vedere come si comporteranno i parlamentari del PD e del M5S in caso di accordo: qualcuno ha già annunciato di non starci. Di sicuro la base del M5S è divisa e questo potrebbe avere un suo peso. La Lega poi, anche senza la collaborazione di Di Maio potrebbe erodere un po’ di deputati al M5S, soprattutto quando inizierà a venire smantellato quanto fatto finora…
Paradossalmente se molti senatori del M5S e del PD dovessero defezionare il governo potrebbe essere salvato da qualche parlamentare di Forza Italia preoccupato di perdere la poltrona: sarebbe buffo, male per l’Italia ma buffo…»
E in effetti mi pare che quanto avevo scritto resti tuttora valido.
Da quel che ho capito i ministeri chiavi se li prenderà tutti il PD mentre il ruolo di Di Maio sarà fortemente ridimensionato.
Su FB sono in contatto con attivisti del M5S: i “fedeli” seguono il verbo di Grillo ed esaltano Conte elevandolo a “gigante”, “statista” e simili ma mi pare evidente dai commenti che i sostenitori “normali” sono come minimo perplessi e molti scontenti.
Un mio amico, che definirei di sinistra non piddina, ha condiviso su FB un articolo molto interessante: Nessuno ha il coraggio di dirlo ma il vero scontro è tra Grillo e Di Maio, e lo sta vincendo il fondatore da www.Open.OnLine
L’articolo descrive nei dettagli una spaccatura, una lotta interna nel M5S, fra Grillo e Di Maio.
Ovviamente non viene usata la mia terminologia (quella definita nell’Epitome sui vari tipi di populismi) ma conferma a pieno la mia teoria sull’esistenza di un M5S/Grillo-Casaleggio e un M5S/Di Maio. Chiaro che essendo una spaccatura “segreta” non è possibile conoscere senza soffiate dall’interno, quale sia il rapporto di forza (numero di parlamentari) fra i due.
Io credo che i fedeli di Grillo siano la stragrande maggioranza: dopo tutto l’unica reale condizione per essere selezionati come candidati era quella di un’attestazione di incondizionata fedeltà (*1).
Non so, ipotizzo che Di Maio possa contare su una dozzina, massimo venti parlamentari: pochi ma non pochissimi. Evidentemente poi, dopo un abboccamento andato male, qualche parlamentare fedele a Grillo deve aver avvertito il barbuto fondatore del movimento che Di Maio tramava qualcosa: ecco quindi il recente regolamento dei conti riportato dall’articolo…
Può quindi darsi, a maggior ragione, che Di Maio non abbia i numeri per impedire comunque la nascita del governo. Come spiegato dovrà aspettare di avere una buona scusa per rompere col M5S: come la votazione in linea (ma, sebbene l’articolo associ Casaleggio a Di Maio, io continuo a pensare che questi sia dalla parte di Grillo e, quindi, indipendentemente dai voti della base il risultato sarebbe comunque scontato) o, più probabilmente, una qualche legge od operazione del governo.
La legge più critica sarebbe quella di bilancio (la finanziaria) ma farla saltare sarebbe un po’ darsi la zappa sui piedi dato che scatterebbe l’aumento dell’IVA con conseguente “cattiva pubblicità”.
Insomma, tutto sommato credo che Di Maio farebbe bene a rompere subito anche se poi il governo PD-M5S avesse comunque i numeri per partire (magari con qualche aiuto da Forza Italia).
Non credo sia un caso la recente “chiusura” di Salvini a Forza Italia e le parole sempre favorevoli a Di Maio (io vi vedo, già da maggio 2018, una benefica possibile alleanza elettorale che toglierebbe voti al M5S e sposterebbe la Lega un po' più a sinistra) dell’archegete della Lega: ma, mentre dell’astuzia di Salvini non ho dubbi, non so se Di Maio abbia il coraggio di cogliere il momento e di venire allo scoperto…
Alcune considerazioni indipendenti.
1. Il calo della Lega nei sondaggi è il fisiologico risultato dell’uscita dal governo: paradossalmente sarebbe proprio questo il momento in cui la Lega è più debole. Se il governo PD-M5S procederà come mi immagino allora, già in primavera, la Lega potrebbe aver recuperato con gli interessi il terreno perso…
2. Più voci suggeriscono che il governo M5S-PD abbia intenzione di fare una finanziaria in deficit (si parla del 4%) con, “sorpresa”, il beneplacito della UE che, in caso contrario, temerebbe un aumento dei consensi della Lega. Se così fosse non sarebbe male e mi piace considerarlo un effetto della “buona” opposizione: quella che si ottiene con la critica costruttiva e che spinge il governo a fare meglio di quanto farebbe se lasciato a se stesso.
In realtà la mia fiducia in questa UE è praticamente nulla: sospetto che il permesso di sforare col deficit sarebbe dato solo in cambio di onerosi accordi capestro (vedi MES e simili) MOLTO sfavorevoli all’Italia ma firmati come “eccezionali” da Conte & C.
Conclusione: domani sarà una giornata interessante. L’articolo di Open.OnLine mi ha però un po’ più convinto che la rottura fra Di Maio e Grillo-Casaleggio sia ormai quasi inevitabile.
La logica politica è che avvenga subito, prima della nascita del governo anche se poi non ci fossero i numeri per evitarne la formazione, in maniera da poter poi capitalizzare consenso mostrando ed evidenziando le porcherie che sicuramente verranno combinate. In questa maniera Di Maio non si comprometterebbe e acquisterebbe credibilità che si tradurrebbe poi in consenso elettorale alle elezioni che, molto probabilmente, sarebbero in primavera.
L’alternativa sarebbe aspettare un’opportunità dopo la formazione del governo: ma, almeno che non si trattasse di qualcosa di macroscopico, sarebbe scomodo togliersi l’etichetta di “traditore”. Molto meglio quindi rompere subito gli indugi…
A questo punto il mio dubbio è se Di Maio abbia il coraggio politico necessario per intraprendere questo passaggio.
La prossima settimana (dalla votazione su Rousseau non mi aspetto sorprese) sarà in questo senso decisiva...
Nota (*1): ricordo che rimasi disgustato da tanto “leccaculismo” quando nel 2018 detti un’occhiata ai video di presentazione di alcuni aspiranti candidati...
lunedì 2 settembre 2019
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