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lunedì 18 marzo 2019

Varie marziane

Sto accumulando troppe cose da scrivere: proverò a smaltirne un po’ adesso, tutte insieme, velocemente (*1)…

Allora, in ordine sparso: già da giovedì sono tornato sull’Epitome. Avevo scritto che avrei dedicato l’intera settimana alle RN ma poi ho pensato che è meglio dedicarmi a ciò che mi ispira di più: lavoro meglio e con meno fatica.
Ho così iniziato a rivedere il capitolo sulla scienza: ho ricontrollato cosa avevo già scritto, quello che mi ero ripromesso di scrivere e il materiale letto su Scienza è democrazia di Maria Luisa Villa.
Alla fine ho deciso che non riscriverò da zero il capitolo: mi sono reso conto che, come spesso mi accade, tutto ciò che avevo scritto sulla scienza era sostanzialmente corretto (*2); ovviamente farò molte aggiunte qua e là ma sarebbe stata una fatica inutile rivoluzionare tutto. Il grosso del materiale l’ho aggiunto oggi nel nuovo sottocapitolo 17.5 dove illustro la mia teoria sulle condizioni necessarie alla scienza. In totale sono a +13 pagine: non mi stupirei se arrivassi a +20…

Sono stato vittima di una truffa telefonica! Sul mio telefonino Wind mi è stato attivato, senza che io abbia fatto niente, un servizio dal costo di 7€ a settimana!
Per la cronaca si tratta di questo: Musik Date abbonamento con SMS speditomi da quest’altro numero telefonico: 3202071039
Ho contattato la polizia postale sul loro sito: spero che mi rispondano, comunque ci farò un pezzo a parte.

Su Greta, v. I gretini, volevo aggiungere che in questi ultimi due giorni mi è apparsa su FB una pubblicità con la sua immagine che rimanda al sito di una banca in linea: mi sembrava anche di aver salvato il collegamento ma adesso non lo ritrovo… Comunque il punto è che banche e ambiente non è che vadano proprio a braccetto insieme…
Di ieri poi la notizia che il libro di Greta (e altri) La nostra casa è in fiamme sarà pubblicato da Mondadori a maggio: v. Arriva il libro di Greta Thunberg da Ansa.it

Ah! Una brevissima riflessione nata da uno scambio epistolare.
Una mia amica si lamentava del numero di disturbi mentali e della loro grande diffusione nella popolazione.
Le ho risposto: «No: è la normalità che non esiste.
Riflessione: è il mondo moderno che non è naturale; la società impone all'uomo la sua anormalità e questi si adatta deformando la propria psiche per sopravviverci.
Se le cosiddette persone "anormali" fossero nate 10.000 anni fa magari non avrebbero sviluppato le idiosincrasie e i disturbi psicologici oggi così diffusi...
»
Aggiungo: che la normalità non esista mi sembra ormai una banalità; più interessante la riflessione vera e propria. L’idea è che la maggior parte delle persone nasca “normale” e sia poi la società moderna con i suoi lavori alienanti, i ritmi frenetici, la perdita del contatto con la natura, le città dove nessuno conosce più nessuno, l’apparenza elevata a essenza dai media e tutte le ingiustizie in genere, che costringono l’uomo ad adattarsi, a piegarsi per non spezzarsi. Il disturbo mentale è quindi l’adattamento della psiche a una situazione di vita, causata dalla società moderna, che non riesce a sostenere.
Ovviamente solo un’ipotesi buttata lì dopo averci pensato qualche secondo: però mi pare interessante…

L’altra settimana sono andato a fotografare fiori con l’amica esperta di piante!
Sfortunatamente di fiori, a causa della mancanza di pioggia, ce n’erano pochini, però lei riconosceva le piante anche solo dalle foglie e così ho fatto molte foto. Ancora però mi devo decidere a metterle per bene (ridurle, tagliarle, sceglierle, etc…) ma, spero in settimana, ci farò un pezzo.

Sky per qualche motivo (probabilmente sono nel panico a causa del successo di Netflix e simili; sarebbe anche interessante sapere sul fronte sportivo come sta andando DAZN e se Sky ha perso abbonamenti) mi ha regalato dei giorni di visione gratuita dei suoi canali di cinema.
Onestamente ormai sono abituato a Netflix e andare a caccia delle pellicole che mi interessano a orari improbabili mi fa troppa fatica. Alla fine quindi ho guardato solo un paio di vecchi titoli e delle novità “riconoscibili” (già perché su Sky posso leggere solo il titolo della pellicola che però in genere non mi dice niente, mentre su Netflix ho molte più informazioni…).
Delle vecchie pellicole:
Ghost: bellina Demi Moore prima di diventare ipermuscolosa per il Soldato Jane. Patrick Swayze ha la testa grossa (vabbè io dovrei stare zitto)...
Mio cugino Vincenzo: non me lo ricordavo ma è ancora divertentissimo: soprattutto mi sono accorto che Joe Pesci era uguale a un mio ex collega!
Ieri sera ho visto Star Wars VIII: un po’ meglio del precedente, basato sulla trovata puerile e ridicola del cannone ammazza stelle, però è tutt’altro che un capolavoro. Non mi convince il cattivissimo figlio di Piton, anzi no, di Han Solo. E il povero Luke Skywalker sembra essersi dedicato troppo alla bottiglia se non al lato oscuro: sembra la versione “gigante” di Tyrion Lannister…
E qualche giorno prima ho visto Jurassic qualcosa che fa sembrare un capolavoro l’episodio precedente. Questo è noioso e noioso: è non è facile fare una pellicola noiosa con i dinosauri. Vabbè, poi la trama è orripilante e il cameo di Jeff Goldblum ridicolo: da matematico eclettico viene trasformato in un DJ anni ‘80…

Ho visto e sto vedendo delle serie belline su Netflix!
Di Gotham e di The Umbrella Corporation mi pare di avere già scritto quindi evito di ripetermi…
Ieri ho scoperto una serie di brevi cartoni per adulti chiamata Love Death + Robots molto bellina: si tratta di episodi indipendenti fra loro, a tema fantascientifico, e di atmosfera diversa anche se tendente al cyberpunk: per adesso ho visto i primi quattro episodi ed erano tutti piacevoli (dal 6½ al 7½). Volendo sono un po’ alla “Asimov”: basati ciò su una singola idea/colpo di scena finale.
Per mia erudizione sto guardando una commedia turca Aile Arasinda: il cercare di intuire la società attraverso il suo umorismo è stato sempre un mio pallino. Tutto sommato ricorda una commedia italiani con aspetti della società paragonabili a periodi diversi della nostra storia: dagli anni ‘60 agli anni ‘90 (le amiche che vanno al mercato e non al supermercato, che sbucciano i piselli insieme, la questione della dote) e con qualche tematica forse più attuale (la figlia che “veste” decisamente discinta e ha molti tatuaggi, la supponenza dell’imprenditore che si è “fatto da sé”, il personaggio secondario di un transessuale). Non ci sono però accenni né alla religione né alla politica frequenti invece nelle pellicole italiane.
La lingua turca proprio non mi piace: troppo gutturale, piena di parole strozzate. Anche nelle canzoni si sente molto.
Ah, ho notato che sui tavoli apparecchiati non ci sono bottiglie: mi chiedo se sia un espediente del regista per togliere dalla scena degli oggetti fastidiosi e ingombranti oppure se sia un costume turco…

Proprio oggi mi sono imbattuto in questo articolo interessante: Meritocracy doesn’t exist, and believing it does is bad for you da FastCompany.com
Mi ha colpito perché conferma scientificamente una mia teoria (*2), piuttosto negativa e deprimente, che sviluppai da bambino, v. 4 aneddoti e 1 domanda.
In pratica si afferma che il successo non si basa sul merito ma, principalmente, sulla fortuna. Mi lascia però perplesso l’esperimento secondo il quale il capo che crede di valutare i propri dipendenti secondo il merito in verità finisce per discriminare. Da Epitome poi la teoria secondo la quale l’uomo preferisca credere di vivere in un mondo giusto piuttosto che ammettere che non sia così; e anche di come illudersi che il merito venga premiato renda più tollerabili palesi ingiustizie sociali.

Conclusione: siccome ho già scritto abbastanza evito un commento calcistico: tanto faremo i conti a fine stagione...

Nota (*1): sì, lo so: il mio “velocemente” si rivela spesso troppo ottimistico…
Nota (*2): lo so di apparire un po’ presuntuoso e saccente a ripetere quanto spesso mi accada di scoprire conferme a delle mie teorie: ma è così! Anzi dico di più: molto raramente scopro di aver torto! Vabbè, in questo secondo caso potrei essere io a non rendermene conto (e ci sono poi numerosi effetti psicologici che spingono in tale direzione) ma in genere trovo integrazioni al mio pensiero, leggeri aggiustamenti, non complete smentite.

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