In Divagazione morale scrissi di una questione sulla quale stavo da giorni riflettendo senza riuscire ad arrivare a una conclusione definitiva: la relazione fra morale e bene.
Ne scrissi per aiutarmi a chiarirmi le idee e, in effetti, tale esercizio ha dato i suoi frutti.
Sono infatti giunto alla conclusione che la morale non vada costruita sul “bene” (ovvero formulando regole, obblighi morali, mirati a preservare una certa idea di bene) ma debba derivare da uno o più principi semplici e ben definiti. Ho fatto una prova con gli insegnamenti del venerabile Yury (v. marcatore PSS) e sono riuscito a costruire un'etica estremamente coerente e plausibile: ma su questi dettagli scriverò (forse!) un pezzo a parte...
La conseguenza è che talvolta, la morale costruita a partire da determinati principi, può andare in conflitto con la comune idee di “bene”. Al contrario, una morale costruita su una particolare idea di bene non potrà essere universale.
Ma nel mio “esperimento” ho notato qualcosa di forse ancor più interessante: costruire la morale sull'idea generica di bene equivale a cercare di individuare lo specifico scopo dell'uomo che con tale “bene” si identifica. Al contrario, far derivare la morale da un principio equivale ad andare oltre lo scopo dell'uomo e rivolgersi al suo destino. So che senza esempi questa differenza non è chiara ma io vi vedo una sorta di asincronia: la morale basata sul bene è ancorata al presente e si prefigge di mantenere lo status quo; la morale basata sui principi guarda invece al futuro, magari lontano, ideale o utopico. La morale basata sul bene è teleologica quella sui principi è escatologica.
E la morale teleologica si basa sulla natura umana, ovvero su come è l'uomo, mentre la morale escatologica si basa su come l'uomo dovrebbe divenire.
Conclusione: mi sa che dovrò proprio scrivere una nuova puntata di PSS per illustrare con esempi quanto scritto sopra...
L'esempio di Benjamin Franklin
1 ora fa
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