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venerdì 22 luglio 2016

Libertà, giustizia e un accenno a Di Maio

Avrei da scrivere un sacco di pezzi: uno sulla felicità (che sarebbe la conclusione del libro di Harari che ho finalmente finito di leggere dopo averlo prestato a tre persone diverse!), un'altra puntata di “Ultimisstoria”, sul “Novellino” (che ho letto in bagno al posto delle vecchie riviste di storia in maniera da potermi rimettere in pari con i relativi sunti...), aggiornare la lista dei miei “italianismi”, sull'ultima lezione di chitarra e, molto importante, i motivi del “no” alla deforma costituzionale di Renzi...

E poi ci sarebbe tutta una serie di pezzi basati su articoli che tengo “aperti” su Firefox: e, siccome ormai i vari riquadri sono diventati così tanti da non permettermi di navigare agevolmente, vedrò di scrivere sinteticamente proprio di questi argomenti: fondamentalmente libertà e giustizia con i più un accenno a Di Maio che però non c'entra niente con le precedenti...

Russia esclusa dalle olimpiadi: ecco che la politica è entrata a gamba tesa nello sport. Ormai è anche così che gli USA usano il proprio strapotere: punendo e mettendo in cattiva luce gli stati con cui sono in conflitto mediante interposta persona, anzi interposta istituzione. Ma tutto ciò non è nuovo e rimando a quanto scritto in Sport freddo.
Ciò che mi fa più orrore è il fatto che si puniscano atleti non perché dopati ma perché di nazionalità russa: qual è il motivo? Giustamente la Russia è d'accordo con l'escludere gli atleti trovati colpevoli e, da parte sua, punirà coloro che hanno permesso e facilitato il dopaggio ma perché colpire gli atleti che non sono colpevoli di niente?
Per coincidenza nel corso di filosofia sulla morale/giustizia abbiamo studiato le possibili argomentazioni a favore della responsabilità collettiva (v. Preferisco MacGyver): da convinto individualista nessuna di esse mi è parsa minimamente corretta ma, comunque, nessuna di esse sarebbe stata applicabile in questo caso. Si tratta quindi palesemente di un arbitrio: ma dopotutto, come spiegato, le ragioni di questa decisione non vanno ricercate nella giustizia ma nella politica internazionale e, pertanto, sono completamente amorali.

Di Maio e le lobbi: l'articolo di riferimento è M5S, Di Maio si giustifica su Facebook dopo la fuga di notizie sul suo incontro a porte chiuse con le lobby di Gabriella Cerami da HuffingtonPost.it
Il titolo dice già tutto. E questo Di Maio sarebbe il politico di punta del M5S per le prossime elezioni nazionali? Maa...

Libertà in rete: Decisamente più interessante il seguente articolo di Guido Scorza dal FattoQuotidiano.it: Libertà di parola online: un minuto per perderla, mesi per riconquistarla. L'articolo fa notare come dopo la sentenza di un giudice, anche quando come in questo caso errata, siano necessari molti mesi per riottenere il proprio diritto a esprimersi in rete.
Credo che l'articolo, mettendo troppo l'accento sui tempi giudiziari, perda di vista l'elemento più significativo di questa vicenda: in Italia la libertà d'espressione è mal tollerata, sembra essere considerata una sorta di premio di cui però i bravi cittadini non devono abusare. Ecco: la libertà d'espressione è considerata una sorta di privilegio e non un diritto fondamentale di ogni cittadino. Per questo, quando come in questo caso una persona ne è stata ingiustamente privata, non c'è fretta di correggere l'errore perché, appunto, la libertà d'espressione (che ricordiamolo è strettamente legata alla libertà di pensiero), è percepita come un qualcosa in più, qualcosa non di dovuto ma dato solo per “gentile concessione”. Gli italiani sono spesso considerati sudditi dalle istituzioni che considerano i loro diritti come formule vuote: e gli stessi italiani tollerano tutto ciò perché privi di una cultura veramente democratica. Dopotutto a scuola fanno leggere e rileggere “I promessi sposi”, dove la giustizia è affidata alla provvidenza divina e non alle istituzioni terrene, mentre libri veramente formativi, come “Saggio sulla libertà” di John Stuart Mill, sono ignorati...

Dottori e vaccini: l'articolo di riferimento è Il ministro Lorenzin: “Non ci può essere obiezione di coscienza” di Maria Corbi su LaStampa.it
Radiati i dottori che sconsigliano i vaccini.
Il problema in questo caso non è la questione “vaccini sì, vaccini no” (sulla quale mi sono già espresso in Sigarette e vaccini e Il vero pericolo dei vaccini) ma la negazione di un diritto fondamentale di ogni essere umano come la libertà d'espressione: se un dottore, grazie ai suoi studi di medicina e alla propria esperienza professionale, si sente di sconsigliare qualcosa perché non dovrebbe farlo?
Secondo voi è più scientifico pensare che i vaccini, in casi eccezionali, magari a causa di impurità nella fabbricazione, possano fare male OPPURE non avere alcun dubbio che i vaccini facciano sempre e comunque solo bene? Ve lo dico io: la risposta corretta è la prima possibilità...

Conclusione: ora Firefox respira un po'!

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