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mercoledì 13 luglio 2016

Manhattan

Ieri ho terminato di vedere la seconda stagione di questa serie: nel complesso mi è piaciuta abbastanza anche se non mi ha entusiasmato.

Comunque volevo fare alcune riflessioni su spunti storici emersi nelle diverse puntate.

Sulla figura di Heisenberg la serie non si sbilancia: a me sembrava di aver letto (non ricordo dove o quando) che avesse attivamente ostacolato, per motivi morali, l'analogo progetto tedesco ma ancora non ho trovato conferme.

L'obiettivo degli scienziati americani, di cui una buona percentuale erano ebrei, era quello di usare l'arma nucleare contro le Germania nazista: ricordo che anche mio zio me lo confermò.
Nella serie vanno oltre: per spronare al lavoro gli scienziati americani gli viene fatto credere, tramite notizie contraffatte, che i nazisti siano molto avanti nelle ricerche. Non so se questa trovata abbia basi storiche ma è plausibile e a me è piaciuta.

Ma l'idea migliore si ha nella puntata finale. Uno scienziato (uno dei protagonisti) partecipa a una riunione dove vengono stabiliti su quali obiettivi sganciare la bomba. Inizialmente lo scienziato vorrebbe convincere i militari a scegliere un'isola deserta per dare una dimostrazione "pacifica" della potenza della nuova arma agli alti gerarchi giapponesi. L'idea è che ciò sarebbe sufficiente a convincerli ad accettare la resa senza causare inutili vittime giapponesi.
Però, poco prima della riunione, quello stesso scienziato cambia idea: gli uomini non hanno abbastanza immaginazione e, a parte gli scienziati, pochi si renderebbero veramente conto della potenza distruttiva della nuova arma. La paura dello scienziato è che si raggiungerebbe sì la pace senza ulteriori vittime ma che successivamente avrebbe potuto esserci una nuova guerra, stavolta nucleare, perché politici e militari non ne avrebbero pienamente compreso i rischi associati.
Lo scienziato decide quindi di convincere a usare la bomba nucleare contro un obiettivo civile proprio per massimizzare l'orrore della distruzione: lo scopo infatti non sarebbe più solo quello immediato di convincere i giapponesi alla resa ma anche quello, nel lungo termine, di insegnare all'intera umanità a temere, e quindi evitare, una guerra atomica.
Anche in questo caso non so se il discorso dello scienziato abbia basi storiche (credo di no!): per quel che ne so gli americani scelsero di colpire una città giapponese invece di dare una semplice dimostrazione della forza dell'arma perché: 1. non sapevano se i giapponesi si sarebbero comunque arresi (e costruire nuove bombe era un processo lungo e costoso); 2. c'era il rischio che la dimostrazione fallisse.
Comunque la trovata della serie ha molto senso: in effetti se l'umanità non avesse constato gli effetti delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki una guerra nucleare, magari al posto della guerra fredda, sarebbe stata decisamente più probabile.

L'incapacità di rendersi conto dei pericoli sconosciuti è un difetto umano sul quale anch'io ho già scritto: nei miei pezzi metto infatti in guardia contro due grandi pericoli sui quali l'attenzione è scarsa proprio perché sono troppo nuovi: 1. il pericolo del controllo eccessivo in rete e tramite telecamere con riconoscimento facciale; 2. la schedatura delle persone tramite il DNA.

Conclusione: davvero un bello spunto di riflessione.

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