Finalmente anche sul FattoQuotidiano.it leggo un articolo che ricalca esattamente il mio pensiero su quello che è forse il maggior difetto del M5S.
Scrivo e ripeto lo stesso concetto da almeno due anni, mi pare più o meno dall'estate del 2014 (v. L'opposizione virtuale o Ma il M5S dov'è?, etc...), ma io ho avuto il vantaggio di vivere in quel periodo l'esperienza di attivista toccando con mano le problematiche interne al movimento, inoltre ho avuto accesso a informazioni fornitemi direttamente da parlamentari che mi hanno permesso di capire la situazione molto meglio e prima di altri.
Ah, l'articolo è questo: Roma: ma Grillo vuole davvero vincere?
Ovviamente non posso che suggerire di confrontarlo con la parte sul M5S del mio Varie politiche...
Comunque mi fa piacere che anche dall'esterno inizi a essere evidente ciò che io ripetevo: il M5S non vuole vincere. Né a Roma né altrove.
Il giornalista non cerca di spiegarne il motivo, probabilmente ha le sue idee, ma suppongo preferisca non sbilanciarsi troppo.
E qui allora prendo la parola io e dico la mia sul perché Grillo & C. non vogliano vincere.
Innanzi tutto c'è da distinguere fra il paleo M5S e quello dopo le elezioni del 2013.
Della situazione prima del 2013 so poco ma è facile supporre che Grillo facesse i suoi spettacoli per vivere, come mestiere, e gli “Amici di Beppe Grillo” dovessero essere una specie di circoli di sostenitori: quello che voglio dire è che l'attività politica doveva essere subordinata a quella lavorativa. L'avere dei sostenitori che effettivamente credevano nelle sue idee dava maggior forza e interesse agli spettacoli.
Poi è arrivato il “blog”, la forte crescita nel 2012, la campagna elettorale in crescendo del 2013 e il trionfo elettorale alle politiche.
E dopo quel successo deve essere cambiato qualcosa: Grillo ha provato a fare il Grillo per qualche altra settimana ma le sue parole (*1) “Ca##o! Ma questi vengono davvero?!” (v. il corto Aneddoto romano) sono estremamente significative. Alla manifestazione improvvisata a Roma contro la rielezione di Napolitano, con attivisti che partivano da ogni parte d'Italia, Grillo si rese bruscamente conto (o qualcuno glielo spiegò per telefono) che il ruolo del M5S era ormai cambiato. Da allora iniziò a tirare il freno a mano tutte le volte in cui si prospettava un possibile successo.
È facile adesso rileggere nel muro contro muro opposto a Bersani la volontà di far capire a tutti che il M5S voleva rimanere esclusivamente all'opposizione e che i “moderati” che l'avevano scelto avevano sprecato il proprio voto.
Da allora Grillo si è dovuto sempre impegnare nel difficile compito di fare proclami che avrebbero allontanato gli elettori moderati ma contemporaneamente fossero ritenuti credibili, e magari coerenti, dal proprio nocciolo duro.
Se ci si pensa non deve essere stato facile...
Sempre col senno di poi ho la sensazione che anche la faccia smunta al discorso sottotono di fine anno del 2013 sia significativa: magari aveva preparato un copione molto diverso, più forte e aggressivo, ma qualcuno glielo bocciò all'ultimo momento. E allora Grillo, da bravo comico/attore, improvvisò riproponendo la zuppa riscaldata delle battute per la precedente campagna elettorale. Ovviamente questa è solo una mia ipotesi ma, appunto, col senno di poi, mi pare credibile.
Per farla breve, a ognuna delle successive elezioni, regionali/europee/regionali, Grillo se ne uscì prontamente con frasi che allarmarono, impaurirono e allontanarono i potenziali elettori più moderati.
Per quale motivo?
Evidentemente un M5S che incanala il malcontento popolare in ambito democratico è funzionale al sistema. Fa comodo al governo avere in Parlamento un'opposizione che permetta di far credere che in Italia la democrazia sia ancora viva e attiva. Soprattutto se questa opposizione è assolutamente virtuale: pagliacciate in Parlamento e MAI (a parte quella abortita a Roma del 2013) una manifestazione di protesta in piazza. Perché ovviamente le manifestazioni autocelebrative come l'ultima a Imola sono solo delle sagre ipertrofiche con poca o nessuna valenza politica.
In altre parole il M5S ha attualmente due funzioni: 1. legittimare con la sua presenza in parlamento la fasulla “democrazia” italiana; 2. incanalare il malcontento popolare in ambito democratico.
Ovviamente non deve vincere perché gli ideali e la novità di una buona politica devono solo rimanere sulla carta. Così si spiega ad esempio come mai il M5S non esalti né porti a esempio il lavoro di Pizzarotti: non lo fa perché, paradossalmente, il mostrare che in verità una buona politica sarebbe possibile anche in Italia darebbe fiducia e speranza alla stragrande maggioranza dei moderati e dagli astenuti disgustati dalla politica... e, se l'obiettivo è non vincere, allora sarebbe controproducente.
Conclusione: come al solito non vedo nessuna speranza all'orizzonte... e mi delude profondamente Grillo come uomo che ha tradito quella visione di un futuro migliore che tanto mi colpì nell'ormai lontano Penultimo aggiornamento. Sfortunatamente ho appena notato che il video in questione non è più disponibile: peccato perché mostrava un Grillo estremamente sincero e pacato che credeva nelle proprie parole e le esprimeva, non con toni fanatici e accesi, ma come un sognatore...
domenica 8 novembre 2015
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