Mi sono imbattuto in questa breve notizia d'agenzia: Brennan, da ignoranti applaudire Snowden.
Nell'articolo (poche righe che invito a leggere) si riporta una dichiarazione di Brennan che recita (mia sintesi): “è ignorante chi considera Snowden un eroe perché: 1. con le sue rivelazioni ha reso meno efficace l'attività di antiterrorismo; 2. ha infranto il giuramento (quale non è specificato)”.
Ovviamente mi sono sentito tirato direttamente in ballo perché, all'epoca, scrissi diversi pezzi su Snowden:
Edward Snowden e i corti Video importante, Un eroe (appunto!), La “fidanzata”dell'eroe e Comunque eroe... (appunto... di nuovo!)
Ma chi è Brennan? Come spiegato nell'articolo si tratta del direttore della CIA. Di lui non so altro e non ho voglia di leggere la sua biografia su Wikipedia: trovo più divertente cercare di indovinarne il carattere osservandone la foto allegata.
Su tutto spiccano gli occhi leggermente infossati e contornati da sopracciglia cespugliose: una leggera asimmetria dà intensità allo sguardo che, nonostante l'età, è limpido e intenso.
La fronte è ampia e sottolineata da rughe meditabonde, i capelli brizzolati danno un'idea di saggia maturità ma non di estrema vecchiezza. Il naso è volitivo ma non ingombrante. La bocca non sembra abituata a gridare ma adatta a una persona alle cui parole tutti prestano la massima attenzione. Anche le rughe del volto sono dure e le loro pieghe non riescono a nascondere le spigolosità di un carattere indubbiamente forte.
Nel complesso si ha l'idea di una persona intelligente, matura, riflessiva, decisa e molto sicura di sé.
Eppure Brennan, seppure forse in buona fede, in questo caso ha torto: vediamo perché!
Punto 1: L'attività di spionaggio di massa, usando reti sociali, i vari servizi di posta elettronica e simili, non è meno efficace per colpa delle rivelazioni di Snowden: semplicemente non lo è MAI stata.
I terroristi, anche senza Snowden, non avrebbero organizzato gli attentati di Parigi comuinicando fra loro attraverso un gruppo “segreto” su FB!
Non a caso all'epoca, in Edward Snowden, scrissi:
«Gli [alla notizia delle rivelazioni di Snowden] ho dato poco risalto per un mio errore di valutazione: davo già per scontato che l'NSA controllasse le telefonate, la posta elettronica e i social network. Lo consideravo un segreto di pulcinella.»
L'unico risultato di questi controlli di massa sono delle schedature di massa le quali a loro volta portano a eserciti immaginari di migliaia e migliaia di sospetti. La conseguenza che queste schedature porteranno, se non lo hanno già fatto, saranno discriminazioni (*1) e, quindi, ingiustizia.
Chiedo a Brennan: ha senso difendere la democrazia e quindi la libertà uccidendo la libertà e quindi la democrazia?
È come voler salvare degli ostaggi uccidendoli insieme ai terroristi! Non è questo un paradosso palmare?
Punto 2: è proprio l'infrangere il giuramento di fedeltà ciò che fa di Snowden un eroe! Se Snowden avesse potuto fare le sue rivelazioni senza correre alcun rischio, magari in incognito, avrebbe ancora fatto la cosa giusta ma non sarebbe stato un eroe.
L'averlo fatto mettendo in serio rischio la propria vita, oltretutto più agiata e ricca di privilegi della media, per degli ideali di libertà, principi su cui poi si basa la democrazia americana, lo rende un grande eroe. È vero: Snowden ha infranto un giuramento ma lo ha fatto per il bene del proprio paese e per difendere il proprio popolo dagli abusi delle autorità che, in teoria, dovrebbero difenderlo. Autorità che adesso, chi ipocritamente chi in buona fede, accusano lui invece di ammettere i propri errori.
C'è poi da aggiungere che non so quale sia stato esattamente il giuramento fatto da Snowden ma, se esso chiedeva di “proteggere gli USA”, allora egli non lo ha infranto ma, anzi, lo ha mantenuto con onore e coraggio.
Conclusione: confido che la storia, magari fra cento o duecento anni, assegnerà a tutti la giusta etichetta: “vero eroe” a Snowden, “miope burocrate” a Brennan.
Nota (*1): Es. quella persona non potrà avere quel lavoro, nonostante ne abbia tutti i requisiti, perché quando aveva 16 anni mise un like su...
Il post sentenza
1 ora fa
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