Stamani fra le mie epistole su gmail ne ho trovata una che mi ha piacevolmente sorpreso.
Prima di tutto era di un amico carissimo che però ha il grosso difetto di non farsi sentire molto spesso e, in genere, di rispondere alle mie (bellissime e divertentissime) lettere in maniera eccessivamente laconica. Figuriamoci la mia sorpresa a ricevere una sua epistola pure piuttosto lunga e non sollecitata!
La seconda fonte di gioia era che mi aveva scritto per chiedere il mio consiglio.
Qui è necessario aprire una digressione sul perché mi fa piacere che gli amici chiedano il mio parere.
In genere, sono convinto, la maggior parte dei miei amici mi ritiene molto intelligente. Per questa sola ragione mi aspetterei di essere spesso interpellato su questa o quella decisione. Io perlomeno non mi faccio scrupoli di chiedere il parere di chi so mi possa dare consigli utili...
Oltretutto non presento controindicazioni per la riservatezza: non chiedo più del necessario che mi serva sapere e, tutto quello che mi viene detto, rimane sepolto nella mia testa.
Analogamente anche i miei genitori, per qualsiasi iniziativa minimamente importante, non mi hanno mai interpellato: questo tuttora mi irrita moltissimo e, di conseguenza, mi fa apprezzare maggiormente quando qualcuno chiede il mio consiglio.
E invece...
...e invece pochissimi chiedono la mia opinione!
Sospetto che in parte sia dovuto al fatto che, per quanto intelligente, non sono considerato con i piedi per terra, un uomo di mondo insomma. Le mie risposte tendono a essere molto teoriche, molto etiche, a volte severe e, per quanto gentilmente, rispondo quello che penso non quello che può far piacere: molti intuiscono che, chiedendo a me, rischierebbero di non ottenere la risposta voluta, vuoi di conforto vuoi di approvazione...
È un po' fuori posto ma voglio raccontare un vecchio aneddoto dei tempi del liceo di cui, mi pare, non avevo ancora scritto.
Doveva essere il quarto anno, durante la ricreazione, e io me ne stavo per i fatti miei a far merenda. Improvvisamente mi piombano addosso due miei amici (*1) che, lo capii dalle loro parole e atteggiamenti, era da un bel po' che si stavano accapigliando su una questione. Il problema era molto semplice: hanno lo stesso peso un litro di acqua e uno di olio? L'ingegnere diceva di no, lo sceneggiatore sì. A malincuore dovetti confermare che il litro è un'unità di volume e quindi, in genere, i due liquidi hanno pesi diversi.
L'amico ingegnere subito dette uno sguardo allo sceneggiatore come per dirgli “e ora come la mettiamo!?” ma questi non provò nemmeno a controbattere ma anzi, alzando le mani, disse «Allora hai ragione te: se lo dice KGB... ipse dixit...(*2)» e si allontanò mogio, mogio.
A dire il vero il solito ingegnere, qualche mese dopo, mostrò anch'egli una certa stima almeno verso le mie conoscenze scientifiche. Eravamo insieme in Inghilterra a un corso d'inglese e l'insegnante aveva ideato un gioco idiota in cui, divisa la classe in due squadre, dovevamo sfidarci facendoci delle domande. A un certo punto la squadra avversaria fece una domanda sull'apparato digerente alla quale il mio amico rispose correttamente. I nostri avversari dissero però che la sua risposta era sbagliata e l'insegnante non aveva idea di chi avesse ragione. Allora l'ingegnere ebbe la paradossale idea di chiedere la mia opinione! Paradossale perché io, magari un po' estraniato dal gruppo ritenendo troppo stupida la competizione, ero in squadra con lui e, quindi, la mia conferma non avrebbe potuto ritenersi obiettiva: oltretutto l'insegnante ci conosceva da pochi giorni e non poteva essere a conoscenza della mia "autorevolezza" in campo scientifico e onestà. Per evidenziare l'assurdo, e trovando il colpo di scena divertente, detti ragione alla squadra avversaria cosa che provocò non poca irritazione nel mio amico!
Conclusione: tornando a oggi, la domanda di questo mio amico (un altro ingegnere portoghese (*3)) mi ha colto di sorpresa perché non era su un argomento nel quale sono particolarmente ferrato. Beh, ancora più apprezzata proprio per questo...
Nota (*1): ho già accennato a entrambi questi amici: uno è lo sceneggiatore simpatico del quale ho, sfortunatamente, perso le tracce di Delaware! e La grande lezione; l'altro è l'ingegnere, piuttosto antipatico (*4) e assiduo lettore questo mio viario, che mi ha ispirato le tre puntate di Il buono ma brutto ingegnere (1/?)...
Nota (*2): senza sarcasmo!
Nota (*3): Menzionato in Matrimonio Russo-portoghese-olandese (1/2) e successivo e almeno anche in Mentalità sportiva olandese.
Modifica (6/10/2014) - Nota (*4): ma anche pertinace quanto assiduo lettore del viario! A ogni sua epistola ricevo una vivace protesta per averlo definito "antipatico". Ovviamente ero ironico: sapendo che mi legge volevo solo divertirmi a punzecchiarlo... In altre parole, al posto di "antipatico", bisogna leggervi "non esageratamente simpatico"! :-)
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