Il corso sulla storia dell'umanità (Humankind) è molto bello e interessante. Anche il professore, il Dr. Harari, è molto bravo: a differenza di tanti colleghi americani non cerca di essere particolarmente simpatico o di apparire eccentrico e affascinante, semplicemente si concentra sul suo lavoro ed esprime con chiarezza le sue idee. Che il corso sia serio lo si capisce anche dalla sua durata: ben 17 lezioni settimanali della durata di un paio d'ore (*1)(*2)!
Soprattutto l'insegnante non si limita a fornire pedissequamente delle informazioni ma ha la ben più ambiziosa aspirazione di far riflettere gli studenti su dei temi fondamentali, di ogni giorno e, mi è parso di intuirlo, del prossimo futuro...
La storia dell'homo sapiens parte da lontano e il Dr. Harari, con un excursus biologico, incomincia dalla sua famiglia.
Ci spiega che come il comune leone sia scientificamente catalogato nella famiglia dei felini, nel genere delle pantere e specie leone, in latino: famiglia Felidae, genere Panthera e specie Leo.
Questa classificazione permette di risalire agli antenati comuni di ciascun animale: ad esempio la tigre è catalogata come famiglia Felidae, genere Panthera e specie Tigris. Questo significa che il leone e la tigre hanno in comune uno stesso antenato che corrisponde al genere Panthera. Analogamente il gatto domestico ha in comune con leone e tigre un antenato corrispondente alla famiglia Felidae.
Questo per arrivare all'uomo che, scientificamente, è catalogato come famiglia Hominidae, genere Homo e specie Sapiens. Insomma un animale come tutti gli altri...
Quello che è interessante e che il professore si premura di far notare è che mentre attualmente l'homo sapiens ha dei cugini (lo scimpanzé, il gorilla e l'orango; equivalenti al gatto per il leone) non ha invece nessun fratello (come invece è la tigre rispetto al leone). Questo è sospetto...
La seguente familiare immagine (*5) è fuorviante:
Sembrerebbe che l'uomo discenda da una catena che mette insieme l'australopiteco, lo scimpanzé, l'homo erectus e l'homo neanderthalensis ma NON è così!
Come si capisce dal loro nome scientifico l'homo erectus e l'homo neanderthalensis erano i “fratelli” dell'homo sapiens ma non i nostri diretti antenati: anzi, ancora 100.000 anni fa oltre all'homo sapiens c'erano almeno altre cinque specie appartenenti al genere homo.
La domanda fondamentale è come mai queste altre specie si siano estinte.
Al riguardo ci sono da decenni due teorie: quella della “fusione” (interbreeding theory) e quella del “rimpiazzamento” (replacement theory) violento o no.
Secondo la teoria della fusione in Europa l'homo sapiens e l'homo neanderthalensis si sarebbero uniti (*3) insieme producendo gli attuali europei; analogamente in Asia l'homo sapiens si sarebbe unito ad altre specie del genere homo producendo le attuali varie etnie orientali; solo nell'Africa l'homo sapiens sarebbe rimasto “puro”...
In questo caso le varie etnie umane avrebbero delle differenze genetiche ereditate dalle rispettive specie di homo con cui si sarebbero fuse.
La teoria del rimpiazzamento è più drastica: l'homo sapiens era più abile delle altre specie di homo a procurarsi il cibo e così le avrebbe costretto a migrare (magari con la violenza) in angoli del mondo sempre più remoti fino a farle estinguere.
In questo caso tutti gli uomini di oggi, dall'aborigeno all'europeo passando dall'africano e dal cinese, sarebbero geneticamente completamente omogenei.
Fino a pochi anni fa la teoria più accreditata era quella del rimpiazzamento: i motivi erano due.
Prima di tutto ci sono delle testimonianze archeologiche: nei luoghi dove arrivavano i sapiens “poco” dopo le altre specie scomparivano.
Ma questa era anche la teoria più “politicamente corretta” perché considera gli uomini attuali “più” simili fra loro in quanto non ci sarebbero caratteristiche genetiche peculiari (derivate da centinaia di migliaia d'anni di evoluzione separata) di alcune etnie e non di altre.
Nel 2010 però la situazione è cambiata!
Secondo una ricerca l'homo neanderthalensis e gli europei hanno in comune circa il 4% dei propri geni. Pochi mesi più tardi un'altra ricerca ha dimostrato che circa il 6% dei geni di malesi e aborigeni australiani è in comune con l'homo denisovian...
Ovviamente queste ricerche sono estremamente recenti e non è escluso che in futuro emergano nuovi dati ma al momento questo significa che, in Europa, effettivamente c'è stata una limitata fusione fra homo neanderthalensis e homo sapiens!
Probabilmente quindi entrambe le teorie della fusione e del rimpiazzamento sono vere con la differenza che la “fusione” sarebbe stata occasionale.
Modificato (12/8/2013): mi ero dimenticato di inserire la seguente citazione del professore "[le altre specie di homo] erano troppo simili per essere ignorate ma troppo diverse per essere tollerate"...
Ma cosa significa che mediamente circa il 4% dei nostri geni apparteneva all'homo neanderthalensis?
Se consideriamo che ereditiamo il 50% dei nostri geni da ciascun genitore, il 25% (circa) da ciascun nonno e così via, si può immaginare di avere avuto fra i nostri 16 trisnonni (*4) un neanderthal!
Conclusione: a me pare interessantissimo! C'è anche da aggiungere che la lezione ha toccato almeno altri due o tre argomenti altrettanto interessanti: vantaggi e problemi di un grosso cervello, conseguenze della posizione eretta, vantaggi del fuoco etc...
PS: cercando su wikipedia ho trovato anche un articolo che affronta questo stesso argomento Denisova hominin...
Nota (*1): per fare un confronto il corso di chitarra, quello più superficiale che finora ho seguito, è fatto da 6 lezioni di una mezz'oretta ciascuna...
Nota (*2): ci si potrebbe chiedere come sia possibile che delle persone si prendano la briga di fornire dei corsi gratuiti di questa qualità: quale ritorno hanno?
In questo caso il vantaggio è chiaro: l'autore, il Dr. Yuval Noah Harari, ha appena pubblicato un suo libro (Eine kurze Geschichte der Menschheit, Deutsche Verlags-Anstalt, 2013) sul quale è basato il corso ma che, ovviamente, è molto più approfondito.
Questo corso equivale quindi a una grande campagna pubblicitaria perfettamente mirata agli appassionati di storia. Molto probabilmente io stesso ne acquisterò una traduzione appena sarà disponibile il prossimo anno...
Nota (*3): Per definizione due specie diverse non possono produrre prole fertile (ad esempio i muli, nati dall'unione di una cavalla con un asino, sono sempre sterili). Questo in teoria ma in pratica deve esistere un periodo di tempo durante il quale le specie non sono ancora così differenziate da non poter produrre degli ibridi fertili. Si suppone quindi che homo neanderthalensis e homo sapiens, benché di specie differenti, fossero ancora abbastanza simili da potersi accoppiare insieme producendo prole fertile...
Nota (*4): per la precisione il nostro antenato neanderthal equivalerebbe una “via di mezzo” fra un trisnonno (6.25%) e un quadrisnonno (3.125%)!
Nota (*5): da Wiki Commons...
Politicizzazione (s.f.)
4 minuti fa
La classificazione delle piante procede allo stesso modo e le "chiavi" sfruttano questo fatto alla rovescia per farti identificare la pianta che in quel momenti ti incuriosisce. Però le piante sono molto (molto) più complesse degli uomini :-(
RispondiEliminaIn effetti gli uomini, a parte Hulk, non hanno la fotosintesi clorofilliana...
RispondiElimina;-)