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sabato 17 aprile 2021

L'ornitorinco UE

Un po’ per caso mi sono imbattuto nel seguente articolo: SCENARIO/ La caccia all’ornitorinco dietro gli ultimi 10 anni di crisi dell’Europa di Federico Ferraù da IlSussidiario.net.
Si tratta di un intervista al costituzionalista Alessandro Mangia su cosa sia effettivamente la UE.

Di seguito la lista dei concetti così come si susseguono nell’articolo. I miei commenti personali sono evidenziati con “[KGB]”:
- Trattati europei funzionano male perché basati sulla logica dell’economia tedesca.
- Politicamente ogni stato difende i propri interessi al di là dei vari “partiti europei” che compongono il Parlamento e della stessa Commissione.
- I grandi poteri economici si rappresentano da soli e, a loro volta, sono indipendenti dalle logiche politiche del Parlamento.
- La Commissione, ovvero il “governo” della UE è sostanzialmente indipendente dalla forza della maggioranza che l’ha espressa. Solo una Commissione è caduta nel 1999 a causa di una maggioranza troppo debole.
- [KGB] Il Parlamento Europeo quindi solo formalmente rappresenta i cittadini europei. Sembra più composto da funzionari al servizio dei localismi del proprio paese e delle lobbi economiche.
- L’indirizzo politico è indipendente dal Parlamento e, quindi, dalla volontà degli elettori europei.
- Questo anche perché l’indirizzo politico della UE è già stabilito nei vari trattati da Lisbona in poi e la Commissione si limita a decidere come attuarli.
- [KGB] E quindi su cosa influisce il cittadino votando alle europee?
- In pratica la Commissione si limita a formalizzare gli accordi politici frutto degli interessi dei singoli stati.
- Ultimamente le critiche sono infatti che la Commissione abbia acquistato un peso troppo politico (invece di limitarsi a fare da “notaio”) nel condizionare le scelte economiche dei vari stati.
- TUTTI i trattati sono frutto di logiche economiche anche quando, apparentemente, non trattano di economia.
- I “famosi” valori del 3% di deficit e del 60% di debito pubblico sono frutto dei calcoli sulla situazione degli anni ‘80, quando avevano una loro logica, e ormai sono codificati come verità assolute nei vari trattati (Cottarelli).
- Questo porta a scelte economicamente perlomeno molto discutibili: Luttwak dice che l’Europa “impazzisce” ogni 30 anni e che gli USA devono poi sistemare le cose. Attualmente però gli USA sono impegnati in altro.
- Altri trattati successivi (1997 e 2012) hanno tentato di aggiornare la situazione.
- [KGB] ma rimane il problema di fondo: l’economia è troppo dinamica per essere codificata da dei trattati che inevitabilmente rimangono indietro sull’evoluzione politica/economica e, quindi, seguirli pedissequamente è spesso controproducente.
- [KGB] Su questo poi oltretutto prevale la logica dei particolarismi nazionali: in particolare, secondo il Bagnai, i vari trattati non sono aggiornati nell’interesse comune ma sempre e solo per quello della Germania.
- Un altro errore insito nei trattati UE è quello di considerare solo in fase di crescita senza considerare le inevitabili crisi che, quindi, non vengono gestite adeguatamente (Tremonti).
- L’altro vizio di fondo è quello di legare i trattati a teorie economiche che così diviene teoria politica. ([KGB] e infatti me ne ero reso conto autonomamente: vedi il mio commento precedente!)
- Alla fine i trattati ricalcano la teoria economica della Stabilitätsgesetz tedesca del 1967.
- Gli altri strumenti economici alla base della UE sono la Banca Centrale Europea e la disciplina di bilancio: queste create su imitazione superficiale del modello statunitense.
- Le norme economiche dei trattati hanno quindi generato degli effetti imprevisti (ma in realtà previsti benissimo in UK e USA: rapporto fra pragmatismo e dogmatismo in cultura occidentale) che hanno favorito alcuni paesi e svantaggiato gli altri. I paesi avvantaggiati sono stati i “core” mentre gli svantaggiati i “pigs”. I paesi “core” hanno poi difeso tenacemente le regole in nome del “rispetto dei trattati”.
- [KGB] e questo è perfettamente compatibile con la mia precedente osservazione dove affermo che le regole cambiano quando le vecchie non sono più utili alla Germania.
- Le difficoltà economiche (ridistribuzione ricchezza dal basso verso l’alto) hanno portato e stanno portando alla crisi politica in più stati.
- [KGB] Vi vedo la simmetria: Economia (regole/paradigmi tedeschi) → Trattati → Politica → Influenza su società → Ridistribuzione ricchezza (sperequazioni economiche) → Protesta sociale → Politica. La politica dovrebbe quindi aggiornare i trattati (anzi rifarli da zero visto che, come detto, il codificare l’economia in essi è folle) per risistemare l’economia: ma da questo punto siamo fermi.
- [KGB] Negli argomenti del costituzionalista c’è una falla significativa: come spiega la ridistribuzione della ricchezza “dal basso verso l’alto”? Questa secondo me si spiega con l’influenza sulla democrazia (e quindi sui trattati europei) dei parapoteri economici. Influenza che, sebbene citata, è ampiamente sottovalutata e non è solo politica ma condiziona pesantemente anche l’opinione pubblica europee attraverso la manipolazione dei media che, semplicemente, negano l’esistenza di qualsiasi problematica legata alla UE. Questo impedisce o comunque rallenta la presa di coscienza della situazione reale da parte della popolazione che, quindi, non influisce sulla politica come sarebbe nel suo proprio interesse.
- Insomma il problema di fondo della UE è quello di aver contaminato le legge giuridiche (i Trattati) con leggi economiche: fra queste vi è un’incompatibilità di fondo che periodicamente creano dei corto circuiti: si cerca di piegare la realtà alle leggi (come vietare per legge all’ornitorinco di deporre le uova e allattare: in altre parole, fuor di metafora, alcune situazioni economiche non possono essere statuite con delle leggi) e questo alla fine crea danni sia economici che politici che sociali.
- Paradossalmente i trattati vanno poi a imporsi sui parlamenti nazionali e perfino sulle relative costituzioni svuotandoli quindi di significato.
- [KGB] Col paradosso che, come abbiamo visto, il Parlamento Europeo conta poco e comunque non rappresenta gli elettori mentre i Parlamenti nazionali hanno sempre meno potere di stabilire le proprie scelte economiche. Il risultato, in accordo alla mia teoria, è che la politica europea diviene facile preda delle lobbi, ovvero degli interessi dei parapoteri economici: ecco spiegata la crescita della diseguaglianza.
- [KGB] Quindi che democrazia abbiamo nella UE?

Ovviamente si tratta di miei appunti: oltre a essere poco chiari potrebbero anche contenere inesattezze quindi, come al solito del resto, consiglio di leggere anche l’articolo originale!

L’intervista l’ho trovata molto istruttiva: non che vi abbia trovato novità inedite ma con questa chiara panoramica ha messo molti “puntini sulle i” aiutandomi a capire meglio diversi concetti.
In particolare la prospettiva del “vizio originario”, dell’aver cioè codificato regole economiche in leggi giuridiche, fa capire molte cose.
Mi mancava poi la comprensione del ruolo sostanzialmente di pura "esecuzione" dei trattati della Commissione.
L’unico difetto è che, secondo me, viene sottostimata l’influenza dei parapoteri economici sulla democrazia europea col risultato che non viene spiegata la spropositata crescita della diseguaglianza economica che, inevitabilmente, causa malcontento sociale (nonostante la campagna mediatica costantemente impegnata a descrivere una UE tutta rosa e fiori e priva di difetti). Da un altro punto di vista la politica che interesse avrebbe a fomentare la diseguaglianza se questa non fosse un prodotto indiretto dei favoritismi politici alle multinazionali?

Conclusione: sto preparando un articolo sul covid-19 ma ho dato la precedenza a questo…

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