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martedì 14 gennaio 2020

Da Churchill a Drunker

Spigolando su Twitter ho trovato la scansione della seguente ricetta medica che, secondo la didascalia, avrebbe permesso a Winston Churchill di continuare a bere alcool durante una sua visita negli USA all’epoca del proibizionismo:

Risatina d’obbligo per il facile trucco con cui i potenti aggirano le regole pensate per il popolo bue…

Poi mi sono chiesto come fosse stato possibile l’avvento del proibizionismo negli USA: come ho scritto qui sul ghiribizzo, e più profusamente nella mia Epitome, le leggi vengono scritte a favore dei parapoteri, ovvero dei forti, che negli USA erano e sono le grandi aziende multinazionali.
Che interesse avevano queste a far approvare una legge che, come minimo, danneggiava la lobbi dei produttori di alcoolici?
Ovviamente davo per scontato che i movimenti moralistici di quegli anni non avrebbero avuto la forza di imporre una legge non voluta da una parte, forse minoritaria (non ne ho idea) ma sicuramente significativa della popolazione, e che, soprattutto, danneggiava i produttori di alcoolici: solo gli ingenui credono che i governi legiferino per il bene morale della popolazione: quella può essere la scusa ufficiale ma niente più…

Wikipedia mi ha dato la risposta: Proibizionismo

I gruppi di fanatici moralisti e religiosi ebbero l’appoggio dei parapoteri economici dell’epoca: ci si era infatti convinti che l’alcool rendesse gli operai meno produttivi e assenteisti, e che anzi questi ultimi non comprassero altri prodotti per soddisfare il proprio vizio…

Questa è la vera ragione per cui si ebbe il proibizionismo negli USA: l’idea era la solita, ovvero rendere i ricchi ancora più ricchi aumentando la produttività degli operai…

L’effetto fu invece opposto e nel 1933 questa legge ipocrita fu abrogata.
Curioso che ci vollero 14 anni: probabilmente la maggioranza degli americani era effettivamente favorevole a essa e la politica, che probabilmente aveva speso molta credibilità sul suo successo, non poteva fare rapidamente marcia indietro.

Un po’ quello che sta avvenendo oggi con l’UE e, soprattutto, con l’euro: che l’Italia ne esca con le ossa rotte è evidente a tutti, anche gli economisti di “sinistra” ormai l’ammettono apertamente (*1) e solo pennivendoli e giornalistucoli reggono ancora il gioco ai politici di una sinistra italiana che ha investito tutta la propria credibilità su questo (*2) modello fallimentare di Europa e non può così permettersi di ammettere l’ovvio: “abbiamo sbagliato”.

Conclusione: scusatemi la divagazione finale… ma comunque sono tranquillo di non aver scalfito le granitiche certezze di eventuali piddini o sardine che si siano imbattuti per sbaglio in questo mio ghiribizzo: “il male è solo Salvini e chi se ne frega di economia, Iran, libertà d’espressione, crisi sociale ed economica, etc...”

Nota (*1): prima, a detta di Bagnai, lo ammettevano solo dietro le quinte: “Hai ragione...” gli dicevano “...ma questo non possiamo dirlo apertamente!”…
Nota (*2): personalmente credo che un Europa migliore sarebbe possibile e anche auspicabile anche se al momento ne siamo lontanissimi: occorrerebbe una rivoluzione copernicana (ricordo che sto leggendo Dialogo sui due massimi sistemi del mondo di Galileo) nel pensiero della società...

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