[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.07). In particolare i capitoli: 9 e 10.
Siccome non ho ancora perso entusiasmo per l'argomento ecco che pubblico subito la seconda parte dell'analisi del programma di Trump.
La pagina che analizzo oggi è: America first foreign policy
Come al solito (visto che è poco più di una paginetta) ne consiglio la lettura diretta comunque, di seguito, i punti salienti che ho individuato.
1. La politica estera di Trump si concentrerà sulla sicurezza nazionale e sugli interessi USA.
2. Si otterrà più pace rafforzando l'esercito USA: ciò renderà il mondo più pacifico e comprensivo sulle idee americane (*1).
3. Sconfiggere ISIS e terrorismo è la priorità e per questo scopo e, in collaborazione con gli alleati, potrà essere usata la forza militare.
4. Si lavorerà anche, in collaborazione con gli alleati, per tagliare i fondi e la capacità di reclutamento ai terroristi usando anche attacchi informatici (cyberwarfare).
5. Aumenterà lo scambio di informazioni con gli alleati.
6. Verrà rafforzata la macchina bellica USA che, dagli anni '90 a oggi, si è rimpicciolita (marina e aviazione).
7. La supremazia militare USA deve essere indiscussa.
8. Apertura diplomatica a vecchi stati nemici e amici.
9. Il mondo prospererà se gli USA sono più forti e rispettati.
10. Troppo a lungo gli USA hanno siglato accordi che hanno favorito le élite di Washington (?) ma hanno sfavorito la gran parte della popolazione americana.
11. Il risultato è stata la perdita di posti di lavoro, il deficit commerciale e la crisi dell'industria manifatturiera.
12. Con una contrattazione dura ma onesta si vogliono riportare posti di lavoro in USA per rivitalizzare le comunità in difficoltà.
13. La strategia sarà quella dal ritirarsi dal TPP e stare accorti che nuovi accordi internazionali non vadano a detrimento dei lavoratori USA.
14. Trump vuole rinegoziare il NAFTA e, se ciò si rivelasse impossibile, ritirarsi da esso.
15. Gli USA poi interverranno duramente su quelle nazioni che violano i trattati sottoscritti a danno dei lavoratori americani. Il segretario al commercio individuerà queste infrazioni e le maniere per far cessare tali abusi.
16. Il presidente metterà gli uomini più scaltri a trattare per i nuovi accordi commerciali. In particolare non saranno impiegati i soliti negoziatori di Washington.
Ho eliminato concetti ripetuti più volte.
Punto 2. Riecco il vecchio proverbio romano: “Se vuoi la pace prepara la guerra”. [E] Ancora non ho aggiunto alla mia epitome il capitolo sull'imperialismo e così sono costretto a rimandare a degli specifici pezzi: KGB sullo stato del mondo 1, KGB sullo stato del mondo 2 e KGB sullo stato del mondo 3. Il succo comunque è che gli USA sono divenuti imperialisti dopo la caduta dell'URSS e questo punto del programma di Trump, dove si palesa la volontà di usare l'esercito per fini politici, è quasi una parafrasi del concetto di imperialismo.
Punto 4. Come al solito mi preoccupano le possibili ingerenze nella riservatezza di milioni (o miliardi?) di innocenti. Peccato che solo io e altre dieci persone ci si renda conto del pericolo...
Punto 5. Vedi punto 4. Aggiungo anche che dove io ho usato il termine “alleato” era talvolta scritto “partner”: ciò non è un caso in quanto è tipico degli imperi commerciali confondere i partner commerciali con gli alleati e vice versa. [E] Di nuovo, in mancanza dello specifico capitolo nell'epitome, rimando ai pezzi KGB sullo stato del mondo 1, KGB sullo stato del mondo 2 e KGB sullo stato del mondo 3.
Punto 6. Non sapevo che l'esercito USA si fosse indebolito: magari riorganizzato ma non indebolito.
Punto 9. Un non sequitur fuorviante.
Punto 10. Questo è l'argomento forse più interessante: chi sono queste élite di Washington (“interests of insiders and the Washington elite”) che ci guadagnano dagli accordi commerciali? Dei funzionari corrotti? Secondo la mia teoria ([E] Cap. 9) questi grandi accordi sovranazionali vanno a favorire le multinazionali (e quindi i ricchissimi) a danno della popolazione: non mi è chiaro se Trump la pensi come me o se voglia solo intorbidire le acque.
Punto 11. Vero. Trump riconosce bene i sintomi del problema ma non so se ne comprende pienamente la causa originaria e non immediata.
Punto 13 e 14. Interessante: l'ammettere che questi accordi internazionali non siano universalmente buoni per tutti ([E] Cap. 9) mi sembra già un primo passo avanti. Trump non lo dice apertamente ma è implicito in questi due punti: la tanto decantata globalizzazione non ha portato guadagni e benessere per tutti. Per me ci hanno guadagnato solo le multinazionali (e quindi ai super ricchi) mentre la popolazione dei paesi coinvolti ci ha complessivamente rimesso; per Trump ci hanno guadagnato le misteriose élite di Washington e rimesso i cittadini USA.
Punto 15. Un avvertimento che suona minaccioso: a chi è rivolto? All'Europa? Alla Cina? Di certo mi pare un argomento potenzialmente imperialista.
Punto 16. Suona come l'eco di una polemica con i democratici: mi diverte però immaginare i negoziatori EU come damerini, abituati a moine e champagne, alle prese con cowboy texani che sputano tabacco per terra!
Anche in questo caso è difficile trarre delle conclusioni definitive: tutto dipende da come si mettono in atto questi punti: che accordi si cercano e come si realizzano, se e come verrà eseguito il punto 15 e su quale uso verrà fatto dell'esercito (*2)...
Certo è che la tendenza sembra essere quella di una politica imperialista che cerca accordi commerciali favorevoli anche grazie all'intimidazione. Da questo punto di vista però non c'è niente di nuovo: nei miei pezzi succitati ho spiegato che questa è la tendenza attuale degli USA; in altre parole anche la Clinton avrebbe fatto altrettanto ma senza rimarcarlo così apertamente.
I cittadini USA trarranno reali benefici da eventuali nuovi trattati commerciali?
Potenzialmente sì: bisogna però che Trump capisca qual è la vera origine del problema ([E] Cap. 10) e da questo pezzo del suo programma non ne sono certo.
Conclusione: credo che sarà difficile arrivare a dei giudizi concreti basandoci su un programma che per sua natura deve essere ambiguo per piacere un po' a tutti e non dispiacere troppo a nessuno...
Nota (*1): lo so che suona come una battuta! Magari ho tradotto male io “...and more common ground”...
Nota (*2): come diceva il Bismarck “con le baionette si può fare tutto tranne che dormirci sopra”. Altri tempi ma c'è del vero...
sabato 28 gennaio 2017
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