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lunedì 16 gennaio 2017

Pagine chiuse 2

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.06). In particolare i capitoli: 4.4, 8, 9 e 10.

Come al solito (v. Pagine chiuse ma anche altri che non ho voglia di cercare) voglio fare un po' di pulizia chiudendo le pagine che da settimane tengo aperte sul mio navigatore...

M5S Palermo, scelti col voto online i 5 in lizza per la candidatura a sindaco: ci sono anche Forello e Gelarda dal FattoQuotidiano.it → è un articolo del 28 dicembre (quindi magari ci sono state delle evoluzioni) e, leggendo l'occhiello, si scopre che a questa prima votazione per la scelta dei candidati per le elezioni comunali hanno partecipato solo 524 persone. Il mio commento è banale e soprattutto ne ho già scritto molte altre volte: 1. con queste specie di lotteria in linea non è possibile far emergere i candidati più capaci che pure (lo so per esperienza diretta) ci sono fra gli attivisti; 2. senza candidati di qualità difficilmente si vince e, quando lo si fa, anche il governo del comune diviene un azzardo (perché); 3. la fedina penale immacolata non garantisce l'onestà; 4. l'onestà non garantisce le capacità.
Su questi punti non sto ad addentrarmi nei perché e nei percome dato che l'ho già abbondantemente fatto in altri pezzi.

Sesto San Giovanni, scritte sui muri del Comune con insulti alla sindaca: “Basta arabi” dal FattoQuotidiano.it → All'indomani dell'uccisione del terrorista che aveva compiuto la strage al mercatino natalizio in Germania, fra i commenti, comparve anche un riferimento a questo articolo.
Mi pare che questo articolo mostri chiaramente come il fenomeno dell'immigrazione vada giudicato in maniera oggettiva: senza razzismo ma senza neppure gli eccessi di “buonismo” che portano a negare l'evidenza.

Torino, debiti fuori bilancio per 77 milioni. L’audit voluto da Appendino finirà in Procura di Andrea Giambartolomei dal FattoQuotidiano.it → articolo di inizio dicembre: sarebbe interessante sapere che novità ci sono. Se le accuse si dimostreranno vere avremo un altro esempio di come i “professionisti della politica” siano veramente bravi ed esperti... a imbrogliare i propri elettori e i cittadini tutti...

La fine del contratto sociale che spiega Trump, Brexit e Marine Le Pen di Steen Jakobsen da IlSole24Ore.com → si tratta di un articolo condiviso da mio cugino su FB ormai un paio di mesi fa. Il titolo mi sembrava interessante perché riecheggiava alcuni temi della mia epitome ma, d'altra parte, come buon lettore di Goofynomics, sono un po' prevenuto verso il Sole 24 Ore...
Finalmente oggi mi sono deciso a leggerlo e devo ammettere che non è male: per questo gli dedicherò lo spazio rimanente di questo mio pezzo.
Nella mia epitome [E Cap. 8] spiego come l'attuale crisi sociale sia in realtà una crisi strutturale della politica e, in particolare, della democrazia. Considero elemento fondamentale dell'attuale degrado l'ascesa dei [E Cap. 9] parapoteri economici e la globalizzazione: spiego come, per ragioni anch'esse fisiologiche e prevedibili, la politica tradizionale sta, con accenti diversi in tutto il mondo occidentale, tradendo [E] i suoi elettori, ovvero la gran parte della popolazione, con politiche che favoriscono i grandi parapoteri economici e depauperano invece i comuni cittadini. La conseguenza è l'accentuazione della [E Cap. 4.4] forbice fra super ricchi (i mega dirigenti delle grandi multinazionali) e gente comune.
L'autore dell'articolo (un economista che quindi, come tale, vede la realtà da una prospettiva economica) parte dal riconoscere l'esistenza di tale forbice. Mostra due grafici: nel primo si vede come oggi il reddito medio americano sia ai minimi dagli anni '50; nel secondo si vede come i guadagni delle multinazionali (e quindi il patrimonio dei super ricchi) siano schizzati alle stelle negli ultimi 20 anni circa.
A differenza di quanto da me fatto nella mia epitome l'autore, che è un economista, non riesce a individuare esattamente i motivi di questa crisi sociale ma giustamente intuisce che è la fine “dell'attuale contratto sociale”. In maniera altrettanto corretta (*1) l'autore interpreta bene la reazione della gente allo stato delle cose [E v. Cap. 10] anche se con troppo ottimismo. Come spiegato, all'autore di questo articolo sfuggono le cause profonde della crisi, di quella che lui chiama la fine del contratto sociale, che in realtà riduce a una semplice sperequazione del reddito. Gli sfuggono infatti le ragioni storiche e politiche per cui tale sperequazione sia stata resa possibile: chi è interessato le può trovare nella mia epitome.
Anche la sua conclusione è quindi inopinatamente ottimista in quanto si illude che ci sia una generale comprensione del problema e che, “automaticamente”, in futuro avremo una più equa ridistribuzione della ricchezza: ma ciò, sfortunatamente, è inesatto. In realtà, anche se l'autore parla (giustamente) di fine del “contratto sociale”, la sua improvvida soluzione è semplicemente una ricetta economica capace forse di mettere una pezza temporanea ma non di risolvere il problema...
Comunque un articolo valido e onesto.

Conclusione: ebbene sì: oggi ho chiuso appena quattro pagine! In realtà ne ho chiuse anche altre ma non mi sembravano più meritevoli di menzione...

Nota (*1): a differenza di Baricco che aveva totalmente frainteso, praticamente capovolto, la situazione: vedi Da Goofynomics a Baricco...

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