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lunedì 16 maggio 2016

Lezione LXXXVI: premessa...

Un paio di settimane fa sono stato a trovare un mio amico.

Con molto (eccessivo) entusiasmo avevo deciso di portarmi dietro tutta la mia attrezzatura chitarristica (amplificatore, multi-pedale, cavi vari, tutti i miei archivi musicali, i miei appunti e spartiti, una manciata di plettri e, ovviamente, la chitarra) per fargli ascoltare i miei progressi.
Mi aveva già sentito suonare un paio di volte ma sempre con la chitarra “nuda”: e la chitarra elettrica suonata senza collegarla a un amplificatore, visto che non ha cassa di risonanza, miagola come un gattino invece di ruggire come un leone...

C'è da dire che non mi ero portato dietro tutto tutto: la sedia su cui suono era troppo ingombrante e per questo la settimana prima di andare da lui mi ero esercitato suonando in piedi. A suonare in piedi mi trovo peggio ma non troppo anche se, certamente, mi costa uno sforzo extra.

Comunque, finalmente, una domenica mattina collego tutto con l'intenzione di far ascoltare una mia esercitazione tipo al mio amico. E ovviamente va tutto male e peggio...

Come al solito parto dal riscaldamento e già lì avrei dovuto accorgermi che qualcosa non andava: non so bene a cosa attribuire la colpa ma non riuscivo a suonare ai miei pur bassi usuali livelli. Col senno di poi gli avrei dovuto dire: “guarda, forse è l'ambiente nuovo ma ho bisogno di riscaldarmi più a lungo del solito...”
Però, siccome il riscaldamento è noioso non solo da eseguire ma anche (suppongo) da ascoltare, presi la decisione completamente errata di tagliar corto e di procedere con gli esercizi seguenti...

Inutile entrare nei dettagli ma suonai di male in peggio: e più me ne rendevo conto e peggio andavo. A occhio direi che facevo dieci volte più errori della media...
Poi provai a suonargli Heart of Steel perché ne conosco un bel pezzo e sembro quasi un chitarrista: ebbene non mi ricordavo più la sequenza degli accordi e anche se avevo lo spartito chiaramente visibile sul calcolatore del mio amico, essendo nel pallone, non riuscivo a trovare la concentrazione necessaria per leggerlo capendolo. Ancora peggio poi mi rendevo conto di non riuscire ad andare a tempo mentre invece è un brano dove il ritmo adesso lo avverto chiaramente...
Insomma questa mia tournée fu un disastro catastrofico!

Una volta a casa, seppur depresso, ripresi in mano la chitarra e provai a suonare Heart of Steel: dopo un'unica esitazione iniziale la ricordai perfettamente anche le parti che poche ore prima mi avevano confuso.

Con calma ho cercato di capire cosa fosse andato storto e ho individuato i seguenti fattori:
1. volume basso
2. suonare in piedi
3. riscaldamento non adeguato
4. fretta
5. panico crescente

Il mio udito non è molto buono e alcuni strumenti riesco a sentirli chiaramente solo a volumi relativamente alti: credo che non riuscire a seguire il ritmo di Heart of Steel sia dipeso proprio da questo.
Come spiegato, suonare in piedi, non mi condiziona particolarmente (diciamo un 5%) ma evidentemente questa posizione leggermente sconfortevole ha moltiplicato i suoi effetti quando si è sommata agli altri elementi.
Del riscaldamento ho già scritto e, riguardo la fretta, ero consapevole che il tempo che il mio amico poteva dedicare a un ascolto attento era limitato: questo mi ha impedito di mettermi con calma a riprovare ciò che non mi riusciva.

Il “panico crescente” merita un paragrafetto per sé. Di solito agli esami e alle interrogazioni non ho mai avuto grossi problemi riuscendo, in genere, a dare il massimo e qualcosa in più...
Come mai a suonare tutte queste difficoltà?
Al riguardo ho un'interessante teoria: lo studio e le materie scolastiche attivavano solo la parte razionale del mio cervello; l'emotività mi rendeva solo estremamente ricettivo delle reazioni dell'insegnante ma non intralciava troppo l'ordine dei miei pensieri.
Ho invece la sensazione che il suonare usi anche zone del cervello “artistiche” e più strettamente connesse all'emotività: in questo caso se l'emozione si scatena allora coinvolge direttamente la capacità di suonare...

Comunque l'effetto di questa delusione è stato pesante: nella prima metà di maggio non ho avuto quasi mai la volontà di esercitarmi. Solo a causa di un regalo musicale (Guitar Pro 6, per il compleanno) ho ripreso in mano la chitarra. E poi mi sono deciso a fissare una nuova lezione col maestro...

Il maestro al racconto delle mie disgrazie musicali, invece di rincuorarmi, si è divertito: apparentemente questo calo nelle “prestazioni” è molto normale; aggiungo io che imparare a suonare a una certa età rende tutto ancora più difficile...

Ne abbiamo approfittato per rivoluzionare un po' l'esercitazione.

Riscaldamento: cambiato. I vecchi esercizi, che avrebbero dovuto aiutarmi per la velocità (le solite quattro battute di Unholy paradise), non mi sembravano funzionare: secondo il maestro non era così ma comunque si è cambiato.
Scavando nel suo materiale mi ha dato una sequenza di quattro esercizi da suonare contemporaneamente su una base di mia scelta. Importante però il cambiamento nell'approccio: invece di imparare un esercizio per volta mi ha detto di studiarli e suonarli tutti di seguito. Questo significa che devo memorizzare la sequenza delle note a parte, prima dell'esercitazione vera e propria. Di solito io eccedo invece nel seguire delle regole, che magari mi sono autoimposto, ma adesso mi sento pronto per gestire questa maggiore flessibilità. E, anzi, ho deciso di applicarla anche a tutti gli altri esercizi.
Di seguito i quattro esercizi: probabilmente il quarto, essendo molto più veloce, dovrò comunque suonarlo a parte...
La base devo cercarmela da solo: tonalità SOL maggiore oppure MI minore...

Accordi +: il maestro mi ha dato la seconda parte di questa sequenza di accordi di settima. In particolare c'erano due posizioni nuove: gli accordi di settima maggiore (tipo Fmaj7) con la tonale sulla sesta corda; gli accordi diminuiti di settima (tipo F#dim7) sempre con la tonale sulla sesta corda. Un po' complicati ma non troppo: già mi riescono mentre ho avuto molti più problemi con, ad esempio, gli accordi di settima minore con tonale sulla quinta corda...

Unholy paradise: in pratica consiste in tre esercizi diversi. Prima mi esercito sulle solite 8 battute veloci (di cui 6 tutte uguali mentre una è un semplice bending da 4/4). Qui negli ultimi tempi ero peggiorato e non riesco a schiodarmi dai 118bpm. Vedremo con i nuovi esercizi.
Poi ho studiato l'assolo seguente che ormai posso suonare sopra il brano reale.
Infine suono tutta la canzone dall'inizio: arrivato alla parte veloce la suono come mi viene e termino dopo l'assolo... Appena faccio una registrazione decente (con l'esclusione della parte veloce) tolgo questo brano che inizia seriamente a stufarmi.

Midnight Madness: avevo sospeso lo studio di questo brano per concentrarmi su uno specifico esercizio ideato dal maestro che mi avrebbe dovuto aiutare per superare una battuta difficoltosa. Solo in questi giorni sto tornando a studiarlo e ancora non so se sono progredito o no.

Battle Hymn: l'introduzione che sto studiando è davvero difficile: il maestro mi ha detto che si tratta di un arpeggio da fare senza plettro ma siccome mi piace, seppur a velocità ridotta, ho continuato a studiarlo. C'era però una sequenza di note che non sapevo bene, fisicamente, come suonare. Si tratta del SOL sulla prima corda (3° tasto), del MI sulla seconda (5° tasto) e del DO sulla terza (5° tasto).
In genere suono queste note usando l'indice per la prima corda e ruoto l'anulare per premere la seconda o terza corda a seconda dell'esigenza.
Il problema è che la sequenza è velocissima e non riesco a coordinare la rotazione dell'anulare con la plettrata...
In questi casi mi ha spiegato il maestro devo tenere indice, anulare e mignolo appoggiati sulle tre corde, premendole del tutto solo quando voglio suonarle.
Si tratta di una tecnica nuova e quindi mi ci vorrà del tempo per assimilarla: speriamo bene!

Rocking for a free world: era facile: mi sembra di essermi già registrato. Quando me ne ricordo pubblico la mia esecuzione. Comunque ho già tolto questo esercizio.

Porcupine Tree di Lazarus è il nuovo brano (una nenia terribile!) che mi ha assegnato il maestro: dovrebbe essere facile, ma devo prima assimilare il nuovo ritmo degli accordi.

Call me di Blondie: autonomamente ho deciso che, se devo imparare un brano brutto, allora voglio anche studiarne uno che mi piace!

C'è però una conclusione interessante: dopo questa lunga pausa che ho preso dallo studio della chitarra mi sembra di essere molto migliorato!
Quando ero più giovane mi succedeva spesso, dopo lunghi periodi, di capire o comprendere qualcosa di studiato molto più in profondità, di averlo cioè assimilato profondamente; per la chitarra però, visto che non avevo mai fatto lunghe pause nel suo studio, non mi era mai successo, almeno non così chiaramente...
Ancora è presto per dire se si tratta di un'illusione o no, ma comunque sono ottimista!

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