Quante volte ci sentiamo rispondere “Non ho tempo...”?
Lo si sente dire così frequentemente che quasi non ci si fa più caso. Anzi ci dimentichiamo una verità fondamentale: tutti abbiamo, mediamente, lo stesso tempo: 75 anni gli uomini e qualcosa in più le donne.
Allora cosa significa dire “non ho tempo”?
Mi risponderete che tale sintagma non vuole avere un significato “filosofico” ma che, semplicemente, in quel momento si ha da fare qualcosa d'altro.
Ecco, io dico che un significato “filosofico” vi è comunque: significa che si vive nel presente, si è in balia di esso e si corre per inseguire il tempo, l'orologio, le scadenze. Significa che si è persa di vista la vita nel suo significato più profondo. Se siamo troppo concentrati nel presente non si può pianificare il futuro, non si possono stabilire quali siano i nostri obiettivi, quali siano le nostre priorità e cosa sia veramente importante per noi.
Invece di “non ho tempo” bisognerebbe dire “non posso perché...”. Può sembrare un'inutile complicazione ma già questa semplice distinzione ci aiuta a distaccarci dal presente, a capire quello che stiamo facendo e, più in generale, la meccanica della nostra vita.
Poi, certo, a volte potremo anche dire “non ho tempo” ma è importante farlo solo coscientemente: sapendo ciò che non è che “non si ha tempo” ma che le nostre priorità sono altre e che, contemporaneamente, ne siamo coscienti perché sono delle nostre precise scelte.
L'esempio di Benjamin Franklin
3 ore fa
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