Non seguendo i media tradizionali tendo a non essere aggiornato sulle ultime tendenze del pensiero maggioritario: in generale ciò non è un male considerata la sua pochezza di contenuti e argomentazioni. La controindicazione è che così scopro in ritardo ciò che invece sanno tutti o quasi.
In particolare ero “rimasto” alle argomentazioni estive a favore del verdepasso: in particolare la maggiore e più importante era che la sua adozione avrebbe evitato la ripresa della pandemia in Italia. Come ormai CREDO sappiano tutti alla base di questa idea vi era la premessa errata che i vaccini non solo evitassero l’aggravarsi del covid-19 ma che anche eliminassero quasi del tutto, se non la possibilità di infettarsi, almeno quella di infettare gli altri. In realtà si è visto che non è così: l’efficacia dei vaccini diminuisce rapidamente e già dopo circa mesi i vaccinati infettano più o meno quanto i non vaccinati.
Per questo ultimamente ho scritto che il verdepasso non è più solo moralmente ingiustificato (il ricatto è sempre sbagliato di per sé: che poi uno Stato lo elevi a politica sanitaria è esecrabile) ma anche scientificamente privo di senso (visto che ormai è evidente che non garantisce ciò che ci avevano raccontato avrebbe garantito, ovvero il contenimento della pandemia).
Invece siamo arrivati al superverdepasso, un obbrobrio tutto italiano, che discrimina chiaramente fra vaccinati e non: da quel che sapevo io l’UE aveva esplicitamente vietato discriminazioni fra vaccinati e non. Può darsi che nel frattempo le direttive siano cambiate? È possibile: personalmente non mi aspetto niente di buono dalle UE e quindi non me ne stupirei…
Il punto è che oggi ho scoperto che, non so bene da quando, ma la logica dietro al verdepasso è cambiata: ormai tutti (o quasi) riconoscono che si tratta semplicemente di un ricatto per costringere chi legalmente vorrebbe gestire la propria salute autonomamente a vaccinarsi. Un ricatto considerato “a fin di bene” per l’intera società: inutile che ripeta che da un punto di vista morale il fine non giustifichi i mezzi (chi è interessato usi il marcatore “Kant” per trovare i numerosi pezzi che ho scritto al riguardo).
E perché adesso vaccinarsi sarebbe un bene per l’intera società?
Mi spiego: se i vaccini funzionano l’unico che rischia è il non vaccinato in prima persona: certo egli può infettare gli altri ma lo stesso, come abbiamo visto negli ultimi mesi, possono farlo i vaccinati; viceversa se i vaccini non funzionassero allora non avrebbe senso vaccinarsi.
E qui arriva la nuova argomentazione che mi ero perso non seguendo le elucubrazioni più o meno fantasiose dei media tradizionali: il non vaccinato che si ammala gravemente va a “rubare” un posto in ospedale e, FORSE, avrebbe potuto evitarlo vaccinandosi.
Beh, questa a me pare un’argomentazione molto debole: per lo stesso motivo allora si dovrebbe vietare completamente le sigarette (chi si ammala di cancro ai polmoni va a “rubare” un posto in ospedale, no?) e gli alcoolici (se non erro l’abuso di alcool è la seconda causa di morte dopo i tumori) oppure i barbiturici (mia mamma rimase stecchita da un cancro al fegato probabilmente causato da decenni di assuefazione a un sonnifero). E che dire dei rapinatori o dei mafiosi che magari rimangono feriti in uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine: anche questi con il loro comportamento, oltretutto illegale, non vanno a “rubare” un posto in ospedale?
Modificato 1/12/2021: Ieri mi ero dimenticato questa considerazione:
Vorrei anche evidenziare un altro elemento che, sebbene difficile da quantificare, secondo me andrebbe considerato: affinché il sistema immunitario operi alla massima efficienza si dovrebbe evitare lo stress, fare attività fisica (almeno tre volte a settimana) e dormire bene.
Mi chiedo quindi quanto il clima da caccia alle streghe o, meglio, di caccia agli untori che “rubano” i posti letti, i continui tamponi o le numerose e assurde discriminazioni aumentino lo stress dei non vaccinati, abbassandone così le difese immunitarie, e contribuendo ad aumentare il numero di ammalati.
Personalmente credo debba trattarsi di una percentuale significativa perché io stesso, per natura piuttosto indifferente alle idee altrui (soprattutto se le considero stupide), sento su di me una forte pressione. Ho la sensazione sia realistico considerare un 20% di maggior contagi per i non vaccinati causato proprio dallo stress al quale sono ingiustamente sottoposti.
Prima di tutto partiamo dai dati. Stavolta sono stato “bravo” e ho trovato le statistiche italiane aggiornate da ISS: Bollettino Covid-19 19-24 Novembre da Epicentro.ISS.it
I dati sui decessi corrispondono a quelli che avevo calcolato autonomamente nel pezzo Logica e statistiche basilari: le “mie” percentuali di mortalità risultano leggermente più alte perché il totale degli infetti è passato dai 4,7 milioni (usato da me) a 4,9 milioni ma per il resto erano esatte.
Nel complesso il documento mi è sembrato ben fatto e interessante: ovviamente sono un po’ pignolo e ho trovato cose che non mi sono piaciute.
Per esempio per le seguenti mortalità (*1) si approssima per eccesso per molti ordini di grandezza: questo dà una percezione errata della gravità della malattia per le fasce di popolazione più giovane. Di seguito la “percentuale” indicata sul documento e quella calcolata da me con i loro valori.
30-39 anni, indica “<0.1%” invece di 0,00047%
20-29 anni, indica “<0.1%” invece di 0,00013%
10-19 anni, indica “<0.01%” invece di 0,000038%
0-9 anni, indica “<0.01%” invece di 0,000049%
Un altro dato che sarebbe a mio avviso fondamentale è quello delle comorbidità (malattie cardiache, diabete, ipertensione, obesità, tumori etc.) almeno per i casi più gravi (cioè le terapie intensive) e per fasce di età. Secondo me (basandomi sui vecchissimi dati cinesi) soprattutto per i più giovani (<50 anni) sarebbe fondamentale (ovviamente al netto dal ricatto delle limitazioni connesse al verdepasso) avere questo elemento per decidere se vaccinarsi oppure no: la mia sensazione è infatti che una percentuale molto significativa dei ricoverati di età inferiore ai cinquanta abbia una o più comorbidità.
Venendo ai dati sulle ospedalizzazioni, i famosi “letti rubati”, si hanno nell’ultimo mese circa (da metà ottobre a metà novembre) 3737 letti “rubati” da non vaccinati e 3693 letti occupati da vaccinati (*2). Normalizzando per il numero totale di vaccinati e non vaccinati si ricava che i non vaccinati hanno una probabilità circa 6 volte maggiore di essere ospedalizzati rispetto ai vaccinati.
Non mi pare una differenza di per sé stratosferica: l’ordine di grandezza è lo stesso.
Alla fine, i letti “rubati” sarebbero 3737-623=3114 visto che un sesto dei non vaccinati avrebbe comunque occupato un letto in ospedale anche se vaccinato.
Ma, a proposito di letti negli ospedali, che dire di quelli occupati da chi ha avuto reazioni gravi ai vaccini: a mio avviso andrebbero considerati anch’essi.
Il problema è avere i dati al riguardo: i dati ufficiali sugli effetti avversi a questi vaccini sono evidentemente sottostimati: in pratica se l’ago non è ancora inserito nella spalla il vaccino viene automaticamente scagionato! Eppure i dati del VAERS parlano chiaro (v. Solita censura) l’aumento delle segnalazioni nel 2021 è di tre ordini di grandezza superiore a quello degli anni passati: come si spiega?
Comunque proprio oggi ho trovato questo articolo Effetti collaterali, i numeri choc che nessuno vuol vedere e diffondere: come stanno le cose da IlParagone.it (basato a sua volta su un articolo di Panorama).
Anche in questo caso ci si basa sulle segnalazioni, stavolta relative alla UE, di reazioni avverse gravi ai vaccini. Non ho idea di cosa si intenda con “gravi” visto che è solo indicato che possono causare ricovero in ospedale.
In totale queste segnalazioni gravi sono 505.833 e, come nel caso dell’equivalente banca dati statunitense, è facile supporre che siano fortemente sottostimate. Ovviamente si riferiscono all’intera popolazione europea (UE) di cui quella italiana rappresenta il 13,30% così ho applicato lo stesso rapporto alle segnalazioni ottenendo 67.275 segnalazioni. Anche in questo caso questo valore è sottostimato dato che la percentuale di vaccinati in Italia è molto più alta della media europea.
Di queste segnalazioni gravi quante comporteranno un ricovero in ospedale? Non ne ho idea: penso che il 20% sia una cifra ragionevole. Si otterrebbero così 13.455 ricoveri ospedalieri che, divisi per 11 mesi, danno 1.223 ricoveri al mese per l’Italia.
Ovviamente è una stima assolutamente approssimativa: bisogna considerare le due sottostime delle segnalazioni (di cui soprattutto la prima potrebbe essere molto significativa) e il mio 20% di ricoveri totalmente ipotetico. Comunque direi che è ragionevole dire che i letti occupati da chi ha avuto reazioni avverse al vaccino sia dello stesso ordine di grandezza del numero di letti occupato dai non vaccinati che “rubano” i posti letto in ospedale.
Insomma, alla fine, anche la valutazione utilitaristica del consumo di posti letto non è così automaticamente favorevole ai vaccinati come potrebbe sembrare in prima lettura a prescindere dalle considerazioni morali che mi sembrano invece ovvie.
C’entra poco con la riflessione di oggi ma già che ci sono segnalo un affermazione di un cardiologo, riportata dall’articolo sullodato, in cui afferma di aver fatto 9 segnalazioni di reazioni avverse negli ultimi 21 giorni contro le 0 (zero) dei trent’anni di carriera precedenti, soprattutto dopo la terza dose (in genere giovani uomini ma anche donne). Se vi ricordate anch’io avevo ipotizzato, considerato che dopo la seconda dose le reazioni avverse erano più numerose che alla prima, che probabilmente sarebbero state ancora più numerose dopo la terza: ovviamente un’esperienza aneddotica come quella riportata dall'articolo non ha grande significato però mi sembra un indizio da tenere ben presente: di sicuro nei prossimi mesi ne sapremo di più anche da questo punto di vista.
Conclusione: adesso la variante omicron aggiungerà un ulteriore livello di incertezza a tutte queste considerazioni: la speranza è che questa nuova variante sia sì più contagiosa ma anche meno virulenta in maniera che favorisca così l’immunità di gregge con pochi rischi per chi si infetta.
Nota (*1): lo stesso accade per altre tabelle: le percentuali per le fasce di popolazione più giovane sono approssimate, a mio parere, troppo per eccesso dando così un’impressione fuorviante.
Nota (*2): non ho considerato i dati sui vaccinati con prima dose da meno di 14 giorni perché non sapevo se inserirli nel gruppo dei vaccinati o no. Comunque il loro numero relativamente piccolo non altera la sostanza dei miei calcoli.
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