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sabato 16 maggio 2020

Tre veloci

Oggi voglio dedicare il resto della giornata, almeno fino a dopo cena, alla lettura e quindi non voglio neppure scrivere molto al calcolatore.

Ieri ho finito di vedere una strana miniserie su Netflix: “Into the night” mi pare si chiami. Mi ha lasciato con un piccolo mistero che mi sono divertito a cercare di risolvere. Finito l’articolo andrò a scoprire la soluzione in Rete…
Il genere è catastrofico (e siccome mi piace molto sono di bocca buona), tratto da un romanzo, e mette insieme il solito gruppo di personaggi improbabili che devono collaborare per sopravvivere.
Fin da subito ho notato il totale disprezzo degli sceneggiatori per la geografia e, soprattutto, per le distanze. L’aereo deve volare al buio perché la luce del sole uccide e quindi è costretto a volare costantemente verso ovest per evitare di essere raggiunto dall’alba.
Il problema fondamentale è che alla sesta puntata hanno finito tutti i soldi: l’areo, faticosamente arrivato da Bruxelles fino al Canada nelle precedenti cinque puntate, ha sorvolato USA/Canada, oceano Pacifico e Russia (oppure hanno tagliato passando dall'Artico?) ed è tornato a Bruxelles: qui, sempre in corsa contro il tempo, scoprono l’esistenza di un rifugio segreto in Bulgaria o comunque in un paese a molte centinaia di chilometri verso Est. Dovrebbero fare un altro giro intorno alla Terra ma volendo chiudere la miniserie ci volano direttamente! Vabbè, qui mi sono cadute le braccia…
Mi sono chiesto quindi di dove fosse la produzione: quelle americane sanno valutare bene i soldi necessari quindi è europea.
Inoltre la lingua originale non era l’inglese: me ne accorgo perché voce e sottotitoli non corrispondono, sono due traduzioni diverse.
Non è tedesca perché non ci sono personaggi tedeschi. Idem non dovrebbe essere francese a meno che non considerino il Belgio roba loro…
I personaggi sono: un italiano, qualche belga, un turco, un polacco, qualche russo, un’inglese e un marocchino. Tutte nazionalità compatibili con l’immigrazione in Belgio. La presenza dei russi mi lascia perplesso però. Magari il romanzo originale è russo (anche se potrebbe essere un artificio per permettere alla trama di interagire con i russi: ma in tal caso ne sarebbe bastato uno invece ce ne sono ben tre: due donne e un bambino) o magari belga (esistono degli scrittori in Belgio?!) e la produzione è belga/inglese. Anche la protagonista femminile inglese è bruttina: scelta in linea con lo stile “realistico” britannico… bo...
Ora vado a controllare su Wikipedia!

Stanotte un incubo diverso dal solito: ero inseguito da un Alien gigante ma c’era tutta una sottotrama più complessa di sfondo che adesso non ricordo ma intuisco a spezzoni e basta…
Un mio amico ridacchierà sotto i baffi!

Infine un’intuizione avuta stamani mentre mi facevo la tazza di tè al microonde: la democrazia americana fu innovativa perché la sua costituzione fu scritta da esponenti dei poteri medi. O comunque si trattava di parapoteri ancora non molto differenziati dalla democratastenia.
In Europa quando è giunta la democrazia è sempre stata mediata, adattata per le varie esigenze nazionali, da parapoteri ormai ben strutturati e affermati, lontani dalle esigenze della popolazione.
Ecco perché gli USA sono la nazione dove, nonostante l’attuale crisi democratica comune a tutto l’occidente, la democratastenia è più libera e quindi (le due cose sono strettamente collegate) ha più potere.

Conclusione: vabbè, ora faccio gli esercizi per la memoria e poi spengo il calcolatore!

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