Oggi mi è tornata in mente una vecchia idea che, forse, varrebbe la pena integrare nell'Epitome: intanto ne faccio una bozza qui sul ghiribizzo per chiarirmi le idee...
Supponiamo di avere in un sistema due gruppi A e B: come possono degli ipotetici parapoteri (piccolo gruppo C) che controllano tale società aumentare la felicità del gruppo A?
La maniera più ovvia è quella di aumentarne la forza che, nel mondo moderno, equivale al reddito. Esiste però un'altra possibilità meno dispendiosa: diminuire la forza di B.
Infatti se i gruppi A e B lavorano/vivono a stretto contatto fra loro allora un peggioramento delle condizioni di B farà apprezzare maggiormente ad A il proprio stato anche se questo non è variato.
La chiave di lettura di questo fenomeno risiede nel fatto che ciascuno, per valutare il proprio stato, si confronta con le persone che gli stanno intorno.
Ad esempio ci sentiamo ricchi o poveri considerando non il reddito dei norvegesi o quello dei senegalesi ma, piuttosto, quello dei nostri vicini, dei parenti, dei nostri colleghi di lavoro: ovvero ci confrontiamo con le persone a noi più prossime e non con criteri astratti sebbene oggettivi.
Ovviamente vale anche l'inverso: nel caso che le condizioni del gruppo B siano peggiorate i suoi membri invidieranno maggiormente quelli del gruppo A. Se i parapoteri che hanno orchestrato il tutto riescono a nascondere le proprie responsabilità nessuno se la prenderà con loro: ovviamente perché i membri dei parapoteri vivono separati da A e B e, quindi, né A né B si confrontano direttamente con loro. In particolari complessioni del sistema questa asimmetria di trattamento potrebbe risultare utile.
Bozze di esempi: segregazione in Cina dei ricchi con aree, comprese le scuole, a loro riservate (per evitare questo effetto); UE democratastenia tedesca che non rivendica quanto le spetterebbe perché si confronta con quelle del sud Europa (stiamo già bene, non necessitiamo di più); in un’azienda, gruppo di dipendenti (chiaramente riconoscibili, magari tramite un badge) con particolari privilegi (ad esempio l’accesso a particolari aree di ristoro) rispetto ad altri (chiaramente riconoscibili) senza particolari giustificazioni (magari per distinzioni fra vecchi e nuovi contratti).
Conclusione: alla fine mi pare si tratti di una specie di tecnica di dividi et impera, talvolta particolarmente subdola, anche se non sempre, almeno potenzialmente, negativa: come nel caso cinese dove, se fosse libera di attuarsi, spingerebbe fortemente verso una redistribuzione della ricchezza.
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