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sabato 1 ottobre 2016

Primo vero successo

Per togliermi un po' di pagine lasciate aperte sul navigatore prendo l'occasione per celebrare il primo vero successo del M5S: il “no” alle olimpiadi.
Credo che per l'Italia si tratti un risparmio netto (considerando quindi anche gli utili che ne sarebbero derivati) di parecchi miliardi di euro per tutti i cittadini italiani; certo si tratta anche di una grave perdita per i soliti cementificatori amici o vicini alla politica che già pregustavano guadagni facili ai danni della collettività. Parte dell'astio con cui la Raggi viene attaccata è determinato proprio da questa sua decisione contro le olimpiadi. Perché è inutile ricordare da chi sono controllati la maggior parte dei media italiani, vero?

Il problema è che dalle politiche del 2013 questo “no” è l'unico successo, per giunta difficile da “vendere” (*1), del M5S.
È chiaro che stando all'opposizione, anche volendolo, non si può essere costruttivi se da parte della maggioranza non c'è sincera volontà di collaborazione: gli accordi faticosamente raggiunti nelle commissioni ribaltati, la mancanza di dibattito in Parlamento e il ricorso continuo al decreto legge.
Il governo Renzi è felicissimo di legiferare come meglio crede senza curarsi del M5S e col tacito benestare della destra comatosa di Berlusconi e dei partiti minori di falsa opposizione (lega, SEL e simili).
Eppure un'opposizione matura ne avrebbe preso atto e, diciamo dal 2014 in poi, constata la totale inutilità della lotta politica in Parlamento, avrebbe portato la protesta nelle piazze, organizzando manifestazione contro la pletora di leggi folli e contro l'Italia e gli italiani che negli anni si sono succedute. Questo avrebbe costretto Renzi a fare molti passi indietro che avrebbero sicuramente giovato al paese mentre il M5S avrebbe maturato credibilità politica (*2).

Su questo tema mi sono ormai da anni “sgolato” a ripeterlo sul mio viario. Col tempo avevo maturato la convinzione che il M5S non volesse veramente vincere le elezioni nazionali ma, ovviamente, facendo sempre credere ai propri elettori e simpatizzanti di volerlo fare!
Per varie ragioni (*3) ero anche giunto alla conclusione che il vero capo del M5S fosse Casaleggio mentre Grillo, semplicemente, l'uomo immagine.

In questa ottica, col senno di poi, si può leggere la creazione del direttorio: un gruppo di ragazzi che avrebbe dovuto fare da contraltare a Grillo (mandato in pensione) e più facile da controllare per l'oscuro Casaleggio Jr.
Ma difficilmente i progetti di questo tipo, se non hanno fondamenta solide, resistono alla morte del loro ideatore. E infatti con la scomparsa di Casaleggio (aprile 2016), dopo appena 5 mesi, è invece il direttorio a essere prepensionato mentre Grillo sembra intenzionato a tornare in prima linea...

Mi chiedo ora, dando per scontato che in passato fosse Casaleggio a non voler veramente vincere, quale siano le vere intenzioni di Grillo. Più precisamente: vuole veramente vincere oppure si accontenta di far fare al movimento la solita opposizione impotente e sostanzialmente inutile?
Per rispondere a questa domanda, non potendo più contare come in passato sulle informazioni dall'interno del movimento, posso solo basarmi su una valutazione delle scelte politiche fatte e da queste, dando per scontato che Grillo sia ben consapevole dei problemi del movimento e abbia un po' di buon senso politico (*4), capire se aiuteranno o meno il M5S a vincere le elezioni e poter così inferire quale sia il vero obiettivo di Beppe.

Se Grillo volesse veramente vincere, sul fronte interno, avrebbe dovuto cambiare l'organizzazione del movimento (adesso praticamente inesistente) in maniera da far emergere le persone veramente capaci di governare e, come tali, politicamente credibili. Certo, questa riorganizzazione avrebbe obbligatoriamente reso Grillo meno padrone e più leader eletto perché vari poteri (tipo la certificazione delle liste, la preparazione del programma, etc...) sarebbero stati delegati alla nuova struttura del movimento. Sul fonte esterno invece l'unica strada è, come detto, quella delle manifestazioni di piazza.

Sfortunatamente non mi sembra che sia questa la direzione intrapresa da Grillo: i cambiamenti nel regolamento/statuto e il generale accentramento di potere non mi pare possano permettere al M5S di fare quel salto di qualità di cui avrebbe bisogno.

Conclusione: come al solito sono pessimista ma vediamo se, nei prossimi sei mesi, ci saranno novità migliori...

Nota (*1): nel senso che per me è ovvio che si tratti dell'unica scelta sensata ma a parecchi italiani, quelli che vivono nel mito delle verità propagandate dai media, sembrerà comunque un'occasione persa...
Nota (*2): votare M5S ha senso perché, anche stando all'opposizione riescono a ottenere qualcosa, a influenzare il governo.
Nota (*3): per tanti indizi che non posso ripetere qui: dare un occhiata ai pezzi col marcatore “M5S” per sapere tutto al riguardo... (magari iniziare leggendo Soddisfazione personale)
Nota (*4): Grillo è sicuramente un visionario (nel senso buono!) e come tale vede lontano ma ciò non basta a renderlo un buon politico...

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