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giovedì 13 ottobre 2016

Pizzarotti e poi?

Come accennato in Ulrike: la veRità mi era stato “commissionato” un pezzo sul nuovo “non statuto” del M5S. Però, in realtà, oggi voglio scrivere sì del M5S ma del caso Pizzarotti...

La notizia è ancora fresca: Pizzarotti, stufo dello specialissimo trattamento adottato nei suoi confronti, con regole e procedure arbitrariamente inventate giorno per giorno dal nucleo più opaco del movimento, ha lasciato il M5S e ha creato un nuovo gruppo consiliare (17 dei 18 consiglieri pentastellati lo hanno seguito) con cui continuare ad amministrare Parma.

Politicamente è stato perfetto: per anni ha dovuto ingoiare umiliazioni ma lui ha continuato ad andare avanti e adesso sta raccogliendo i frutti di quanto seminato: non solo la riduzione del debito cittadino ma anche svariate altre iniziative per la sua città.

Se invece si fosse dimesso anni fa non tutti i consiglieri l'avrebbero seguito, la giunta si sarebbe spaccata, e poco di quanto c'è oggi sarebbe stato realizzato.

Come ho già avuto modo di sottolineare Pizzarotti è stato politicamente molto abile (v. Casaleggio Jr – Pizza, e poi? dello scorso maggio) a far sì che l'attacco personale contro di lui, per le note vicende giudiziarie, venisse percepito come un attacco all'intero consiglio di Parma.
Lo scopo di Pizzarotti era ovviamente quello di compattare i consiglieri intorno a sé facendo percepire loro un attacco esterno: in questo caso, anche se fosse stato espulso, la giunta non si sarebbe spaccata.
Sì perché credo che ormai Pizzarotti, stufo delle continue umiliazioni e ingiustizie subite, volesse essere espulso: in questa maniera sarebbe potuto passare da martire e magari avere visibilità sufficiente per poter costruire qualcosa di nuovo (ma su questo tornerò in seguito).
Pensate al contraccolpo se il M5S avesse espulso Pizzarotti con la scusa della mancata comunicazione dell'azione giudiziaria quando poi, prevedibilmente, l'intera vicenda è stata archiviata...

Per una volta però (sfortunatamente) il M5S si è mosso politicamente (ma non moralmente!) bene disinnescando la “mina Pizzarotti” mettendolo nel congelatore a tempo indeterminato ma senza espellerlo. A questo punto il sindaco di Parma ha scelto di nuovo la strada migliore: non ha aspettato che il nuovo statuto con le regole per la sospensione a tempo indeterminato/espulsioni venisse approvato e applicato, più o meno legittimamente, a lui ma se ne è andato per primo (e senza il peso del sospetto di un'indagine in corso).

L'articolo Ex grillini di tutta Italia, unitevi ripete, almeno in parte, ciò che da tempo ho scritto su questo viario: auspica infatti che Pizzarotti possa divenire una figura di riferimento per tutti gli ex attivisti delusi dal movimento che ha tradito se stesso e, soprattutto, i suoi principi più profondi.

Il fallimento dell'esperienza toscana, dove centinaia di ex attivisti del movimento hanno cercato di mettersi insieme per creare un'alternativa, almeno locale, al M5S mi ha infatti insegnato un paio di cosette.
1. il senso di appartenenza degli attivisti al M5S non è basato su contenuti ideologici reali: tutti erano concordi nel portare avanti i principi originali del movimento ma ognuno aveva la propria idea su quali essi fossero! Volutamente infatti il M5S è estremamente vago sulle materie più controverse: in questa maniera attivisti e simpatizzanti suppongono erroneamente che la linea del movimento sia quella che preferiscono.
2. senza una figura di riferimento che dia un indirizzo ben preciso le divergenze di cui sopra finiscono per dividere invece che unire.

Mi dispiace ammetterlo ma inizio a temere che la maggior parte delle persone, quando pensa “con la propria testa”, finisce per far danni!
Soprattutto è impossibile che molte decine di persone riescano a mettersi d'accordo su qualcosa di complesso come un programma comune o di più profondo come un'ideologia politica.

Io credo che Pizzarotti stia adesso riflettendo su come muoversi, probabilmente sentendosi con ex attivisti di altre regioni e, magari, con parlamentari espulsi.
Probabilmente valuterà le possibili alleanze e, se non sufficienti, si accontenterà di ripresentarsi a Parma con una lista civica.
Penso infatti che senza altri appoggi, il tentativo di ricostruire un movimento “delle origini” sarebbe comunque destinato a morire.
Grillo ha infatti dimostrato di possedere tutti i voti del movimento: i simpatizzanti, per non parlare della gente comune, non hanno idea della situazione interna del movimento e seguono pedissequamente la voce “ufficiale” del suo capo. E senza voti, alla fine, non si può far niente...
Solo una personalità dalla grande visibilità potrebbe riuscire a “raggiungere” e farsi ascoltare da questo bacino di elettori.

Più che ci penso e più dubito che una persona intelligente come Pizzarotti si bruci in un'impresa destinata al fallimento.
Perché poi c'è un altro problema (*1): non basta scrivere un programma elettorale, per quanto accurato e innovativo, perché gli italiani vogliono di più: vogliono una speranza, qualcosa in cui poter credere.
Grillo dà la speranza del cambiamento, degli onesti che rimpiazzano i corrotti; anche Renzi, a modo suo, cerca di dare la speranza della ripresa, della fine della crisi economica così come Berlusconi, ripetendo che tutto andava bene, dava la speranza che tutto andasse effettivamente bene...
A mio avviso però queste sono speranze estemporanee, che non reggono alla prova del tempo perché superficiali (non basta l'onestà ma ci vogliono anche le capacità) o palesemente false (vedi Renzi e Berlusconi).
Io credo che, per salvare l'Italia (*2), occorrerebbe di più: servirebbe una nuova ideologia che però si può avere solo con una profonda comprensione della realtà attuale e delle sue problematiche: altrimenti si avrebbe un'inutile utopia o delle teorie fini a se stesse e magari controproducenti se applicate nelle pratica! Una volta che si ha l'ideologia è (relativamente) facile dare speranza in un futuro migliore perché si può indicare una direzione in cui muoversi, dove guardare per veder sorgere il Sole... mentre il programma politico verrebbe da sé perché è una semplice implementazione pratica delle idee teoriche presenti nell'ideologia.

Ma Pizzarotti da solo può proporre qualcosa di così completamente nuovo? Io temo di no...

Conclusione: come al solito sono pessimista credo che, al massimo, Pizzarotti potrà fare una propria lista civica per le prossime comunali a Parma. Per progetti più ambiziosi non ci sono le forze. Comunque se Pizzarotti mi sorprendesse ne sarei più che felice...

Nota (*1): me ne sono reso conto osservando il sito di Alternativa Libera, il partito/movimento fondato da alcuni parlamentari espulsi o usciti dal M5S...
Nota (*2): molto più difficile che vincere le elezioni!

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