L'esperimento sui pezzi con le nuove cose imparate (v. Una nozione al giorno...) è già fallito. Ci sarebbe troppo da scrivere e comunque, implicitamente, ho sempre scritto delle novità che imparavo: pochi altri argomenti mi entusiasmano altrettanto quanto rendermi conto di aver compreso un nuovo frammento della realtà che ci circonda. Che poi, come insegna (vedi marcatore “PSS”...) anche il maestro Yury, questo cammino è proprio lo scopo della vita: la paideia degli antichi greci...
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Comunque, sempre nell'ottica del continuo apprendimento, mi chiedevo quale fosse il valore dei videogiochi che tanto mi piacciono. In realtà non è facile trovare risposte soddisfacenti a questa domanda. Personalmente li vedo più come un allenamento per la mente: troppo virtuali per essere considerati una fonte di reali e genuine nuove esperienze. Eppure, seppure indirettamente, anche da Steam e i suoi videogiochi ho imparato qualcosa. Eppure l'importanza di tenere la mente allenata non è percepito da tutti: se vediamo una persona obesa tutti pensiamo che non fa abbastanza esercizio fisico e che avrà problemi di salute: perché non dovrebbe essere lo stesso col cervello? Se non lo si esercita anch'esso perde l'elasticità e la prontezza solo che le persone non se ne accorgono immediatamente perché è nascosto dai "capelli"...
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Uno dei miei acquisti si chiama Hive ed è la diretta trasposizione di un gioca da tavolo che ha vinto moltissimi premi. Il gioco originale è effettivamente molto bello ma il videogioco ha qualche problema: l'intelligenza artificiale è pessima e, dopo poche partite, vincevo senza difficoltà contro il calcolatore; l'alternativa, giocare contro altri avversari umani, è meno facile di quanto pensassi: la base di giocatori è piccola e in linea si trovano pochi avversari...
Comunque provai a iscrivermi a un buon numero di partite ma tutte vennero misteriosamente abortite. Mi venne così il dubbio di aver fatto qualcosa di sbagliato: dopotutto l'interfaccia del gioco è poco intuitiva. Così iniziai a bazzicare il relativo forum alla ricerca di informazioni utili e, io stesso, vi pubblicai una domanda per avere chiarimenti. È importante saper leggere fra le righe: spesso il messaggio più importante non è quello esplicito ma quello nascosto...
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Fra i nomi dei membri più attivi del forum notai anche quello di un giocatore al quale avevo chiesto di giocare ma che aveva abortito la nostra partita. I suoi interventi mi colpirono perché estremamente analitici e chiari. Notai anche che il suo inglese era molto buono e perciò pensai che fosse di madrelingua.
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Per farla breve ci divenni amico e scambiai con lui numerose opinioni sul gioco: notai anche che aveva gusti videoludici simili ai miei (su Steam è possibile indicare i giochi che ci interessano) e che, anzi, ne possedeva molti ai quali anch'io ero interessato. Così gli chiesi il permesso di disturbarlo per avere la sua opinione su alcuni di essi.
Dopo qualche giorno lo contattai quindi (non ricordo nemmeno più per quale gioco) per avere informazioni: mi ero pure preparato un bel po' di domande in inglese da copiare e incollare...
Eppure mi stupì dicendomi che sì, aveva quel gioco, ma non ci aveva mai giocato. Così gli chiesi come fosse possibile e lui mi spiegò che non comprava i giochi direttamente su Steam ma tramite le offerte di HumbleBundle.com dove, per pochi dollari, se ne possono acquistare a dozzine.
Ma il fatto più interessante è che da HumbleBundle.com non si scarica il gioco acquistato ma si ottiene invece una chiave grazie alla quale lo si può installare con Steam!
A me pareva incredibile e mi chiedevo dove fosse l'inganno e se l'acquisto fosse possibile dall'Europa: l'offerta della settimana era infatti in dollari mentre il normale listino in euro. Il mio amico però vedeva tutto in rubli perché russo: evidentemente dallo scritto non si sente l'accento!
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Qualche giorno fa l'ho ricontattato per chiedergli informazioni su un gioco chiamato FTL anche se, secondo Steam, ci aveva giocato solo un paio di ore: pensai che almeno mi avrebbe potuto spiegare cosa non gli fosse piaciuto. Gli scrissi di rispondermi con calma perché tanto il gioco non era in offerta e non avevo quindi bisogno di prendere una subita decisione. Invece mi ricontattò immediatamente spiegandomi che quello che vedevo io era solo il tempo di gioco nelle ultime due settimane e che, in realtà, ci aveva giocato circa 50 ore: un gioco di “gestione delle risorse” piuttosto complesso, tanto che, a livello “facile” lui non era ancora riuscito a vincere.
Certo che la complessità è relativa, dipende sia dal soggetto che dalle aspettative che abbiamo dell'oggetto.
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Il giorno dopo trovai sul calcolatore un suo messaggio: il collegamento a HumbleBundle.com con il gioco in offerta a 1.78€ invece dei 9.99€ normalmente richiesti da Steam.
Decisi di correre il “rischio” e feci l'acquisto: ebbi anche un attimo di paura quando, al tentativo di scaricare il gioco, Steam mi diede un messaggio di errore... Ma era colpa mia: avevo inserito il codice dell'ordine invece della chiave! Certo che se le istruzioni fossero state più chiare... invece erano divise su due epistole consecutive: ha senso dividere ciò che dovrebbe rimanere intero?
Scusate la divagazione: mi ero distratto...
Comunque FTL è stato proprio un buon acquisto: effettivamente al 60% è un gioco di gestione delle risorse, ma c'è anche un 30% di tattica e un 10% di strategia.
Forse un po' difficile ma veramente divertente e stimolante. Cosa rende stimolante un gioco? Dipende: nel mio caso il rendersi conto che non esiste una sola strategia vincente ma che, anzi, questa vada adattata in base alle diverse situazioni...
Scusate la divagazione: ma è stata l'ultima! Sono infatti arrivato all'argomento di cui volevo scrivere quando ho iniziato questo pezzo...
Quello di cui infatti volevo scrivere oggi è la mia vittoria, alla terza partita e dopo un tempo cumulativo totale di gioco di circa 6 ore!
D'accordo, giocavo a livello facile e con l'espansione disabilitata (come consigliato ai principianti) ma è comunque un ottimo risultato.
Nel gioco si è alla guida di un'astronave con la quale bisogna attraversare otto settori (scelta del percorso, il 10% di strategia) affrontando numerosi scontri (il 30% di tattica). Dopo ogni combattimento si raccoglie del materiale che può essere usato per potenziare la propria astronave (il 60% di gestione delle risorse). Al nono settore c'è invece l'epico scontro finale contro l'ammiraglia dei nemici.
Alla prima partita ero arrivato al quinto settore mentre, alla seconda, ero stato massacrato dall'ammiraglia nemica. Alla terza partita però...
Ecco cosa ho scritto (*1) al mio amico russo:
«I won on easy level and advanced content disabled on my 3rd run!
In the final fight I made a lot of mistakes but I was also very lucky: I didn't know you have to defeat the flagship 3 times... :-O
During the first fight I forgot to teleport back 2 crew members from the flagship...
In the second one I forgot to activate the cloak device and a killer drone was teleported on my ship: I was unlucky because I had to fight it in a room with a breach and, basically, I lost there other 3 crew members. At the end of the combat I had only 3 crew members left and half of my ship without oxygen. I forgot to pause the game while studying what to do and I lost another guy.
So I had only 2 guys left for the final fight and the flagship started to teleport other attackers on my ship! I ignored them and fired everything I had against the flagship.
The fight was very close and, when I lost my last man, the flagship had just 1 hull point left: I was already crying for my bad luck when (I presume) my attack drone fired a last shot and... BOOM!!
The game decided I won even if also my ship was destroyed...
:-D»
Così... tanto per mettere le cose in chiaro... ;-) (*2)
Conclusione: attenti alle divagazioni e alle distrazioni!
Nota (*1): scritta di fretta: a rileggerla avrei voglia di correggerla per non far pensare ai miei lettori che questo sia il mio migliore inglese... vabbè, mi limito a un paio di refusi...
Nota (*2): nei miei pezzi non uso le faccine (ma nei commenti e nella mia corrispondenza privata sì...) ma in questo caso, visto che nel brano riportato ne ho messe due, ho fatto un'eccezione: oltretutto è utile per sottolineare il pizzico di autoironia della frase che forse non è del tutto evidente...
mercoledì 16 settembre 2015
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