I pezzi da scrivere, invece che diminuire, si stanno accumulando...
Per questo ho deciso di dare la precedenza a quelli che ritengo “importanti” anche se non mi stimolano particolarmente.
Un paio di settimane fa mi capitò di sentire alla radio (non ricordando esattamente i dettagli, e preferendo tacere piuttosto che sbagliare, sarò vago) una breve intervista a un medico di un importante ospedale italiano. Si trattava di una di quelle interviste “pillola” di pochi minuti (secondi) ideate per essere tollerabili anche dalla scarsa capacità di attenzione dell'italiano medio.
L'argomento erano le allergie infantili: non ci sono dati recentissimi per l'Italia ma quelli di qualche anno fa danno le allergie cresciute all'1% fra i nuovi nati (ovvero circa 6.000 bimbi l'anno). In Australia, i dati di pochi anni fa sono ancor più sconvolgenti e si parla del 10% dei nuovi nati.
L'intervistatrice pose quindi l'ovvia domanda al medico: “Perché?”
Il medico, da bravo scienziato, evitò una risposta compromettente ma rispose in maniera piuttosto laterale. Non ricordo tutti i passaggi ma partendo dal fatto che la percentuale di bambini allergici all'uovo era enormemente cresciuta andò a concludere che dipendeva “dalle condizioni di vita” della madre. Perfettamente soddisfatta da questa non risposta l'intervistatrice salutò e ringraziò il medico.
Qualche giorno fa ho parlato con un mio vicino (vive ad appena un chilometro da me!) cacciatore dal quale ottengo le mie informazioni sulla caccia. Gli dicevo che il primo settembre, diversamente da altri anni, non ho sentito neppure uno sparo: lui mi ha risposto che il problema è il drastico calo della selvaggina. Così gliene ho chiesto il motivo: con tipica lungimiranza venatoria lui attribuiva la colpa al fatto che volpi, gli “immancabili” cinghiali e perfino lupi (!!) stanno scendendo dalle montagne, dove non hanno cibo a sufficienza, per banchettare nella riserva...
Ovviamente da questi due fatti non è possibile ricavare certezze ma, almeno personalmente, ho dei sospetti molto forti. Io vi leggo un improvviso deterioramento dell'ambiente in cui viviamo che dovrebbe essere letto come un gigantesco cartello: “Attenzione pericolo di vita!”
Come è possibile non preoccuparsi quando si scopre che le allergie nei bambini (secondo dati vecchi) sono aumentate di dieci volte? A me pare evidente che ci stiamo avvelenando e le maniere principali per farlo sono tre: per mezzo del cibo che mangiamo, dell'acqua che beviamo e dell'aria che respiriamo. Di questi tre il mio “sospettato” principale è il cibo: cosa rimane nel cibo di diserbanti e insetticidi vari? E le nuove varietà geneticamente modificate siamo sicuri che, almeno alcune di esse, non facciano male di per sé?
È di pochi giorni fa la notizia che tracce di un noto diserbante di un'importante multinazionale (*1) si trovano anche nel latte materno: qualcuno pensa che il diserbante nel latte faccia bene? Io no...
E per quale motivo (secondo KGB!) gli animali da preda sono fortemente diminuiti?
Da tempo gli apicoltori ci stanno dicendo che le loro api stanno morendo avvelenate: mi pare logico presumere che anche tutti gli altri insetti abbiano subito un analogo calo demografico.
E gli uccelli e uccelletti tanto cari al mio amico cacciatore cosa mangiano? Beh, molti mangeranno insetti...
Insomma è l'intera catena elementare a essere sotto attacco: come si fa a non capire che l'uomo (o, più precisamente, qualche multinazionale) stavolta l'ha combinata grossa?
È notizia di queste ore che la Volkswagen rischia una multa di 18 miliardi negli USA perché le sue autovetture erano più inquinanti del dovuto: di quanti miliardi si dovrebbe multare allora una multinazionale (americana) se si scoprisse che sta avvelenando il mondo?
Comunque quello che più stupisce è che, nonostante questi segnali di allarme, non si stanno ancora facendo delle indagini e studi approfonditi. Cosa stiamo aspettando? Cosa abbiamo paura di scoprire? Perché i governi non prendono provvedimenti di fronte a questa allarmante pericolo per la salute pubblica? Forse alcune multinazionali (i cui interessi, per le nostre democrazie malate, contano molto di più di quelli dei cittadini) non vogliono indagini?
È infatti evidente che anche in altri paesi questo problema è sottovalutato: lo dimostra che anche in Australia i dati sulle allergie dei bambini non sono aggiornatissimi mentre il primo passo da compiere, se se ne volessero scoprire le cause, sarebbe proprio un'attenta analisi dell'andamento del fenomeno....
Conclusione: si dà per scontato (o almeno così facevo io) che le allergie "capitasser". Che fossero predisposizioni innate con cui si nasce. Alcuni bambini nascono miopi, altri allergici...
Eppure il drastico incremento di questa problematica ci dice chiaramente che la sua origine non può essere esclusivamente ereditaria ma, anzi, deve essere prevalente una componente ambientale. E se c'è qualcosa di così grave e pericoloso liberamente a giro nell'ambiente sarebbe logico individuarlo ed eliminarlo... o almeno provarci con tutti i mezzi...
Nota (*1): di nuovo sono vago: non ricordo esattamente i nomi e per questo, nel dubbio, preferisco non citare informazioni errate.
martedì 22 settembre 2015
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