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domenica 8 maggio 2011

Domande inutili

Capita solo a me di chiedermi, talvolta, se sono un brava persona?
E chi è una brava persona?
È possibile giudicare se stessi? E rispetto a chi siamo bravi?
Probabilmente queste domande sono senza risposta: sono troppo vaghe. Se anche aggiungessi una montagna di “ma” e “però” non le chiarirei ma le renderei solo più complicate.

Eppure a volte mi capita di chiedermi se mi merito, o se mi ero meritato, tutto l'affetto che ho ricevuto. Penso ai nonni, agli zii, a quello che mi hanno dato e a tutto quello che invece io non ho fatto e non ho detto.
Cosa vedevano in me per volermi bene? Sicuramente ciò che ho dato in cambio è stata ben poca cosa.

Rispetto alla mamma invece ho il cuore in pace. Sono consapevole che l'amore delle madri è tanto inesauribile, assoluto e folle che è impensabile essere in grado di contraccambiarlo adeguatamente. L'amore materno non è qualcosa che si merita: è una sorta di bonus che ci viene regalato prima di essere tritati dalla vita. O banalmente un prestito che si ripaga ai figli (ma non è questo il punto)...

E cosa ho fatto di buono verso tutti gli altri, verso il resto del mondo? Ancor meno: l'unica cosa positiva che posso dire al riguardo è di non aver danneggiato, almeno consapevolmente, nessuno.
Il non infrangere le leggi, anzi il rispettare gli altri mi pare il minimo per essere una persona nella norma: per essere “bravi” credo che bisognerebbe fare di più... Il non fare del male è sufficiente per essere buoni?

Quindi perché mi sento una brava persona? Non ho salvato vite né ho fatto beneficenza. Non ho fatto volontariato. A volte mi è mancata la prontezza di fare o dire la cosa giusta: di questo però non mi sento troppo in colpa perché sono fatto così.

Forse è così: tutte le persone si credono buone anche se non lo sono, anche se non fanno niente per gli altri.
In effetti se non ci ritenessimo “bravi” allora saremmo costretti ad ammettere con noi stessi di dover cambiare per diventare delle persone migliori. Il "sentirsi buoni" è quindi una forma inconscia di difesa per rimanere come siamo senza avere sensi di colpa?

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