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giovedì 20 gennaio 2011

Poker: teoria e pratica

Durante una terribile partita (*1) mi capitò di chattare con un avversario che mi consigliò un libro di strategia per poker: Sit'n Go Strategy di Collin Moshman, Ed. Boogaloo Publishing, 2008.
Dopo oltre un mese finalmente mi sono deciso a ordinarlo e, l'altro ieri, mi è stato recapitato a casa.
È veramente fatto bene! Ha un approccio molto matematico ed è ricco di esempi per chiarire i concetti espressi.
Il libro è diviso in tre parti: low-blind, medium-blind e high-blind. Per chi non sa niente di poker non è banale spiegare di cosa si tratta ma, in poche parole, il blind è l'ammontare di chips che bisogna pagare per poter giocare la mano. Inizialmente il blind è basso (low-blind) ma col tempo aumenta sempre più.

Dopo essermi rincitrullito, leggendo tutto di un fiato le prime due parti, non ho resistito a mettere alla prova le strategie esposte dal libro.

Al momento, poiché sono prudente e non mi considero sufficientemente bravo, a soldi veri gioco i Sit&Go con 9 persone da 50 centesimi. Chi vince prende 2€, chi arriva secondo 1€ e il terzo .60€.
Premetto che fino a quel momento avevo giocato solo 12 partite ed ero praticamente pari (*3).

La prima partita è stata un disastro: sono uscito alla prima mano! Un po' ero rintontito da tutte le idee lette e stavo attento a particolari minuscoli senza notare l'ovvio ma, fondamentalmente, si è trattato di sfortuna: mi è capitata una mano ottima contro una mano ancora meglio. A gioco corretto avrei dovuto rendermene conto e uscire dalla mano rimanendo con un terzo delle mie chips (a leccarmi le ferite) ma invece sono andato avanti...
La seconda partita è andata meglio: ho cercato di seguire scrupolosamente le istruzioni e mi sono ritrovato testa a testa con un tizio che aveva 4.5 volte le mie chips. Ho giocato male e ho subito perso.
In pratica quindi ho fatto pari.

Certo è ancora presto per capire se quanto appreso mi sarà utile (io sono sicuro di sì) però ho già notato delle discrepanze fra la teoria e la pratica.
Negli esempi riportati dal libro il rapporto fra il blind e le proprie chips è uno degli elementi determinanti che guidano la strategia da utilizzare. In genere il blind non è mai più piccolo di 1/20 delle chips; col tempo la sua percentuale aumenta significativamente.
Nelle partite che ho fatto inizialmente il blind è insignificante (mi pare 1/40 delle chips iniziali) e, per quanto col tempo aumenti, sembra rimanere costantemente più basso rispetto alla fase di gioco e relativamente al numero di giocatori rimasti.
Mi spiego meglio: secondo la teoria del libro, inizialmente, nella fase di low-blind, si è ovviamente in nove; nella fase di medium-blind si è circa in sette e nell'ultima, high-blind, quattro o meno.
In pratica ho invece notato che il nostro gioco è accelerato e in quella che il libro definisce fase di medium-blind eravamo già in tre.
Non sono sicuro da cosa dipenda: probabilmente visto il basso buy-in d'ingresso (*2) i giocatori sono molto più aggressivi del normale con il risultato che ci sono più eliminati in rapporto alla grandezza del blind.

Qualunque sia il motivo il risultato è che non posso usare pedissequamente le tattiche suggerite dal libro ma dovrò apportarvi dei correttivi. Al momento però devo prima capire meglio la mole d'informazione che ho letto per poi applicare al mio gioco le tecniche che mi sembrano più utili.

Nota (*1): Eravamo rimasti in quattro e io avevo più chips degli altri tre giocatori messi insieme. Poi, per una combinazione di sfortuna e mia insipienza, sono riuscito a farmi eliminare prima di arrivare a premio...

Nota (*2): Il buy-in è la tariffa che si paga per partecipare al gioco. Nel mio caso 0.50€ ma ci sono buy-in anche da 1, 2, 3, 5, 10, 20 e 100€!!

Nota (*3): Per la precisione ero a + 20 centesimi. Ma il numero di partite è ancora troppo piccolo per essere significativo.

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