Fino a ieri avevo una mezza idea di scrivere un nuovo pezzo ispirato da “Democrazia cosa è” di Sartori poi ci ho dormito sopra e ora non ricordo più cosa mi sembrasse così interessante/divertente da scrivere!
Allora ne approfitto per far riprendere fiato ai miei lettori cambiando argomento.
Non so se ne avevo già parlato ma pochi giorni fa ho finito di leggere “Il principe” di Machiavelli: era da tempo che volevo leggerlo curioso di confrontare la sua visione della politica con la mia e, magari, individuare qualche nuova bella epigrafe per la mia Epitome…
In realtà le mie aspettative sono andate deluse. Il problema è che nel Principe manca una teoria di fondo, sia psicologica che politica, che spieghi perché il principe dovrebbe comportarsi in un modo o in un altro. In pratica si ha solo un elenco di consigli, tendenzialmente cinici, che però non sono legati insieme da una struttura teorica.
Un po’ qualcosa di analogo al mediocre “Le leggi del potere” di cui scrissi nel “lontano” 2013 in Le leggi del potere: un insieme di variegati aneddoti, anche questi annegati in salsa cinica, che però niente avevano a che fare con delle leggi. L’unico merito di tale volume fu che mi stimolò a scrivere le MIE leggi del potere le quali costituiscono adesso uno dei punti di forza dell’Epitome…
Almeno di epigrafi ne ho trovate diverse: questo perché i consigli del Machiavelli sono sensati e, anche se rifuggono dal tentativo di generalizzazione teorica, fotografano delle situazioni che effettivamente possono presentarsi nel mondo reale e, di conseguenza, rientrano in schemi analizzati dalla mia Epitome.
Il linguaggio del Machiavelli non è facile e, sfortunatamente, il libro su cui mi sono basato era ricchissimo di note ma col 50% di queste inutili. Per irritarmi poi, spesso invece di semplicemente spiegare il significato di un termine venivo rimandato ad altri capitoli dove era già stato illustrato: insomma faceva perdere tempo inutilmente.
In verità ho iniziato a capire il Machiavelli quando ho smesso di interrompere la lettura continuamente per guardare le note! Infatti, mentre la singola parola da sola può sembrare incomprensibile, se la si considera nel contesto dell’intera frase spesso il suo significato diviene intuibile…
Conclusione: vabbè, mi è venuto un pezzo corto corto… suppongo che ciò sia apprezzabile ogni tanto...
Il post sentenza
2 ore fa
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