Queste simulazioni sono più impegnative del previsto: cioè il problema è trascriverle perché mi prende un sacco di tempo... Però, finché mi diverto...
La seguente sintesi dovrebbe essere più breve della precedente visto che, in effetti, Amalia non è presente in essa: non ho quindi da descrivere dialoghi, azioni etc...
Un paio di note tecniche: 1. ho tolto il marcatore "Facezia": l'idea alla base della storia è faceta ma lo sviluppo è serioso; mi sembra quindi fuorviante continuare a usare tale marcatore. 2. Pubblico retrodatandolo questo pezzo: in genere non lo faccio ma questo era già pronto e mi ero solo dimenticato (causa febbre?) di pubblicarlo.
Giorno 1 (continuazione)
Ieri sera non ho avuto modo di ripensare con calma agli eventi del pomeriggio ma per tutto il tempo la voce di Amalia ha continuato a parlarmi in un angolino della mia mente. Non ne ero completamente conscio ma ne avvertivo la presenza, una sorta di pressione subliminale, lieve ma costante.
Giorno 2
Stranamente ho dormito bene e mi sono alzato presto: in mattinata ho rimuginato a lungo sugli eventi del giorno prima e l'intera vicenda ha continuato a sembrarmi completamente inverosimile. Eppure è avvenuta: quindi deve esserci una spiegazione.
All'ora di pranzo, improvvisamente, ho avuto una prima intuizione: è uno scherzo, una beffa ai miei danni!
Rapidamente ho passato in rassegna varie ipotesi: esiste qualcuno fra i miei conoscenti che conosca anche Amalia e che possa aver organizzato lo scherzo?
La risposta è no: ne sono quasi sicuro. Da una parte conosco poche persone e nessuna di esse mi pare il tipo da organizzare un qualcosa del genere ai miei danni, dall'altra Amalia non è un'amicizia che si tiene segreta: sono sicuro che se qualcuno dei miei amici/conoscenti la conoscesse me ne avrebbe almeno accennato.
E se fra me e Amalia non ci sono intermediari, anelli di congiunzione, conoscenze comuni, con quale criterio proprio io sarei stato scelto? Non mi conosce praticamente nessuno...
Per non parlare del movente della burla che, in effetti, avrebbe poco senso: sarebbe più un regalo che uno scherzo ai miei danni! E perché Amalia dovrebbe sacrificarsi prestandosi a esso?
A sera ho però fatto un nuovo passo avanti: ho capito che non era uno scherzo a me, come specifico individuo, al contrario deve trattarsi di una prova di coraggio, probabilmente una scommessa, fatta da Amelia con uno sconosciuto signor o signora X.
Lo scenario è il seguente: Amalia scommette che riuscirà a sedurre la persona scelta da X. E come fanno a scegliere la vittima o, per meglio dire, la “prova” della scommessa?
Si appostano, probabilmente tranquillamente seduti in macchina, nel parcheggio di un supermercato e ne osservano i clienti. Magari proprio per trovare una persona più improbabile (e quindi una sfida maggiore) scelgono un supermercato periferico ed economico (cioè quello dove mi servo io)... Individuata la “vittima” (metto il termine fra virgolette perché non credo che sia da considerarsi tale) la seguono per scoprire dove abita: io certo non avrei notato una macchina che mi avesse pedinato, sempre che non mi avesse seguito troppo da vicino ovviamente...
Lo so che è una ricostruzione improbabile ma, come diceva Sherlock Holmes, se si escludono tutte le possibilità tranne una allora quella che rimane, per quanto assurda, è l'unica possibile.
L'alternativa ovvero che una donna bellissima, simpatica, intelligente e ricca si imbatta casualmente in me e che, dopo dieci minuti o poco più, decida di attentare alla mia virtù non sarà forse propriamente impossibile ma sicuramente è più facile che io venga colpito da un meteorite!
Questo almeno è quello che mi dice la logica: una parte di me, ne sono consapevole, spera contro ogni speranza, che Amalia provi un sincero interesse nei miei confronti.
Dovrò essere vigile e guardingo per non farmi condizionare nelle mie valutazioni dai sentimenti: sì perché ovviamente Amalia mi piace e molto... pure troppo...
Possibile però che io sia il più brutto che hanno visto uscire dal supermercato? Certo non sono bello però... forse hanno notato qualcosa di strano in me: non so, il modo di vestire (scombinato), la pettinatura (assente) o la barba (incolta)... magari, mentre ero a fare la spesa, hanno dato un'occhiata all'interno della mia macchina (caotico): singolarmente non sono elementi significativi ma, considerati tutti insieme, forse mi hanno reso “interessante”...
La riprova sarebbe mostrare ai commessi del supermercato una foto di Amalia: è probabilissimo che sia entrata all'interno del supermercato e, nel caso, non sarebbe certo passata inosservata. Peccato che non abbia foto di Amalia da mostrare.
Anzi non ho né telefono, né email, né ricordo il suo cognome. So dove abita però... magari potrei chiedere di lei in paese... ho esagerato scrivendo che sono solo quattro case: c'è anche un bar alimentari... o magari al parroco: ho la sensazione che non sia religiosa, ma se lo fosse...
Chiaramente dovrei crearmi una scusa per poter domandare senza far nascere sospetti... o almeno non troppi... Ci penserò...
Per un attimo vengo preso dal panico all'idea che non la rivedrò mai più, poi però la parte razionale del mio cervello mi rassicura: se la mia ipotesi è giusta (e non vedo alternative a essa) allora sarà lei a trovare la maniera per incontrami ancora...
mercoledì 10 febbraio 2016
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