Sul FattoQuotidiano.it ho trovato un editoriale di Guido Scorza (docente, avvocato e giornalista) che sulla riservatezza la pensa come me: Privacy azzerata per i viaggiatori europei in nome dell'anti terrorismo.
In breve: provvedimento che non serve contro la lotta al terrorismo; violata riservatezza di 300 milioni di persone per controllarne potenzialmente un migliaio; pericoloso precedente per cui, in nome della sicurezza, si viola il diritto alla riservatezza; alta probabilità che la corte di Giustizia europea bocci questo provvedimento; iniziativa presa sull'onda emotiva causata dagli attentati parigini.
Praticamente tutti questi concetti, esclusa l'affermazione sulla corte di Giustizia europea, li avevo già espressi anch'io in una forma o in un'altra.
Anzi, modestamente, avevo evidenziato alcuni elementi molto importanti (v. Libertà e sicurezza) che sono sfuggiti al nostro docente/avvocato/giornalista: il paradosso di proteggere la libertà soffocando la libertà; il principio che è sbagliato ridurre la libertà in nome della sicurezza; quale sia il pericolo delle schedature di massa...
Ma non voglio insistere su questi argomenti. Piuttosto mi hanno colpito i commenti dei lettori, al momento solo dodici, ma nella quasi totalità a favore del provvedimento e contro l'autore dell'articolo.
Leggendoli appare chiaro che abbiano capito poco o nulla di quanto letto (*1) e, lo si intuisce dal loro tono emotivo, quasi tutti sembrano ancora molto turbati, al limite dell'isteria, dagli attentati di Parigi.
Nonostante il giornalista l'avesse precisato e ripetuto più volte sembra che sfugga l'inutilità del provvedimento alla lotta al terrorismo e, soprattutto, il pericoloso precedente di violare delle libertà/diritti in nome della sicurezza. I commenti che ho letto sembrano non aver compreso queste affermazioni: infatti non le contestano, come sarebbe legittimo e utile per tutti, ma semplicemente le ignorano.
Per me si tratta di una constatazione molto deprimente: la totale cecità e/o indifferenza della maggior parte delle persone che si prendono la briga di leggere e commentare un editoriale (*2) di fronte a pericoli gravissimi. Pericoli poi di cui saranno vittime le generazioni future.
Mi fa sorridere tristemente l'idea della perplessità (ho usato un termine leggero) che deve aver colpito i miei lettori leggendo le mie opinioni al riguardo, molto più decise e meno diplomatiche: io non ho infatti certo l'autorità di un giornalista/docente/avvocato che scriva su un quotidiano nazionale e, per questo (v. Auctoritates, auctoritas e Bifidus), la pazienza ad ascoltare e cercare di comprendere le mie ragioni è di gran lunga minore...
Conclusione: che speranza ha il mondo di divenire realmente un luogo migliore se il 99,9% dell'umanità è questa? Io temo nessuna...
Nota (*1): immagino che sia un effetto dell'analfabetismo funzionale!
Nota (*2): e quindi, di per sé, dovrebbe essere un segmento di popolazione relativamente più attento della media italiana.
Il ritorno del gladiatore
8 ore fa
la sorveglianza di massa è un pericolo per la libertà di parola delle persone e la schedatura di massa dei voli è un passo in quella direzione.
RispondiEliminain un mondo in cui tutti sono sorvegliati nessuno si comporta naturalmente; tutti si comportano nel modo "standard" per evitare di diventare quelli "sospetti" e questo cancella la libertà delle persone.
È vero, anche questo è un pericolo concreto...
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