«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

Qui si straparla di vari argomenti:
1. Il genere dei pezzi è segnalato da varie immagini, vedi Legenda
2. Per contattarmi e istruzioni per i nuovi lettori (occasionali e non) qui
3. L'ultimo corto è questo
4. Molti articoli di questo blog fanno riferimento a definizioni e concetti che ho enunciato nella mia Epitome gratuitamente scaricabile QUI. Tali riferimenti sono identificati da una “E” fra parentesi quadre e uno o più capitoli. Per esempio: ([E] 5.1 e 5.4)

sabato 12 dicembre 2015

Dormiveglia e vegliadormi

Strano sogno stanotte...
Sognavo di essere con un amico dentro a un videogioco: un misto di giochi reali (Dungeon warfare e, credo, Prison architet) e di qualcos'altro frutto della mia immaginazione...
Combattevamo e scappavamo: a volte vedevo tutto dall'alto, a volte in prima persona.
A un certo punto, credo per gioco ma non ricordo esattamente, io e il mio amico iniziamo a lottare nello spogliatoio di una palestra col pavimento reso viscido dall'acqua delle docce. Lo blocco afferrandolo con entrambe le braccia alle spalle: sono molto forte e difficilmente qualcuno riesce a svincolarsi, ma lui è più forte di me e liberandosi mi ferisce al braccio destro. Nonostante il dolore non mi va di perdere allora istintivamente reagisco con l'idea di sfruttare lo scarso attrito del pavimento: lo sollevo un po' da terra in maniera che non possa opporre resistenza e lo schianto violentemente contro la parete della doccia. Amico ko...(*1)
A questo punto mi sveglio: sono nel mio letto sdraiato supino, la collocazione e l'orientamento è quello della mia camera, è buio e non distinguo nessun dettaglio.
Improvvisamente sento un soffio sulla faccia: mi sembra che sia l'amico del sogno. Sono confuso: provo a parlare ma balbetto, poi provo a gridare...
Sono tranquillo perché convinto di essere sveglio e suppongo che quel soffio sia stato solo un'illusione: non c'è quindi motivo di allarmarsi e poi sono più seccato che turbato dal fatto di non riuscire a parlare né a muovermi.
Alla fine faccio una vocalizzazione che si trasforma in una sorta di ringhio profondo e finalmente... mi sveglio!
Mi rendo conto che quando pensavo di essere sveglio in realtà stavo ancora dormendo: la testata del letto infatti era diversa ma per il resto era tutto indistinguibile dalla realtà.
Medito se è il caso di alzarsi per annotare il sogno: sono piuttosto sicuro di ricordarmelo e quindi mi riaddormento.
Dopo un po' (mezz'ora? un'ora?) mi risveglio e mi accorgo di avere nella mano destra qualcosa che non riesco a distinguere chiaramente ma che, per qualche motivo, mi spaventa: cerco di gettarlo via ma la mano destra si muove appena. Solo dopo qualche secondo acquisto lucidità sufficiente per capire cos'era l'oggetto schifoso: era l'indice e l'anulare della mano sinistra! Per qualche motivo non sentivo nessuna sensazione da quella mano e solo dopo qualche ulteriore attimo riesco a muoverla.

Credo che il termine tecnico del fenomeno sia quello di allucinazione ipnogogica: me ne parlò un amico che aveva avuto un'esperienza simile. Una mattina si era svegliato senza riuscire a muovere nessun muscolo del proprio corpo. Mi spiegò (mi pare!) che in quelle circostanze il cervello non è completamente sveglio e in particolare, la parte che controlla i movimenti (che nel sonno è disattivata per evitare di farsi male) dorme ancora...

A me deve essere accaduto qualcosa del genere: avevo raggiunto un livello di coscienza superiore a quella del sonno ma inferiore alla veglia. Una zona del cervello invece ancora dormiva e continuava a trasformare gli stimoli esterni in elementi del sogno: dalla direzione in cui avevo sentito il soffio proveniva infatti una fastidiosa corrente di aria fredda. Qualcosa di simile doveva essere successo nel semisogno seguente.

Questa esperienza mi ha fatto tornare in mente una vecchia teoria sulla mia insonnia. Ai tempi dell'università, quando dormivo veramente poco e male, mi capitava di restare sveglio per tutta la notte; ma, dicono, anche quando si crede di essere sempre svegli, in realtà si fa qualche breve pisolino. Eppure io ero sicuro di non dormire: ricordavo tutti i rumori della notte che mi avevano disturbato e l'ora precisa, indicata dalla sveglia digitale, a cui si erano verificati e, quindi, ero decisamente molto lucido. Eppure il tempo passava forse un po' troppo veloce...
La mia conclusione, data da tutti questi indizi, fu che una parte del mio cervello dormiva mentre un'altra rimaneva sveglia. Qualsiasi evento al di fuori del normale attirava la mia attenzione e mi faceva tornare più vigile ma, dopo un po', tornavo a sonnecchiare con un occhio aperto e uno chiuso.
Fin qui niente di nuovo (almeno per me!): come detto si tratta di una mia vecchia teoria...

Però stamani ci ho ripensato e mi è venuto un altro pensiero: ma quanto siamo veramente svegli quando pensiamo di essere svegli?

Quando appena alzati, con gli occhi socchiusi, si va in bagno strascicando i piedi siamo davvero completamente svegli oppure è ragionevole supporre che lo si sia solo, diciamo, al 90%?

Ma anche quando si è “completamente” svegli lo saremo veramente?
La distrazione, quando improvvisamente si perde il filo dei nostri pensieri e si finisce per fantasticare su tutt'altro: possibile che sia un sogno, creato da una parte dormiente del nostro cervello, nel quale per un attimo ci perdiamo?
E, più in generale, può darsi che la stessa fantasia, la vera musa di ogni artista, sia un sogno a occhi aperti? Un sogno generato da una zona della mente sempre addormentata, che vive e vede un mondo fantastico basato sugli stimoli reali e le ombre dei pensieri coscienti; una parte del cervello che con i suoi sogni, di giorno semplici intuizioni ma di notte nitide visioni, sussurra costantemente all'orecchio della nostra coscienza...
Un equilibrio magico e instabile: la notte non si è mai completamente addormentati e il giorno non si è mai del tutto svegli....

Conclusione: trovo che sia un'idea affascinante...

Nota (*1): il sogno ha un certo realismo di fondo: con questo amico, anche da piccoli, tutte le volte che si stava insieme finivamo per farci male e, di solito, ero io ad avere la meglio!

Nessun commento:

Posta un commento