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lunedì 15 aprile 2013

Varie sulla situazione politica 4

I dieci maghi evocati dal Presidente sono improvvisamente emersi dal silenzio, hanno finalmente eseguito il loro spettacolo di prestidigitazione ma nessuno li ha applauditi.
A no! Erano dieci saggi e non maghi... cambia poco: nessuno ha comunque applaudito le loro banalità...
Banalità nel senso che hanno elencato dei problemi già conosciuti e sotto gli occhi di tutti: sicuramente noti alla larga maggioranza degli italiani così come al M5S costituito da cittadini comuni ma, mi voglio augurare, anche ai politicanti del PD e PDL. Solo Monti, temo, avrà letto i consigli dei “saggi” grattandosi la testa senza capire quello che stava leggendo visto che non si parlava di “seguire sempre e comunque gli ordini scellerati che ci vengono imposti da Bruxelles”.

Insomma si è trattato di un'inutile perdita di tempo per far guadagnare tempo a Bersani.
Già Bersani...
Ormai non lo capisco più: possibile che non sappia sommare insieme tre percentuali?
Il M5S non vuole fare il governo con il PD e il PD non vuole farlo col PDL: mi sembrano tutte decisioni legittime ma, visto che non ci sono alternative, allora l'unica possibilità democratica è tornare al voto. Cosa spera di ottenere? Il massimo a cui può aspirare è un presidente più filopidiessino possibile, ma perché continuare con questa commedia, anzi farsa, del tentare di formare un governo?

Il problema è che adesso, dopo tutti i tentennamenti e le esitazioni di Bersani, non solo il suo potere personale all'interno del partito è a rischio ma anche il consenso elettorale al PD è dato in forte calo.
Infatti la stessa arma che il PD aveva usato contro il M5S viene adesso usata, esattamente nella stessa maniera, dal PDL. La differenza è che, in questo secondo caso, i pallettoni del PDL sono molto più efficaci: il M5S aveva infatti sempre detto che non si sarebbe mai alleato con nessuno dei partiti che hanno causato lo sfacelo attuale ed è quindi stato coerente con sé stesso mentre, al contrario, PD e PDL fino a pochi mesi fa erano alleati nel sostegno al governo Monti e al suo programma “tassa Italia”: da questo punto di vista il no di Bersani a Berlusconi è più difficile da giustificare.

Nel frattempo il parlamento è congelato. Pur ammettendo corretta (e, per quel che vale, io penso il contrario) l'interpretazione che ci voglia un governo per poter definire le cariche all'interno delle commissioni, non si potrebbe per una volta usare un po' di buon senso? Non si potrebbe dividere le presidenze dandone un quarto al PD, un quarto al PDL, un quarto al M5S e l'ultima fetta, a turno, a Scelta Civica e agli altri partitelli minori?
Ah, già: i nostri vecchi politici mancano di buon senso ma abbondano di furbizia...
Hanno paura dell'attivismo del M5S che sarebbe in poco tempo pronto a proporre le proprie leggi: i partiti tradizionali si troverebbero poi nella scelta, per loro comunque perdente, di approvare delle leggi fatte dal M5S o doversi giustificare con i propri elettori se non lo approvassero (do infatti per scontato che si tratterebbe di leggi ben fatte, chiare e comprensibili a tutti).

A allora il M5S fa quello che può: l'occupazione per richiamare l'attenzione sull'ingiustificata paralisi del parlamento e la mozione per il ritiro dei soldati dall'Afghanistan. Poca roba ma come fare di più? Ovviamente i media ne approfittano per dimostrare che il voto al M5S è un voto perso...

Voglio finire con qualche critica al M5S, così, tanto per dimostrare che la mia capacità di autocritica è ancora viva.
Continua la scarsa trasparenza sulle votazioni in linea: mi riferisco alla prima fase della scelta per gli aspiranti “presidenti” della Repubblica. È stata semplicemente pubblicata una lista di dieci nomi senza nessun altro dato. Che garanzie ci sono che in questo elenco non ci siano un paio di nomi introdotti d'ufficio? Di certo l'agenzia esterna, incaricata dalla società di Casaleggio e che a questa risponde, non è una garanzia. So che fra gli attivisti c'è assoluta fiducia ed entusiasmo per l'iniziativa: ma trasparenza non significa convincere chi è già convinto ma dimostrare a chi non si fida che non c'è possibilità di imbroglio.
In realtà, come ho sempre sostenuto (v. Incongruenza nel M5S), il problema di fondo è la democrazia più o meno diretta: ogni persona ha la propria testa e le proprie idee su ogni argomento e questo vale anche per gli attivisti del M5S. Anche ammettendo di trovare una soluzione informatica che permetta a questi di dialogare e decidere la condotta del M5S fra di loro, si arriverà sempre a una votazione per maggioranza e, qualsiasi maggioranza, è ben noto non spicca per acume e soprattutto manca del cinismo politico necessario per non essere mangiati vivi dai vecchi partiti incapaci in tutto ma non nelle astuzie di palazzo...

Io credo che il movimento dovrà arrivare almeno a una soluzione di compromesso: lasciare la massima democrazia per le grandi scelte morali ma, per la politica di tutti i giorni e specialmente per il confronto con gli altri partiti, è necessario che ci sia un piano ben preciso (non pubblico perché altrimenti sarebbe troppo facile per gli avversari avvantaggiarsene!) stabilito da poche persone (i parlamentari e i loro collaboratori) che abbiano la possibilità (ovvero il tempo) per studiare le varie questioni in tutte le loro sottigliezze e non superficialmente come possono fare i singolo cittadini...

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