Oggi quando mi sono denudato per fare la doccia ho gettato nel terrore lo spogliatoio degli uomini.
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Un passo indietro: ieri sera dopo cena sono andato a una riunione e sono tornato poco dopo mezzanotte; sfortunatamente avevo dimenticato accesa la luce sopra la porta d'ingresso e, al mio ritorno, c'erano dozzine e dozzine di strane falene: grosse come piccole noci e dall'aspetto di scarafaggi volanti; nelle vicinanze della porta avevo lasciato la borsa della palestra aperta per farla asciugare; e questi sono tutti gli elementi che basta sapere!
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Tornando a oggi: evidentemente uno di questi animaletti era finito nella mia borsa e, quando l'ho aperta per cambiarmi, ne ha approfittato per saltare fuori e volare goffamente per lo spogliatoio facendo sobbalzare chi se lo vedeva passare vicino e magari sbattere addosso!
Altro saggio - 30/4/2013
Qualche giorno fa ho finito anche il secondo saggio di L'uomo e i suoi simboli. Qualcosa ho capito ma non troppo. Siccome anche gli altri saggi che compongono il libro non sono stati scritti da Jung, ho deciso di interrompere qui la lettura.
La parte più interessante sono gli esempi di archetipi mitologici sognati dai pazienti: comunque mi sembra già chiaramente percettibile la sensibilità enormemente minore rispetto a Jung. Molte interpretazioni mi sono parse forzate...
Quasi pronto - 30/4/2013
Il pezzo matematico di cui accennavo nel corto Calcolando è pronto: ancora non l'ho pubblicato perché ho deciso di allegarvi un programmino Java che implementa effettivamente l'algoritmo che descrivo.
Se domani non mi metto a fare altre cose penso di farcela a finirlo e a pubblicare tutto...
Apuleiata 18 - 1/5/2013
Ho già scritto dell'umorismo di Apuleio eppure continuo a stupirmi per la sua raffinatezza.
Dal capitolo 34 del X libro (L'asino d'oro (le trasformazioni) di Apuleio, Ed. BUR, 1955, trad. Claudio Annaratone):
Apuleio, sempre trasformato in asino, è divenuto famoso per la sua capacità di intrattenere le donne. Viene così trasportato in un anfiteatro dove, per divertire il pubblico, dovrà congiungersi con una condannata a morte...
«Io però, a parte la vergogna di dover consumare delle nozze in pubblico, e oltre al fatto di esser esposto all'impuro contatto di una donna scellerata, mi sentivo nell'intimo straziare dalla paura, perché mi pareva d'andar a morte. Almanaccavo infatti tra me: “Poniamo che, mentre siamo uniti nell'amplesso di Venere, una belva venga sguinzagliata addosso alla donna per divorarla, l'animale non potrebbe mai esser dotato di accortezza o addestrato con abilità o capace di sobrietà, quanto basti per dilaniare la donna al mio fianco e risparmiare invece me, nella mia qualità d'innocente e d'incensurato”.»
Conclusione - 3/5/2013
Quando scrissi il pezzo Pezzo giusto per ieri avrei voluto terminarlo con un proverbio latino che mi sembrava molto appropriato.
Sfortunatamente, come mi succede spesso, non ero riuscito a ritrovarlo e avevo così deciso di farne a meno...
Oggi l'ho ritrovato e ho deciso di dargli maggior risalto pubblicandolo in questo corto invece di limitarmi a modificare il vecchio intervento. Il proverbio è questo:
«Quis patrem laudet, nisi proles indigna laudis?» - Erasmo
Se tutto è antisemitismo
6 ore fa
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