Dopo il “buco” dell’anno scorso stavolta mi sono ricordato del giorno della memoria: addirittura ierlaltro ho dato una rapida lettura all’argomento di cui voglio scrivere…
Negli ultimi anni sempre più spesso mi è infatti capitato di veder girare su FB un meme sul genocidio degli indigeni (*1) americani del nord America: 30, 50 o perfino 100 milioni di vittime a seconda delle diverse stime. Infatti il problema di questi numeri è che si sa con relativa accuratezza il numero di nativi a, diciamo, metà XIX secolo ma non quanti erano inizialmente all’arrivo dei primi coloni: le variazioni della stima della popolazione iniziale determinano quindi la stima del numero dei morti.
Secondo alcuni storici lo stesso processo di colonizzazione è intrinsecamente sovrapposto a quello di genocidio. A mio parere si tratta di una definizione e, quindi, possiamo accordarci come preferiamo sul significato del termine.
Secondo me però equiparare il genocidio alla colonizzazione fa perdere al primo termine parte della sua specificità. Quale sia la specificità del genocidio è proprio parte essenziale di questa mia ricerca.
Senza voler trarre conclusioni definitive mi pare che il genocidio sia caratterizzato da una volontà generalizzata, sistematica e pseudo-morale nella popolazione più forte di sterminare la popolazione più debole o vittima. Per “pseudo-morale” intendo la presenza nella cultura della società di una pseudogiustificazione, che sarà ovviamente immorale, per giustificare lo sterminio: questa potrà essere religiosa, razziale, politica, economica etc. L’istinto umano infatti ci avvisa che stiamo commettendo qualcosa di sbagliato uccidendo un nostro simile ma l’uomo vuole sempre considerarsi buono e giusto e, per questo, troverà una pseudo (perché solo apparente ovviamente) giustificazione del proprio crimine.
Nella colonizzazione esiste l’elemento della generalizzazione, ovvero l’opinione diffusa di un’inferiorità della popolazione indigena per razza, religione e cultura; ma mi pare che in genere manchi l’elemento della volontarietà: predomina infatti la volontà di fare il proprio interesse ma non quella di eliminare la popolazione più debole.
Per questo motivo sono riluttante a considerare la colonizzazione come se fosse di per sé un genocidio. Cercherò quindi di valutare una serie di singoli episodi che spiccano nella storia del continente e del tempo.
Come al solito mi baso su Wikipedia per le informazioni e in questo caso, visto che il tema è caldo negli USA, cercherò di essere particolarmente prudente nel trarre le mie conclusioni.
La pagina su cui mi baso (principalmente) è Genocide of indigenous peoples limitandomi poi agli episodi del nord America (in particolare USA).
La pagina di Wikipedia presenta diversi episodi anteriori al 1800.
A mio avviso si tratta più di massacri isolati che di genocidi. Soprattutto in molti di questi casi i coloni si erano avvalsi dell’aiuto di altre tribù di nativi locali: manca quindi una pseudo-giustificazione che vada oltre il particolare della specifica situazione. Si tratta di episodi troppo circoscritti.
Certo il fatto che piccole comunità abbiano compiuto questi massacri fa ipotizzare che l’idea di un genocidio generalizzato non doveva essere troppo lontana dal comune (dei coloni) sentire del tempo.
Andando oltre si trova il Sentiero delle lacrime avvenuto fra il 1830 e il 1850 dove circa 60.000 nativi americani furono costretti a trasferirsi in nuovi territori. Il trasferimento, spesso reso volutamente più impervio e difficoltoso (esposizioni agli elementi, malattie e malnutrizione), causò circa 20.000 morti, ovvero circa il 33%.
Anche in questo caso gli esperti dibattono se si sia trattato o no di un vero e proprio genocidio.
Personalmente a me l’episodio ricorda il genocidio dei circassi (v. Il giorno della memoria) dove fra il 1864 e il 1867 la popolazione della Circassia fu costretta a lasciare le proprie terre dall’esercito russo per trasferirsi nell’impero Ottomano. Anche qui gran parte della popolazione morì di stenti e di malattie durante il viaggio. In questo caso le stime sono di un 90-95% della popolazione.
Chiaramente anche nella vicenda del Sentiero delle Lacrime vi è una forte componente di razzismo e di volontà di uccidere ma, a mio parere, secondaria rispetto all’obiettivo primario di trasferire altrove la popolazione indigena. Si voleva cioè ridurre la popolazione indigena ma non sterminarla del tutto. Secondo me non è quindi un genocidio perché la volontà di uccidere non è precipua.
Poi abbiamo il massacro di Sand Creek dove, nel 1864, l’esercito degli USA attacco e distrusse un villaggio di indigeni americani uccidendo 500-600 guerrieri ma anche un centinaio di donne e bambini. In questo caso, come indica anche il titolo dell’articolo, si tratta di un massacro e non di genocidio.
Segue la guerra di Mendocino, una contea della California, dove una banda di rangers fra il 1859 e il 1860 uccise svariate centinaia di indigeni americani.
Di nuovo per me non si tratta di genocidio in quanto manca l’elemento della generalità: in questo caso infatti sicuramente il capo di questa banda di rangers era un razzista senza scrupoli che uccise centinaia di persone in cambio di poco più di 11.000$ ma non vi è ragione di ritenere che il suo atteggiamento rispecchiasse la volontà della popolazione più forte dei coloni. Non per nulla la sua banda fu sciolta dalle autorità nel 1860.
Bisogna poi ricordare che la maggior parte dei morti fra gli indigeni americani fu causate dalle malattie arrivate dall’Europa. In questi casi, a parte qualche eccezione (per esempio con la distribuzione volontarie di coperte infette di vaiolo distribuite alla popolazione indigena), c’è sì la relazione di causa effetto fra colonizzazione e sterminio dei nativi ma manca la fondamentale volontarietà per parlare di genocidio.
Molto più recentemente, fra il 1970 e il 1979, nelle cliniche riservate agli indigeni americani il 25% delle donne fu volontariamente sterilizzato. Anche qui alcuni parlano di moderno genocidio.
A me non pare che il non “far nascere” equivalga all’uccidere: sembra più una maniera per limitare la crescita della popolazione piuttosto che sterminarla.
In definitiva la sensazione che ho ricavato leggendo tutti questi episodi è che negli USA vi siano state effettivamente molte persone favorevoli al genocidio degli indigeni americani ma che queste siano state costantemente una minoranza rispetto alla popolazione dei coloni prima e degli statunitensi dopo. Il risultato è che vi sono state anche delle tragedie locali che avevano l’aspetto di genocidi ma che, nel complesso della problematica, erano dei massacri.
Conclusione: per quel che vale la mia idea, formatasi in poche ore di letture su Wikipedia, nel caso della colonizzazione del nord America e in particolare degli USA (non ho considerato Canada e Messico) non si può parlare di genocidio della popolazione indigena anche se, come detto, non vi siamo andati lontani.
Nota (*1): volutamente uso il termine “indigeni” e non “nativi” perché il secondo mi suona di calco semantico anche se, secondo Treccani.it, non lo è.
La banana di Cattelan
3 ore fa
Apprezzabile che qualcuno si ricordi che esistono, nella storia sterminio, genocidi, massacri fors'ancge più gravi della Shoah.
RispondiEliminaBeh, io credo che limitarsi sulla Shoah sia un’occasione sprecata quando non controproducente: si rischia di trasformare una tragedia reale in un vuoto dogma che si impara a memoria ma privo di contenuto concreto.
EliminaE per dare contenuto occorre la comprensione profonda. Per comprendere occorre non limitarsi a un solo esempio ma bisogna studiarne il maggior numero possibile per coglierne così similitudini e differenze.
Questa era la mia idea di questa serie (gli altri pezzi li trovi il 27 gennaio del 2018, 2019, 2020 e 2021; nel 2022 invece me ne sono dimenticato!), cercare di capire cosa fosse un genocidio analizzando diversi esempi.
Sfortunatamente da questo punto di vista l’esempio del colonialismo USA non è molto utile in quanto, almeno dal mio limitato punto di vista, non si tratta propriamente di genocidio anche se vi siamo andati vicini…
Se hai tempo e voglia ti suggerisco di leggere i pezzi sullodati: sono fra i pochi di cui sono moderatamente orgoglioso…
Ah! importante in questa prospettiva anche il pezzo di inizio febbraio 2018: https://parole-sante.blogspot.com/2018/02/geremiade.html