“Ma non avevi detto che a marzo finiva tutto?”
Beh, veramente l’avevo sognato ma fino a poche settimane fa la tendenza sembrava questa dato il febbraio insolitamente mite: poi è tornato il freddo e così sono risalite le infezioni. In pratica la "fine" arriverà ad aprile...
Contemporaneamente sta emergendo la debolezza dell’approccio puramente vaccinale: secondo gli ultimi dati l’immunità fornita dalla terza dose diminuisce progressivamente fino ad annullarsi del tutto dopo tre mesi: in altre parole chi è stato vaccinato da più di tre mesi ha la stessa probabilità di infettarsi (*1) di un non vaccinato mai ammalato di covid-19. Solo l’immunità naturale (dei guariti di covid-19 cioè) sembra essere di lunga durata.
In altre parole sta svanendo completamente l’ostacolo dato dal vaccino alla diffusione della variante omicron-2.
Proprio per questo l’Italia avrebbe dovuto fare l’opposto di quello che ha fatto: ovvero avrebbe dovuto favorire la diffusione della variante omicron nella popolazione sana e vaccinare solo i più deboli e anziani. In questa maniera avremmo avuto maggiore immunità naturale.
Non so se ci sono studi al riguardo ma sta emergendo abbastanza chiaramente che le misure per contenere il virus come quarantene e limitazioni varie sono controproducenti: tamponano sul momento la diffusione del virus ma bloccano anche l’immunità naturale col risultato che la crisi sanitaria è destinata a riproporsi a mesi di distanza. Lo si è visto molto chiaramente nel diverso approccio di Scozia e UK: le misure più severe scozzesi si stanno rivelando essere un boomerang.
Perché intendiamoci, quando dico che con la omicron la pandemia è finita, non intendo dire che il covid-19 sparirà completamente ma che diverrà un raffreddore come tanti altri. Spiegava uno scienziato (non ricordo chi) che (numeri a caso) se oggi muoiono 100 persone di influenza allora domani ne moriranno 60 di influenza e 40 di covid-19: cioè di covid-19 ne moriranno solo le persone più fragili che fino a qualche anni fa morivano di altre malattie endemiche.
Questo è il nuovo normale a cui stiamo andando incontro: poi ovvio che nelle dittature democratiche come la nostra in autunno verrà dato l’allarme e sarà colta l’occasione per imporre nuove misure arbitrarie e assurde: ma la realtà è quella che ho appena spiegato.
Ah! Un altro dato fondamentale quando si considerano l’aumento dei ricoverati in ospedale per Covid-19 è se sono ricoveri DA covid-19 (ovvero provocati da tale malattia) oppure CON covid-19 (ovvero persone ricoverate per altri motivi, come un braccio rotto, che si scoprono essere infetti asintomatici). Il mese scorso o giù di lì i “giornaloni” spiegavano del fallimento della fine di tutte le restrizioni in Danimarca a causa dell’aumento dei ricoverati in ospedale: le autorità danesi spiegarono immediatamente che si trattava di ricoveri CON covid-19 e non causati DAL covid-19. Chiaramente questo concetto della differenza fra DA e CON va ben oltre la capacità di comprensione dei nostri politici soprattutto poi quando questi NON vogliono capire…
Anzi ho la sensazione che si faccia di tutto per limitare l’immunità naturale e avere così la possibilità di imporre nuove restrizioni (che comunque saranno arbitrarie e assurde) in autunno.
Ah! riepilogo qui la teoria sulla MIA storia col covid-19. Tutti i seguenti punti sono ipotetici, li scrivo usando l’indicativo solo per semplicità!
- Presi il covid-19 a marzo 2020, per una settimana ebbi sintomi leggeri di influenza e tossettina secca. All’epoca, conscio del pericolo di infettare gli altri (comunque c’era già la quarantena), evitai di uscire e non andai a fare la spesa per una decina di giorni. I tamponi all’epoca erano riservati a politici, calciatori e morenti.
- La tossettina secca mi perdurò per diversi mesi, fino a giugno: all’epoca non si sapeva del covid lungo e io ero abbastanza convinto che fosse un tumore (ovviamente!) ai polmoni! L’altro sintomo fu un’estrema spossatezza (ma anche di quella mi resi conto dopo che era anormale essendo io pigrissimo di natura). Col ritorno alla quasi normalità estiva chiesi alla mia dottoressa di farmi fare delle analisi e lei me ne prescrisse varie a casaccio di cui, col senno di poi, l’unica sensata era quella al cuore (che comunque stava benissimo). Non si scoprì niente, io migliorai e si lasciò perdere.
- A settembre (o era ottobre) 2020 credo di aver avuto un altro contatto col covid-19 quando andai a votare per le regionali in Toscana: finalmente avevo una mascherina FFP2 (che però non chiudeva benissimo) e i guanti in lattice ma se nel cubicolo del voto c’era passato un infetto che tossiva/starnutiva poco prima di me il contagio era inevitabile. Un paio di giorni di febbre bassissima (io per prudenza non uscii e non andai da mio padre).
- Inverno 2020-2021 tutto bene.
- Luglio 2021: qualche giorno dopo una cena con amici in pizzeria super affollata (sebbene si mangiasse all’aperto) ebbi di nuovo un po’ di febbre. Io detti per scontato fosse la variante delta.
- Dicembre 2021 e gennaio 2022: qualche starnuto per un paio di giorni, niente febbre o altri sintomi. Secondo me era la omicron.
Di questi eventi l’unico di cui fossi relativamente sicuro che si trattasse effettivamente di covid-19 è l’infezione iniziale col relativo covid-19 lungo. Ritenevo poi probabile anche una reinfezioni con la omicron a dicembre e gennaio. Non potendo permettermi lunghe quarantene all’epoca avevo però evitato di “tamponarmi”...
Ebbene qualche giorno fa ho voluto fare il test sugli anticorpi: l’IgM è basso (chiaramente sono negativo) ma non nullo (0.12 per la precisione); l’IgG era sotto le soglie minime (minore di 1.85) ma, suppongo, non nullo. Questo significa che, come pensavo, sono venuto in contatto col virus, visto che non sono vaccinato, anche se non mi è chiaro quando. L’IgM basso non so se può essere compatibile con un’infezione, per quanto leggerissima (davvero pochi starnuti al giorno), a gennaio o se rappresenta i rimasugli di anticorpi di un’infezione ancora più vecchia (magari in autunno o quella abbastanza "immaginaria" in estate).
Insomma, il succo è che dal covid-19 sono ormai protetto: posso forse prenderlo in maniera leggerissima, come fosse un raffreddore insomma, e niente più…
Conclusione: da sempre si sa che l’approccio medico dovrebbe essere valutato persona per persona: ciò che fa bene a Tizio potrebbe essere pericoloso per Caio e viceversa. Questa norma di normale buon senso è stata (furbescamente credo) dimenticata per il covid-19: chi ha già avuto la malattia è immune o comunque molto più protetto di chi si è vaccinato e, anzi, non ha niente da guadagnarci dalla vaccinazione e ne rischierebbe solo i più o meno rari effetti collaterali.
Uno Stato decente, che non voglia rischiare di danneggiare talvolta anche gravemente la propria popolazione, dovrebbe considerare la situazione medica di ogni cittadino prima di proporre indiscriminatamente dei trattamenti sanitari più o meno obbligatori.
Nota (*1): anche se mantiene (spero! In realtà lo presumo soltanto) una maggiore protezione da ospedalizzazione e morte.
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