È da qualche giorno che ho notato una piccola anomalia e che ci rimugino...
Molti miei amici e conoscenti hanno la passione della fotografia: difficile fare una stima, ma direi almeno un buon 10% di essi, pubblicano su Flickr, Instagram o comunque si impegnano e fanno foto ricercate tutte le volte che possono...
Giustamente la fotografia è considerata una passione creativa e stimolante...
Ma ecco l'anomalia: perché KGB, che sicuramente ha una creatività superiore alla media, non è a sua volta un appassionato di foto? Addirittura, posso aggiungere, poco prima di iniziare a tenere questo viario egli partecipò a un ottimo corso di fotografia tenuto da un esperto fotografo: da allora l'interesse però, invece di trasformarsi in passione, è andato sempre più spegnendosi...
Perché quindi la fotografia non mi coinvolge come invece succede a tante altre persone? È un caso o c'è una ragione particolare?
Penso di aver trovato la risposta a questa domanda: credo che il problema stia nel fatto che la fotografia non mi lascia il totale controllo nella libertà di esprimermi. E, con “esprimermi”, intendo trasmettere un mio messaggio o un'idea.
Mi spiego meglio: quando scrivo un racconto (o una poesia o un pezzo per il mio viario!) posso esprimere quello che mi pare; anche se faccio un disegno posso scarabocchiare ciò che preferisco; nella musica (se ne fossi tecnicamente capace!) potrei strimpellare quello che voglio e così via in tutte le altre attività con cui, con minore o maggiore successo, mi cimento...
Nella fotografia però non si è soli con la propria creatività: è necessario trovare dei soggetti adeguati (*1). Mi si potrebbe obiettare che la persona creativa riesca sempre a trovare dei soggetti per le proprie foto: io non ne sono sicuro...
Se, ad esempio, mi imbatto in una bella farfalla esprimerò con la mia foto ciò che la farfalla mi suggerisce in quel momento, non necessariamente ciò che ho in fondo al cuore...
Una singola foto potrà poi anche essere bellissima ma il suo messaggio sarà spesso elusivo. “Fotografia” significa “scrivere per immagini” ma il linguaggio risultante non è univoco: guardando una foto ogni persona vi leggerà messaggi diversi. Il fotografo che voglia esprimere un concetto complesso (ad esempio “il Marocco”) non potrà farlo con una singola foto senza correre il rischio di essere frainteso. Dovrà usare più foto per ripetere e ribadire il concetto chiave, chiarirne le sfumature, evidenziarne i passaggi più interessanti o difficili...
Al riguardo, secondo un fotografo esperto in album di viaggio (*2) che ci fece una lezione durante il corso di fotografia precedentemente menzionato, l'insieme delle foto dell'album, per avere senso, deve esprimere un messaggio: per riuscirvi, bisogna già avere chiaro in mente ciò che si vuole ottenere e andare quindi alla ricerca di inquadrature ben specifiche anche col rischio di non fotografare niente.
All'epoca invece io ritenevo che fosse più efficiente fare più foto possibili (che, ovviamente, ci dicano qualcosa) e usarle poi, come fossero un gran mucchio di singole parole, per scrivere con esse (*4) il messaggio che vogliamo condividere: magari non avremo a disposizione la parola esatta che avremmo voluto ma, forse, potremo usare un sinonimo oppure un giro di parole...
Adesso credo però che avesse ragione il fotografo esperto: se vogliamo esprimere un messaggio ben preciso non possiamo scattare foto a casaccio. Questo però significa anche che la creatività del fotografo è subordinata alla presenza di soggetti adeguati alle sue necessità.
E questa è per me una limitazione non trascurabile...
Conclusione: la creatività ha molte sfaccettature e, probabilmente, l'arte di trovare il soggetto (*3) che cerchiamo è una di esse! Personalmente preferisco però concentrarmi sul messaggio che voglio esprimere senza dovermi preoccupare di procurarmi il mezzo per farlo: credo sia per questo motivo che la fotografia non riesce ad appassionarmi...
Nota (*1): Quando poi il soggetto è una persona ci sono poi altri problemi: bisognerebbe chiedere il permesso per fotografarla oppure farlo di nascosto. Entrambe le opzioni sono insopportabili per una persona da una parte ligia al rispetto della volontà altrui e, contemporaneamente, piuttosto antisociale come me!
Oppure quando si è condizionati dalle imprevedibili condizioni atmosferiche o semplicemente dall'orario e, quindi, dalla luce sbagliata... bleah!
Nota (*2): mia traduzione per un particolare tipo di reportage!
Nota (*3): per quanto si possa essere bravi esiste comunque un margine di aleatorietà che non garantisce di raggiungere il risultato voluto.
Nota (*4): al riguardo mi è tornato a mente un aforisma di Gervaso (che cito a memoria): "il poeta contadino semina endecasillabi e raccoglie sonetti". Chi vuol capire capisca...
venerdì 10 aprile 2015
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