Qualche settimana fa (v. premessa in Ninnoli vecchi e nuovi) c'era stata una cena di classe con i compagni del liceo ma io, all'ultimo momento, l'avevo schivata. Non soddisfatti è stato organizzato un bis e, stavolta, non ho potuto esimermi dal parteciparvi.
È andata abbastanza bene: temevo di rimanere turbato dal rivedere i miei compagni di classe invecchiati ma non è stato così... Non so: forse mi ha aiutato aver visto le foto della cena precedente... Comunque mi sono trovato bene: non c'è stato il temuto terzo grado su quel “che fai?” né lunghi aneddoti su figli, mariti/mogli o concubine! Ma procediamo con ordine...
Se ho ben capito c'era un discreto nucleo di persone che, più o meno regolarmente, aveva continuato a frequentarsi. Poi c'era un secondo gruppetto composto da individui che, come me, erano stati raccattati per l'occasione tramite FB o simili. Comunque il risultato è stato che non eravamo tutti degli “sconosciuti” fra noi e questo ha contribuito molto a rompere quell'imbarazzato ghiaccio iniziale che, suppongo, contraddistingua in genere le riunioni di questo tipo.
KGB è un asociale atipico: anche se non frequento molte persone, e anche se non sono bravo a interagire in maniera spontanea, vi vedo sempre gli aspetti più positivi.
I nuovi (nel senso di invecchiati!) compagni di classe non hanno fatto eccezione: mi sono tutte sembrate delle belle persone. Soprattutto nel “nucleo” ho visto quelle amicizie vere, dai legami più forti del tempo. Devo ammettere che ho pure un po' invidiato quel gruppetto: col senno di poi, mi è dispiace essere stato così schivo al liceo: ho perso l'occasione di conoscere veramente delle persone rare e interessanti.
È strano però: la mia sezione era stata formata prendendo gli iscritti provenienti da fuori città e immettendovi, nel corso degli anni, coloro che arrivavano da altre scuole. In teoria non sarebbe dovuta essere una classe così unita, invece...
A testimonianza di questa amichevole coesione, finita la cena, invece di scappare via ciascuno per la propria strada, abbiamo fatta una passeggiata al buio, schiamazzando come ragazzini, nella campagna circostante poi quattro tiri col pallone a un distributore (miracolosamente non abbiamo rotto niente (*1)) e, per finire, siamo andati a un bar in centro. Io sono tornato a casa dopo le 3:00...
Fra tutti i presenti la persona che mi ha colpito più favorevolmente è stata una ragazza (beh, una signora!) che ai tempi del liceo mi era piuttosto indifferente: sapevo che era considerata carina e simpatica ma a me non piaceva né apprezzavo il suo umorismo.
Invece devo ammettere che mi ha fatto un'ottima impressione: intelligente e sinceramente simpatica. “Sinceramente” nel senso che non ha bisogno di sforzarsi per fare battute o essere spiritosa: è proprio nella sua natura e quindi le basta essere se stessa. Veramente una compagnia piacevole!
Non voglio però fare torto a nessuno e quindi lo ripeto: tutti i vecchi compagni mi sono piaciuti e mi sono sembrati più interessanti di quel che ricordavo e mi aspettavo! Diciamo però che per questa ragazza (sì: intendo sempre la signora sopraddetta!) le aspettative erano più basse e quindi la sorpresa positiva è stata maggiore...
Anche se molti erano assenti (compresi alcuni che avevano partecipato alla cena precedente) sono riuscito a spigolare informazioni praticamente su tutti: ho anche ottenuto il cellulare aggiornato del mio compagno di banco (nominato in svariati pezzi su questo viario: v. ad esempio Grande Lezione) che da tempo cercavo di rintracciare. Oggi o domani lo chiamo: voglio però prepararmi bene per prenderlo un po' in giro...
Ho anche scoperto che la professoressa di italiano, quella del pezzo Scienza e superstizione, è morta. Mi dispiace perché era l'unica insegnante a cui ero affezionato. In compenso ho risolto un piccolo mistero che la riguardava: un anno dopo la fine del liceo mi invitò a casa sua insieme ad altri due amici per parlare e sentire come ci trovavamo all'università. Fu strano perché eravamo abituati a vederla severa e intransigente mentre invece ci accolse amichevolmente, cercò di darci buoni consigli e, da buona padrona di casa, ci offrì succo di frutta e biscotti. Comunque fra le varie cose, ci raccontò di uno scherzo telefonico che le avevano fatto e che, anche se all'epoca già ci rideva, evidentemente l'aveva turbata parecchio: non sto a entrare nei dettagli ma, svegliata da una telefonata in piena notte, era corsa all'ospedale credendo che sua sorella fosse morta! Giustamente sospettava qualcuno della nostra classe ma, nel sonno, non aveva riconosciuto le voci: io e i miei amici non ne sapevamo niente e quindi non potemmo aiutarla. Per molti anni (24) ci ho pensato e, a mio parere, i sospetti non potevano essere che quattro. Due di essi erano presenti alla cena e così ho potuto interrogarli separatamente: il primo si è dichiarato estraneo ai fatti mentre il secondo ha confessato facendomi il nome del suo complice, non presente alla cena ma, comunque, nella mia lista dei quattro sospettati...
Conclusione: che dire... Esperienza decisamente migliore di quanto mi aspettassi e se, come è stato proposto, si faranno a breve altre repliche cercherò di parteciparvi: ho anche in mente uno dei miei soliti questionari con il quale tormentare, a turno, ognuno di loro...
Nota (1*): potete immaginarvi quanto fossero scatenati a vent'anni se ancora adesso, maturati e seri, sono ancora così matti!
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